I video scorrono veloci sullo schermo del portatile. E grazie all’altissima risoluzione, restituiscono immagini dell’ambiente marino che sembrano perfino più nitide di quelle reali a chi le ha realizzate. E’ la prima volta che vengono visionate, commentate, valutate con attenzione, una per una. E’ andata meglio del previsto: una sola mattinata è stata sufficiente a raccogliere tutto il materiale stabilito. Nonostante il mare fosse tutt’altro che piatto nella baia del Castello. Dove il sito ormai famoso a livello mondiale per gli studi sull’acidificazione degli oceani è stato protagonista, in questi giorni, di un’altra importante ricerca. Appena iniziata a Ischia da due giovani arrivati apposta dall’Università di Stanford, in California. Che hanno trovato sull’isola non solo il particolare habitat che cercavano, ma anche il supporto logistico e scientifico del Laboratorio di Ecologia del Benthos, rivelatosi decisivo per portare a buon fine la breve “mission” ischitana, già terminata dopo appena tre giorni.
Hanno ventidue e ventun anni, CODY KARUTZ, californiano, e ALEC WINOGRAD, nativo di Houston in Texas, che frequentano la prestigiosa Università della Silicon Valley. Entrambi sono studenti in Computer Science, la nostra Informatica per intenderci, ma seguono specializzazioni diverse, Cody, in psicologia e Alec in ingegneria. Due indirizzi complementari nel particolare progetto che stanno portando avanti nell’ambito del gruppo di ricerca diretto dal professor JEREMY BAILENSON del Dipartimento di Comunicazione di Stanford e fondatore nel 2003 del Virtual Human Interaction Lab, un laboratorio che studia le interazioni tra le persone immerse in simulazioni di realtà virtuale e altre forme di comunicazione. I ragazzi, in particolare, sono coinvolti in una ricerca – in cui Stanford è all’avanguardia – che utilizza le tecnologie della realtà virtuale per indagare il modo in cui vengono percepiti i grossi problemi di natura ambientale e quali reazioni si attivano nelle persone. L’attenzione è concentrata sui cambiamenti climatici, giacchè è emerso che solo una minoranza è a conoscenza della loro esistenza ed è consapevole dell’influenza che su di essi possono avere i comportamenti individuali e collettivi. Gli esperimenti messi a punto finora hanno dimostrato che soggetti coinvolti in simulazioni virtuali della realtà (come segare gli alberi secolari di una foresta) hanno poi adottato e mantenuto nel tempo comportamenti più rispettosi dell’ambiente. Perciò, si stanno elaborando tecniche sempre più sofisticate di realtà virtuale e, al tempo stesso, metodi di rilevazione delle reazioni di quanti sono coinvolti negli esperimenti. Perchè, in prospettiva, un’educazione ambientale su larga scala e, quindi, un’ efficace opera di prevenzione e contrasto di comportamenti non ecosostenibili potrebbe servirsi proprio della realtà virtuale, oggi diffusa soprattutto per i giochi.
Tra gli effetti più studiati dei cambiamenti climatici c’è l’acidificazione degli oceani. Dunque, il gruppo di lavoro di Stanford ha scelto di dedicare uno degli esperimenti a questo problema, riproducendo virtualmente un ambiente marino “acidificato”. All’inizio si sono serviti di una ricostruzione fatta in laboratorio, poi hanno pensato di sfruttare il sito sotto il Castello, che era ben noto presso l’Università americana giacchè la professoressa KRISTIE CROCKER ha seguito fin dall’inizio le ricerche condotte dall’équipe del Laboratorio del Benthos guidata da MARIA CRISTINA GAMBI e ne ha seguito anche le pubblicazioni sulle più accreditate riviste scientifiche, a cominciare da NATURE.
Altro contatto determinante con Ischia l’ha offerto la professoressa FIORENZA MICHELI, che insegna biologia a Stanford e conosce benissimo il centro di ricerca sulla collina di San Pietro. Proprio lei aveva contribuito a programmare la trasferta ischitana degli studenti statunitensi per la prossima estate. “Ma poi i ragazzi sono venuti in Europa per una conferenza nel sud della Francia e a Barcellona – ha spiegato – e si è collegata a questo viaggio la visita a Ischia. Per fortuna, abbiamo potuto contare sulla massima collaborazione del Laboratorio e di Cristina Gambi e svolgere il programma stabilito in un periodo che non avevamo previsto”.
Solo tre giorni a Ischia, per andare a visitare i siti dove si studia l’acidificazione ed effettuare in loco le fotografie subacquee che serviranno per ricreare a Stanford quegli ambienti con le tecniche della realtà virtuale. A questo scopo, Cody e Alec hanno ideato un apposito software, prima di partire per Ischia. E qui lo hanno applicato per la prima volta martedì mattina, quando, a bordo dell’imbarcazione con cui si sono recati sotto il Castello e alla “Vullatura” davanti alla Mandra, hanno cominciato a scaricare le migliaia di fotogrammi che Fiorenza Micheli e Maria Cristina Gambi gli inviavano da sott’acqua attraverso le sofisticate apparecchiature portate dagli States. Che consentono di fotografare un luogo a 360 gradi, condizione essenziale per poter utilizzare quel materiale per la simulazione virtuale.
Un’esperienza unica per Cody e Alec, che non erano mai stati all’estero: “E’ la prima volta che ci troviamo ad operare in un ambiente marino – il loro racconto – e a fare foto sul campo. Dal vero, fuori dal laboratorio, è molto più bello. E tutto ha funzionato nel migliore dei modi, anche il sole che ci ha garantito la luce buona per le foto”. Essenziale è stata l’immersione nel sito “storico” sotto il Castello, dove è stata raccolta la maggior parte del materiale fotografico. Si è passati poi alla “Vullatura”, mentre per il mare mosso non è stato possibile lavorare negli altri siti sotto osservazione al largo di Ischia, compresa la Grotta del Mago.
Per Cody e Alec l’affascinante escursione ischitana è stata solo l’inizio di un lavoro che richiederà mesi di impegno: “Dovremo selezionare, tagliare, montare le immagini raccolte - Utilizzeremo il nuovo software che abbiamo progettato, che consentirà di trasformare le foto di Ischia in realtà virtuale. In estate inizieranno i test. Coinvolgeremo dapprima studenti di Stanford, poi altri soggetti esterni di età diverse. Rileveremo i loro parametri fisiologici (battito cardiaco e sudorazione) durante le simulazioni con gli appositi visori e poi dovranno compilare un questionario per conoscere le loro opinioni sui cambiamenti climatici e i loro effetti. In seguito dovremo elaborare i dati raccolti. Ci vorranno dieci settimane, la durata di un quadrimestre. Quel materiale servirà poi per una pubblicazione”. Oltre che per le loro tesi, ovviamente, perchè questa ricerca è uno step essenziale nel loro corso di studi, in una università di assoluta eccellenza. I visi sorridenti e simpatici sono quelli di due ragazzi di vent’anni, ma Cody e Alec hanno dimostrato grandissimo rigore e professionalità nel lavoro svolto a Ischia, da ricercatori consumati. Uniche concessioni alla leggerezza nel nostro incontro, l’entusiasmo manifestato per la bellezza dell’isola e il cibo con la promessa: “Torneremo!”. Intanto Ischia, anche grazie a loro, entrerà nella realtà virtuale. E sarà protagonista di un altro progresso della scienza. Dall’altra parte del mondo.