Domenica, sul Castello Aragonese, il restauro dei sarcofagi egizi “live” per gli isolani

IMG_1470Un viaggio nel tempo inconsueto, eccezionale, di grandissimo fascino. E’ quello che offre da qualche mese la chiesa dell’Immacolata sul Castello Aragonese. Un luogo che spesso, nel corso degli anni, ha proposto incontri tra stili e epoche diverse, mediazioni tra l’antichità dello spazio espositivo e la novità delle opere ospitate. Ma mai, prima d’ora, l’accostamento era stato tanto ardito come quello attuale tra i sarcofagi egizi di 3000 anni fa e le strumentazioni di ultima generazione al servizio della complessa operazione di restauro che da ottobre si sta svolgendo sull’Insula Minor. Un’impresa di livello internazionale che ha attirato sulla rocca un’attenzione completamente nuova, non solo per il suo essere una meravigliosa sintesi tra un capolavoro della natura e un luogo strategico per la storia del golfo di Napoli e dell’Italia meridionale, ma anche per la sua attuale realtà di centro di riferimento per il recupero e la tutela di beni culturali. Ciò che si realizza grazie alla presenza sul Castello dell’Istituto Europeo del Restauro, che da qualche anno vi ha stabilito la sua sede. Una felice collaborazione, che ai tanti restauri di opere d’arte di diverse epoche e provenienze accompagna da qualche tempo anche una continua e puntuale azione di cura del patrimonio storico-artistico custodito sull’isolotto. Attività che procede anche in questi giorni, a pochi metri dal modernissimo laboratorio nella chiesa, dove i sarcofagi sono sotto la lente d’ingrandimento degli esperti chiamati al loro capezzale.

egiziIn un anno  che ha riportato gli Egizi al centro dell’attenzione grazie al nuovo allestimento del Museo di Torino, l’operazione di restauro sul Castello sta avendo grande spazio e visibilità in Italia e all’estero. Tanti gli elementi che rendono speciale questa storia, anche a livello mediatico. C’è  la scelta di una prestigiosa istituzione culturale come il Museo Reale del Belgio di affidare il restauro di due dei sarcofagi della sua collezione fuori del Paese, ad un’équipe italiana. C’è l’aspetto curioso che quest’ultima ha il suo quartier generale in un’isola dai grandi richiami turistici, con il valore aggiunto che la sede propria è in un isolotto-castello tra le bellezze più famose del Mediterraneo. E c’è, non ultima, la modalità assolutamente innovativa di un restauro che si svolge completamente dal vivo. Addirittura in DIRETTA STREAMING, tanto che tutte le sue fasi in corso a Ischia possono essere costantemente seguite dai custodi responsabili dei sarcofagi a Bruxelles, che possono interloquire, intervenire, consigliare e supportare il gruppo di lavoro ischitano in tempo reale, in ogni momento della giornata.

Il restauro a vista è stato uno dei caratteri distintivi dell’Istituto Europeo del Restauro fin da quando ha cominciato a operare a Ischia. Ed era stato, ancora prima, una felice intuizione del fondatore dell’Istituto, TEODORO AURICCHIO, che l’aveva sperimentata con successo già negli anni Novanta. E a Ischia questo metodo di lavoro innovativo aveva avuto la sua consacrazione con il restauro del “CRISTO NERO” nella Cattedrale, dove era stato allestito un laboratorio superaccessoriato con apparecchiature all’avanguardia schermato solo da una vetrata, per consentire ai visitatori e ai frequentatori della chiesa di osservare tutti i passaggi della complessa operazione.

E così è stato in questi anni, nei mesi (dall’autunno alla primavera) in cui la chiesa dell’Immacolata si trasforma in laboratorio dell’Istituto. I tanti visitatori italiani e stranieri del Castello hanno potuto seguire di  volta in volta  i restauri di statue sacre, di opere lignee arrivate da ogni parte d’Italia, ma anche dall’isola. Come è accaduto anche per il Crocifisso del Cretaio. E come è possibile anche in questi giorni per un dipinto proveniente dalla congrega di Panza, di cui si stanno occupando con pazienza e passione i giovani specializzandi. Restauratori di ogni parte d’Italia, che approdano a Ischia proprio per frequentare i corsi organizzati dall’Istituto.

sarcolab2sarcolab3Ma anche se il lavoro procede anche su altri fronti, i “pazienti” più prestigiosi e anche difficili sono i due sarcofagi della XXI Dinastia, provenienti dal cosiddetto SECONDO NASCONDIGLIO DI DEIR EL-BAHARI, nell’acropoli di Tebe. A vederli, completamente ricoperti di figure e geroglifici di vari colori, lucidi e vividi, non sembrano aver bisogno di particolari cure. E neppure la maschera funeraria, altrettanto finemente decorata, che è stata alzata al centro della capsula di vetro climatizzata “Europa”, ai cui lati sono ordinatamente collocati i due sarcofagi. Collegati a monitor e apparecchiature essenziali per rilevare tutti i dati che rappresentano l’obiettivo di questa prima fase dell’intervento. A Ischia, infatti, si svolgerà fino a settembre tutta la delicata e approfondita attività diagnostica sui reperti. Tac, radiografie, risonanze magnetiche, i due specialissimi contenitori di legno (che hanno custodito le mummie dei sacerdoti di Amon sepolti a Deir El-Bahari) sono stati esplorati al millimetro e non si è ancora finito. E intanto è stata anche effettuata una parte delle analisi chimico-fisiche in programma. Tante altre se ne dovranno fare, compresa una nuova analisi del Carbonio 14. Una lunga preparazione per avere a disposizione tutti i parametri, i riferimenti, i dati necessari per decidere come procedere al restauro vero e proprio, che sarà effettuato da settembre a marzo a Bruxelles. Dove nel Museo Reale sarà costruito un laboratorio ancora più grande, in cui l’équipe dell’Istituto lavorerà sempre dal vivo, in pubblico.

sarcolabDi pubblico davanti alla capsula dei sarcofagi ne è passato già tanto, da ottobre a oggi. In alcuni momenti si sono create condizioni eccezionali, grazie alle tecnologie in uso. Mentre si riprendeva ogni dettaglio del legno, le immagini venivano inoltrate agli egittologi di Bruxelles, condivise con altri gruppi di lavoro europei impegnati nel restauro di altri sarcofagi della stessa provenienza (nel 1881 ne furono estratti e depredati 153, poi dispersi in musei e collezioni in ogni angolo d’Europa) e osservate anche dai visitatori presenti allora nella chiesa dell’Immacolata.

E poi ci sono state e ci sono le visite delle scolaresche isolane, che accedono gratuitamente al Castello e che ora possono usufruire anche di lezioni sulla storia degli antichi Egizi dal vivo, davanti ai sarcofagi, di cui vengono loro spiegate le origini, le caratteristiche, la funzione. Un’occasione speciale, irripetibile, che i ragazzini, già preparati dagli insegnanti, vivono con grande entusiasmo, ponendo domande, sollecitando curiosità, ai restauratori, a cominciare da ANNALISA PILATO, che si prestano a fare le guide, con tanto di filmati appositamente preparati sulla storia dell’antico Egitto e delle sue testimonianze giunte fino a noi.

Opportunità che saranno offerte a tutti gli isolani che domenica prossima risponderanno all’invito della FAMIGLIA MATTERA a visitare il Castello. Per l’occasione, l’équipe dell’Istituto Europeo del Restauro sarà presente tutta la giornata per illustrare l’intervento sui sarcofagi, ma anche sulla tela di Panza e gli altri reperti da recuperare. Un altro buon motivo, unico quest’anno, per salire sulla rocca, protagonista della storia di Ischia per cinque secoli.

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