Già invisibili prima del nuovon asfalto – Foto Qui Ischia
Continuano a passare i giorni, ma nulla continua ad accadere di ciò che sarebbe non solo auspicabile, ma URGENTE e NECESSARIO per l’incolumità dei pedoni. Del colore originario non restano che poche e sempre più labili tracce, delle ombre che anche di giorno si fa fatica a individuare anche a pochi centimetri di distanza. Anche per utilizzarle per quella che sarebbe la loro funzione, se fossero in grado di svolgerla, ovvero consentire un attraversamento che sia il più sicuro possibile. Condizione che in via Antonio Sogliuzzo, da piazza degli Eroi a Ischia Ponte è sostanzialmente negata.
Come se non bastasse l’erosione naturale della vernice bianca (che comunque dura di solito tra Natale e Santo Stefano), ad aggravare la situazione ha contribuito anche il rifacimento, ormai alcune settimane fa, di una larga striscia del manto stradale, che ha cancellato completamente ogni segno. Di solito, nei paesi civili, quando si rifa in tutto o in parte il tappeto d’asfalto, subito dopo si provvede a completare l’opera con il rifacimento pure delle strisce pedonali, che sono parte integrante del ripristino di una carreggiata. Ma a Ischia la sequenza giusta è perlopiù ignorata e puntualmente, dopo l’asfalto, ci si “dimentica” chissà perché di ripristinare anche gli attraversamenti pedonali.
L’ultima volta che gli addetti a questo tipo di intervento sono stati avvistati risale a diversi mesi fa, quando una mattina, in pieno orario di punta, si provvide a rifare le strisce pedonali su via Nuova Cartaromana, in corrispondenza della scuola elementare. Appena due attraversamenti ripristinati e la squadra scomparve. Come se non vi fosse bisogno di replicare lo stesso lavoro a monte e a valle, dove le strisce sono ormai completamente un ricordo. E da allora non si sono più visti nè gli operati nè le strisce.
In via Antonio Sogliuzzo, perdipiù, la mancanza (perché di questo si tratta) delle strisce si accompagna per un largo tratto anche alla mancanza di illuminazione pubblica. Dopo il dramma recente si è proceduto alla solita mortificante (e offensiva dell’intelligenza dei cittadini) “pezza a colore”, adattando a un solo lampione una lampada superluminosa, che ha tamponato per pochi metri il buio che tuttavia rimane nel tratto successivo. Dove non ci sono più proprio i lampioni e dunque camminare anche sul marciapiede diventa un rischio.
Ma cos’altro ci vuole e quanti anni per ottenere un intervento minimo indispensabile come il ripristino delle strisce su una strada centralissima, frequentatissima e pure pericolosa come via Antonio Sogliuzzo?