Anche oggi ci tocca registrare e sopportare una dose massiccia di stupore, dispensato nei resoconti, nei commenti, nel passaparola sull’ennesimo fattaccio che si sta consumando sulla collina di San Pietro, un bubbone marcescente che da anni tolleriamo in silenzio a pochi metri in linea d’aria dal porto, dal centro di Ischia, dal Municipio. Davanti alla colonna di fumo, che si è alzata pare proprio dal luogo del cantiere, si sono alzati anche i soliti “ohhh” di sorpresa e di indignazione, destinati a durare forse ancora meno del fumo. Come se fosse una novità, poi…Nel cantiere abbandonato non c’è un mezzo meccanico che si sia salvato dal fuoco del grave incendio, si disse doloso, ormai vecchio anch’esso di qualche anno. E nel luglio dell’anno scorso, un tranquillo pomeriggio d’estate era stato turbato all’improvviso dal fumo nero e dall’inconfondibile odore di plastica bruciata che, sprigionatosi sulla collina, aveva velocemente invaso tutta la zona centrale e litoranea di Ischia Porto. Altra ondata di stupore e di “ohhh” guardando in alto. Poi, scomparso il fumo, tutto è tornato nella “NORMALITA’” SCANDALOSA DELL’OPERA INCOMPIUTA. Di cui ci siamo ricordati oggi, per quel fumo che ha ancora attirato gli sguardi su una ferita aperta e purulenta del territorio. Che non si riesce a curare.
Fumo, incendi, roghi, di attrezzature, di “monnezza” o di chissà cos’altro. Accampamenti di disgraziati negli anni passati. Bivacchi notturni e magari anche diurni che lasciano tracce qua e là. Devastazioni di tutti i servizi funzionali al cantiere, dai container ai bagni, per non parlare delle condizioni degli impianti. Nell’area della vergogna non si è salvato nulla, centinaia di migliaia di euro andati in fumo (metafora e realtà allo stesso tempo) in questi anni, scandalo nello scandalo. Unica eccezione, le strutture in cemento realizzate fino alla chiusura del cantiere, ma i ferri che cominciano ad arrugginirsi annunciano che il degrado sta svolgendo regolarmente la sua funzione distruttiva anche sulle opere murarie del futuro (futuribile?) depuratore. Milioni di soldi pubblici che marciscono e si aggiungono a quelli andati in fumo. Ma tant’è!
Di cosa ci stupiamo ancora a proposito della collina sul porto, tanto bella e ricca di testimonianze storiche quanto negli ultimi anni oltraggiata e scempiata?
Lo stupore di passaggio per una vergogna permanente è solo UN ALTRO OLTRAGGIO. Nè più e nè meno del silenzio e della rassegnata indifferenza con cui in questi anni è stata tollerata la situazione intollerabile sulla collina di San Pietro. E con cui, nei prossimi giorni, siamo pronti ad accogliere i candidati che verranno a raccontarci di nuovo la STORIELLA che “stanno per riprendere i lavori al depuratore di San Pietro”. Quante volte ce l’hanno già propinata in questi anni? Non era stata presentata come una delle priorità per l’isola nell’elenco delle promesse illustrato agli elettori isolani dall’allora aspirante governatore Caldoro, giusto cinque anni fa? Sarà già in cima alla lista delle “cose assolutamente da fare” che l’aspirante al secondo mandato si appresta a (ri)promettere nel suo prossimo giro elettorale sull’isola. E se se lo promette lui, che ha già SPRECATO 5 ANNI per onorare il suo impegno originario, figuriamoci gli altri candidati che ci possono “azzuppare” tranquillamente!