Sarebbe dovuto accadere già nell’ottobre scorso. Almeno questa era stata l’indicazione emersa e più volte rilanciata anche dai soggetti direttamente interessati per buona parte dell’estate. Quando la città sommersa di Aenaria, con le sue emozionanti testimonianze e continue rivelazioni, era stata al centro dell’attenzione non più solo degli addetti ai lavori, ma di una platea crescente di visitatori e di persone interessate a conoscere uno dei più stupefacenti siti archeologici del Mediterraneo. Riconosciuto meritevole di essere valorizzato con un parco archeologico subacqueo e con un “ANTIQUARIUM” da realizzare all’interno della vicina Torre di Guevara e in tempi brevi. Già entro l’autunno 2014, appunto. Ma quella scadenza è stata abbondantemente superata. E dopo l’autunno è toccato all’inverno e ora che siamo in primavera di quella costola ischitana del Museo Archeologico di Pithecusae non vi ancora alcuna traccia. E neppure una data per la sua inaugurazione. A questo punto, quanto mai eventuale ed aleatoria. Eppure, le premesse per la concretizzazione del museo della città romana c’erano tutte. O almeno sembrava. Innanzitutto, la volontà, più volte espressa anche in pubblico, del Comune d’Ischia, proprietario della torre e la Sovrintendenza archeologica, custode dei reperti recuperati sul fondo del mare tra il 2011 e il 2014. Addirittura, l’ENTE LOCALE aveva legato alla creazione del museo la concessione dei sotterranei dell’edificio storico di Cartaromana come nuova sede del deposito isolano della Sovrintendenza con le sue migliaia di reperti che, sfrattato da Lacco Ameno, aveva rischiato seriamente di essere trasferito a Napoli e di finire disperso (e dimenticato) nel mare magnum dei depositi dell’immenso Museo Archeologico Nazionale. E, da parte sua, la SOVRINTENDENZA aveva accettato l’idea, concordando sull’allocazione del nuovo antiquarium al primo piano della torre. La materia prima, ovviamente, non manca, perchè le campagne di scavo 2011-14 nella baia di Sant’Anna hanno consentito di riportare in superficie manufatti di grande interesse e valore, utili ad allestire un piccolo gioiello a pochi metri dal sito sommerso in cui, appena l’esplorazione archeologica sarà ultimata, si realizzerà un parco archeologico visitabile. Al di là dell’indiscusso valore culturale dell’apertura del nuovo museo, che s’inserisce anche in un palazzo di notevole rilevanza storica e artistica, tanto più alla luce della scoperta degli affreschi rinascimentali (coincidenza ha voluto che l’esplorazione di Aenaria e delle pareti affrescate della torre siano avvenute nello stesso arco di tempo), ci si aspettava anche che fosse un’altra carta utile e qualificante per l’offerta turistica ischitana già in questa stagione 2015. Non è un mistero che AENARIA RAPPRESENTA UN ATTRATTORE STRAORDINARIO PER ISCHIA PONTE E L’ISOLA IN GENERALE. E a dimostrarlo c’è stata la forte impennata di partecipanti registrata dall’anno scorso alle visite guidate nel sito con la barca dal fondo trasparente, non appena si è cominciata a far conoscere l’esistenza di Aenaria, nella stupenda cornice della baia sotto il Castello. E l’apertura del museo in tempo con la nuova stagione turistica era stata data per scontata l’anno scorso e più volte in pubblico dai rappresentanti del Comune, a cominciare dall’assessore alla Cultura, Isidoro Di Meglio.