Liceo Statale Ischia “Edipo K.”, laboratorio teatrale su testi di Sofocle e Franz Kafka, drammaturgia e regia di Salvatore Ronga
All’incrocio di tre strade, un padre e un figlio, provenienti da opposte direzioni si fronteggiano. Non si conoscono. Il varco è troppo stretto perché entrambi vi possano passare, ne nasce un alterco che sfocia in un delitto: il figlio uccide suo padre. Egli ignora che proprio quel padre aveva decretato la sua stessa morte, quando era ancora in fasce, imponendo così il divieto alla successione. E’ questo divieto l’origine del dramma, perché la trasmissione del potere, del ruolo nella linea di successione patrilineare, non è pacifica, ma conflittuale.
Il peso dell’assassinio commesso genera il “miasma”, che grava sulla città. Edipo è chiamato a indagare, a mettere insieme gli indizi con l’aiuto della sola ragione, per poi scoprire che egli stesso è il colpevole. Per i suoi concittadini è lo straniero che, grazie alla sua intelligenza illuminata, ha vinto il mostro, la sfinge. Ma nel bagliore dell’ultimo disvelamento anche questa condizione che lo eccettua rispetto alla comunità muta di senso: non è straniero, è come tutti gli altri, eppure diverso da tutti, perché egli stesso è il miasma e deve abbandonare la città di cui è la parte impura. Compie un viaggio circolare, Edipo. Non a caso il mito che ne sottende le gesta è legato al culto solare. Al percorso deduttivo che guida la sua indagine si affianca, sottotraccia e con sconcertante specularità, un percorso parallelo di segno opposto, che rivela come il cammino intrapreso sia in realtà un ritorno all’origine, forse perché ogni viaggio degno di essere tramandato è sempre un viaggio di ritorno. L’omicidio compiuto all’incrocio di tre strade impone all’inconsapevole Edipo una regressione forzata. Riguardato sotto questo aspetto, l’incesto con la madre si sfronda di connotati psicanalitici e assume il significato di un innaturale ritorno al grembo materno. Nel tentativo inutile di dare un senso al proprio essere nel mondo, le strade della logica e dell’intuizione profetica, che solo in apparenza sembrano divaricarsi, portano alla medesima verità: l’impossibilità di comprendere il mistero che è la vita stessa, l’incapacità di spiegare la colpa che grava su ciascuno di noi. In questo allestimento le strade si moltiplicano: alla ricerca condotta nell’Edipo Re di Sofocle si allinea l’apologo kafkiano, affidato a uno straniato oracolo moderno che, accompagnato da un coro di voci, anticipa e commenta i progressi dell’indagine. In questo modo, nella storia di un uomo che indaga, ignorando di essere egli stesso l’oggetto dell’indagine, affiorano, come un inquietante fiume carsico, le tracce della parabola di K., il protagonista del “Processo” di Kafka che sa di essere colpevole, ma non conosce, fino alla fine dei suoi giorni, la colpa che gli è imputata.
Venerdì 15 maggio, ore 21.00 – Teatro Polifunzionale Ischia Ingresso libero