I bambini ne seguono con attenzione le evoluzioni sul pelo dell’acqua, mentre nuotano veloci tra le piante acquatiche e il velo verdastro delle lenticchie d’acqua. I girini, lì dove sono visibili, suscitano comprensibilmente la curiosità dei più piccoli, che durante le loro passeggiate in pineta si soffermano spesso accanto alle vasche, diventate per loro un’altra attrazione, quasi equiparabile ormai alle amatissime papere. La Pineta Mirtina è il luogo ideale per prendere confidenza con la natura e le sue creature, per la varietà delle specie vegetali che ne fanno un prezioso scrigno di biodiversità e anche per la presenza di tante specie animali diverse, sia selvatiche che domestiche. E i rospi, che quasi tutti chiamano “rane”, rappresentano un “quid” in più in quest’unico periodo dell’anno in cui si fanno (intra)vedere e sentire a causa degli obblighi della riproduzione. Che porta gli adulti ad uscire dal sottobosco in cui si celano nelle altre stagioni e che evidenzia anche i girini nelle loro diverse fasi di accrescimento. Ma proprio questa esposizione al pubblico può nascondere delle insidie. Perchè non sempre ad ammirare gli Smeraldini sono dei tranquilli bambinetti accompagnati e guidati dai loro genitori o nonni, ma ci sono anche ragazzi più grandi interessati a distruggere più che a scoprire e osservare.
Gira voce, in pineta, che si siano accorte della presenza dei rospi anche persone poco pacifiche nei loro confronti. E che si “divertano” ad acchiapparli per far loro del male e ucciderli. I “rumors” sono insistenti e non stupiscono, in verità. Perchè in passato si sono avuti anche episodi in cui ad essere prese di mira sono state le papere. E gli atti vandalici che hanno distrutto di recente un buon numero di panchine si sono svolti proprio in prossimità di una delle pozze più frequentate dei rospi, che all’imbrunire vi si riuniscono in buon numero per accoppiarsi e deporre le uova. Insomma, il rischio che gli anfibi color smeraldo possano essere oggetto di attacchi da parte di bipedi con poco cervello è alto, soprattutto in prossimità delle vasche che non si trovano lungo i sentieri più frequentati, dove il viavai continuo è un deterrente contro i malintenzionati.
In effetti, è proprio il naturale CONTROLLO dei visitatori e l’ATTENZIONE crescente intorno ai rospi che può fare da ARGINE ALLE CRUDELTA’ di pochi scervellati. Chi accompagna i bambini, nella maggioranza dei casi fa anche attenzione a spiegare ai piccoli come si debbono comportare con quelle minuscole bestioline. Il primo veicolo di un’educazione senza aggettivi, che poi può evolvere pure in educazione ambientale. “Se li vedessi, non esiterei a riprenderli”, mi ha detto una mamma preoccupata per quanto aveva sentito raccontare da altri genitori.
In assenza di una vigilanza in pineta e dovendo necessariamente fare affidamento, per la protezione dei rospi, sulla conoscenza e la consapevolezza della loro particolarità e del loro ruolo biologico del maggior numero possibile dei frequentatori del parco, torna d’attualità l’ESIGENZA DI ESPORRE delle TAVOLE DIDATTICHE. Agli ingressi della pineta e/o in prossimità delle vasche che hanno assunto negli ultimi anni una funzione essenziale per la conservazione dell’unica specie di anfibi presente a Ischia, che è anche l’unica isola del golfo che ancora li ospita.