Così si è ridotto il Ponte che ha fatto la storia di Ischia, mentre si investiva nell’inutilità

IMG_2361IMG_2365IMG_2366Se gli “arredi” sono ridotti male, ancora peggio sta messa la struttura che li ospita. Anche ad un occhio non esperto, lo stato in cui si trova il Ponte Aragonese è serio e preoccupante. Ciò che non si nota da sopra, sulla passeggiata verso il Castello, a parte qualche grossa crepa IMG_2368sul muro di contenimento, diventa evidentissimo affacciandosi all’esterno, soprattutto in corrispondenza dell’arco che sovrasta “a’ current” e la rotonda che segue. Interi pezzi di muro sono crollati e giacciono, ben visibili, al di sotto, sugli scogli. E hanno fatto la stessa fine, in buon numero, le pietre di lava che rivest0no la struttura del ponte. E il mare continua a scavare, implacabile, aprendo buchi sempre più profondi, che minano la tenuta della costruzione.

IMG_2371IMG_2372IMG_2373In queste condizioni, il tempo è nemico. Come l’assoluta indifferenza che hanno mostrato finora tutte le autorità preposte ad occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria di una infrastruttura tanto fondamentale quanto delicata per la sua costituzione ed esposizione continua al mare. In questi anni, anche negli ultimi mesi, in Municipio ci si è esercitati a perdere tempo e a investire denaro pubblico in progetti e opere di nessun interesse reale per la comunità, quando non addirittura controproducenti, ma neanche uno sguardo è stato  dedicato al ponte che collega Ischia al monumento che l’ha resa riconoscibile in tutto il mondo, nonostante la pericolosità crescente di danni che nessuno ha neppure provato a riparare. Richieste fondi per milioni di euro finalizzate a “restyling” inutili e peggiorativi, mentre un’infrastruttura imprescindibile è stata abbandonata al più totale degrado. Un’altra grande prova di capacità e lungimiranza di chi avrebbe dovuto gestire la “Città d’Ischia”…

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