Salviamo il Rospo Smeraldino, primi interventi per garantire l’acqua nelle pozze della Mirtina

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“Ciò che non deve mai mancare per la loro sopravvivenza è l’acqua”, avevano raccomandato sabato scorso gli erpetologi durante la conferenza dedicata al Rospo Smeraldino, il piccolo anfibio ancora presente sulla nostra isola, dove rappresenta un importante indicatore ambientale. Eh già, in questo periodo di primavera dedicato alla riproduzione, i rospi adulti ormai terricoli tornano nell’acqua per riprodursi e deporre le uova. E di acqua hanno bisogno i girini per crescere e arrivare alla metamorfosi, dopo la quale andranno a vivere a terra, seppure in ambienti umidi. Perciò, come già avevamo sperimentato l’anno scorso e quello prima ancora, è indispensabile per la sopravvivenza della specie che le pozze in cui si preparano e crescono le nuove generazioni di rospetti siano sempre provviste di un livello sufficiente di liquido vitale. Soprattutto nella Pineta Mirtina, che è diventata il principale habitat e sito di riproduzione del Rospo Smeraldino sulla nostra isola. E proprio dalla pineta è iniziata oggi la nuova “operazione salva-smeraldino”. A lanciare l’allarme con un post su Fb è stato stamattina Mizar, che l’anno passato collaborò attivamente a mantenere umide le vasche della Mirtina frequentate dai rospi. Una di quelle, nonostante le piogge invernali e quelle degli ultimi giorni, oggi era già quasi prosciugata, con i girini ridotti allo stremo, visto che non rimaneva loro che l’umidità del fondo dello stagno. Peraltro, è una delle vasche che l’anno scorso furono utilizzate dai rospi fino all’estate inoltrata, con varie deposizioni di uova in quel lungo arco di tempo. Dunque, non meno delle altre, è strategica, anche se più soggetta ad asciugarsi, forse perchè non ben impermeabilizzata. Perciò andrà seguita costantemente, per mantenere sempre una quantità d’acqua sufficiente a far vivere i girini e a consentire loro la mutazione decisiva. E di girini ne ho trovati tanti, anche abbastanza cresciuti, quasi alla metà del processo di accrescimento che dura in media un paio di mesi prima della metamorfosi, anche se i tempi dipendono dalle temperature. Per fortuna, la vicinanza della condotta idrica consente di allagare a sufficienza la pozza. E appena il livello del liquido ha ricominciato ad alzarsi, i girini hanno ripreso i loro veloci, quasi frenetici spostamenti, finalizzati alla ricerca di cibo: nel deposito di limo sul fondo, tra la vegetazione che cresce lungo le pareti sommerse della vasca. E sopratutto le larve di insetti, zanzare soprattutto, di cui i girini sono ghiottissimi. Perciò, chi negli anni passati motivava la devastante “pulizia” delle vasche con la necessità di evitare la proliferazione di zanzare, otteneva l’effetto opposto! Ma in quella pozza ci sono anche gli adulti, che preparano un’altra deposizione di uova. Un maschio è venuto a controllare cosa stesse succedendo, mentre l’acqua fluiva nella pozza. E quando la luce del sole ha iniziato a calare, si è esibito con i caratteristici gorgheggi di richiamo. Che all’improvviso sono risuonati sempre più numerosi in pineta. All’approssimarsi dell’imbrunire, gli Smeraldini hanno cominciato ad esibirsi nei loro concerti amorosi. E le pozze, tra i gigli d’acqua che stanno germogliando o sotto la patina verde delle lenticchie d’acqua, si sono improvvisamente animate. Così, mentre girini di vari stadi nuotano veloci, gli adulti saltano e si rincorrono per preparare la nuova deposizione di uova. Uno stupefacente spettacolo offerto da Madre Natura a chi non si limita a passare distrattamente in pineta, magari senza farsi scrupolo di gettare cicche e rifiuti in quella meraviglia da preservare. E da preservare sono i Rospi Smeraldini della Mirtina (e degli altri siti isolani), come prescrivono espressamente la Convenzione di Berna e la Direttiva Habitat dell’Ue. L’Unione europea finanzia anche interventi di preservazione e recupero degli ambienti di vita di questo anfibio a rischio. A Ischia diamoci almeno da fare per evitare qualche “genialata” (come negli anni scorsi) di chi, ignorando, “pulisce” le vasche e per mantenere sempre sufficientemente pieni d’acqua gli stagni.

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