Il giorno dopo il blitz sull’isola del commissario straordinario dell’Asl, AGNESE IOVINO, IL BILANCIO SI FA SEMPRE PIU’ PESANTE. D’un colpo, non solo è stata SEPPELLITA LA SIR, con i diciotto anni di storia di un’eccellenza sanitaria in Campania e nel Mezzogiorno, ma L’INTERA SALUTE MENTALE ISOLANA. Al momento, infatti, restano in piedi in mezzo alle macerie solo i “gruppi appartamento” di Sant’Alessandro e Villa Fasolara, strutture affittate dalla cooperativa che da sempre gestisce i servizi psichiatrici non sanitari sull’isola insieme all’Asl, per cui almeno per quelli non vi è pericolo che facciano la stessa fine penosa di Villa Orizzonte. MA IL QUADRO COMPLESSIVO E’ ASSOLUTAMENTE DISASTROSO. PEGGIO DI QUANTO ANCORA FINO ALL’ALTRO IERI SI SAREBBE POTUTO PENSARE A VOLER ESSERE PESSIMISTI A OLTRANZA. Con la chiusura di Villa Stefania, in cui erano sciaguratamente accorpati tutti i servizi, la Salute Mentale a Ischia non ha più a disposizione neppure uno sgabuzzino con un tavolo e una sedia. Questo vuol dire che non c’è più uno spazio fisico di riferimento per nessuno dei pazienti seguiti dal Centro diurno, persone che ogni giorno vi si recavano non solo per il pasto di mezzogiorno e per qualche attività di riabilitazione, ma anche per essere seguiti dai medici e per ricevere le terapie che devono assumere quotidianamente. Già ieri mattina, mentre il commissario Iovino dispensava sorrisi di circostanza e dosava le sue dichiarazioni pubbliche, peraltro abbastanza contraddittorie, gli utenti del Centro diurno affluivano uno dopo l’altro in cerca di quell’assistenza a cui hanno diritto e che, all’improvviso, è diventato proibitivo garantire loro.
Già perché l’Unità Operativa di Salute Mentale a Ischia dispone ormai solo di un’automobile di servizio ed è con quella che i sanitari da ieri stanno andando in giro per l’isola a somministrare le terapie ai pazienti in carico al servizio. Che non possono essere abbandonati a loro stessi, anche per le caratteristiche delle loro patologie. Ma è evidente che questa situazione di ripiego e di assoluta emergenza non può durare, anzi è già durata troppo. Eppure, allo stato nessuno può dire fino a quando si dovrà andare avanti in questo modo, INDEGNO DI UN PAESE CIVILE.
E’ stata a Ischia, la Iovino, per risolvere l’emergenza, ma se n’è andata senza aver assicurato alla Salute Mentale neppure uno sgabello in una delle strutture territoriali di cui pure l’Asl dispone sull’isola. Ma ieri mattina, non si sarebbe potuta, dovuta fare una riunione con il dirigente del Distretto, per reperire almeno uno spazio minimo per affrontare l’emergenza della Salute Mentale? E’ vero che questo settore dipende da anni direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl – tra l’altro privo da mesi di un dirigente – ma si tratta pur sempre di servizi territoriali e, dunque, la straordinarietà del momento impone pure soluzioni temporanee di emergenza. O A PAGARE QUESTO DISASTRO DEVONO ESSERE SOLO E DA SOLI I PAZIENTI, LE LORO FAMIGLIE E LA COMUNITA’?
IL CAOS DELLA SIR
Sul fronte Sir, o meglio ex residenti Sir, non regna minor caos. Persone che fino all’altro ieri, tutte per lunghi se non lunghissimi periodi, hanno vissuto in un ambiente protetto, assistite 24 su 24, seguite e accompagnate in tutti i loro bisogni di vita quotidiani, all’improvviso si sono ritrovate senza casa, in altri contesti e di fatto senza più quel livello di assistenza che era stato loro garantito, perchè ne avevano bisogno. A parte i residenti della Sir spostati a Villa Mercede e a Villa Fasolara, gli altri “appoggiati” in albergo e pare anche dimessi dopo lo sgombero improvviso di Villa Stefania, in carico a chi stanno attualmente?
La Iovino ha dato tempo al dirigente della Salute Mentale CECE fino a lunedì prossimo per verificare se vi siano a Ischia strutture in grado di accogliere gli ex utenti Sir. Altrimenti la soluzione-ricatto è già pronta e arcinota: li trasferiamo tutti in terraferma e chi si è visto si è visto… In questi giorni, come nei mesi precedenti di proposte all’Asl ne era state presentate e documentate diverse. E l’Asl non si era degnata neppure degnata di dare un riscontro circa il ricevimento delle documentazioni, tanto che qualche ottima occasione è sfumata proprio per questo. A parte le amare considerazioni a margine, neppure troppo dietrologiche, non c’è dubbio che a Monteruscello abbiano fatto il minimo, anche meno, per risolvere in modo costruttivo il pasticcio da loro creato con l’improvvido trasferimento a Villa Stefania. Una struttura priva di tutti i requisiti che ora, in piena emergenza, la Iovino con precisione teutonica (che avrebbe fatto meglio ad adottare un anno fa) pretende di trovare immediatamente soddisfatte per ridare un tetto sicuro e l’assistenza di cui hanno bisogno e a cui hanno diritto ai 9 utenti della ex Sir. Ma che logica c’è in tutto questo?