L’omaggio a don Pietro Monti nel centenario della nascita, una grande opera da tener viva

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Don Pietro Monti

Ieri, nel giorno del suo onomastico, don Pietro Monti avrebbe festeggiato cento anni. Un anniversario che stavolta l’isola, Lacco Ameno in particolare, non ha dimenticato. Né trascurato. E non era affatto scontato, visti certi precedenti, anche se il rettore della chiesa di Santa Restituta oltre che un grande uomo di cultura e uno degli padri dell’archeologia ischitana, è stato tanto a lungo pastore attento delle vicende della sua comunità e, come tale, ha lasciato un ricordo vivo e sentimenti profondi di affetto e di riconoscenza tra le tante generazioni di cui è stato punto di riferimento spirituale. E questo si è sentito e si è visto nella grande, amorevole partecipazione agli appuntamenti che hanno caratterizzato, tra sabato e domenica, l’ omaggio a l sacerdote, allo storico e all’archeologo. Due giorni vissuti con intensità a Lacco Ameno, che hanno ben delineato la figura di don Pietro a tutto tondo e reso piena giustizia  al valore della sua opera, soprattutto sul fronte storico-archeologico che a Ischia era comunque abbastanza sottovalutato, almeno rispetto alla considerazione di cui godeva al di fuori dei confini non solo dell’isola, ma d’Italia. E la presenza per l’occasione di una personalità della levatura del professor Wolf Dieter Heylmeier, oltre agli altri studiosi di primo piano che hanno partecipato all’iniziativa, ne è stata la testimonianza più evidente.

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Foto Qui Ischia

Ha lavorato intensamente, il Comitato organizzatore, presieduto dal Vescovo PIETRO LAGNESE e dal parroco di Lacco, don GIOACCHINO CASTALDI, nel quale è stata particolarmente attiva TUTA IRACE, che ci ha sempre tenuto molto a ricordare don Pietro, a cui sette anni fa aveva dedicato uno struggente saluto di commiato da Sindaco del Comune del Fungo. Dove don Pietro era nato il 29 giugno 1916 ed era sempre vissuto, a  parte gli anni trascorsi a studiare a Salerno, e dove aveva compiuto interamente la sua missione sacerdotale, dopo l’ordinazione nella Cattedrale d’Ischia il 5 luglio 1942 dal Vescovo DE LAURENTIIS, che cinque anni più tardi, il 17 settembre 1947, lo nominò rettore della chiesa-santuario di Santa Restituta, di cui fu custode devoto del culto per tutta la vita. Un incarico decisivo, non solo per il sacerdote, ma anche, imprevedibilmente, per la sua nascita come studioso e archeologo, destinata a segnare profondamente la riscoperta e la conoscenza della storia ischitana. E per questo l’omaggio si è articolato in due giornate: quella di sabato, interamente dedicata al don Pietro ricercatore e cultore del passato dell’isola, e quella di domenica, riservata all’opera del sacerdote e culminata nella commemorazione religiosa celebrata dal Vescovo nella basilica di Santa Restituta, per oltre sessant’anni la chiesa-casa di don Pietro, fin nelle sue fondamenta più profonde.

Il convegno sullo studioso, coordinato dal professor NINO MONTI tra ricordi personali e ricostruzioni storiche, è riuscito a mettere in risalto la grande opera compiuta da don Pietro fin dai primi anni ’50, quando si trovò ad aprire il vaso di Pandora che si celava sottoterra, proprio tra quelle fondamenta e al di sotto della piazza principale di Lacco. Fu del tutto casuale che il giovane prete, che mai aveva pensato di occuparsi di certe cose, si trovasse a compiere una importante scoperta archeologica nella sostituzione di un pavimento. E dopo quella prima sorpresa, tante altre seguirono, fino agli ultimi anni della sua vita, quando ancora si entusiasmava e si appassionava man mano che riusciva a svelare nuovi “segreti” della storia antica del suo paese, che ad un certo punto venne a coincidere con gli albori del cristianesimo sull’isola.

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I libri – Foto Qui Ischia

Del don Pietro cultore, ricercatore, attento e impegnato comunicatore della storia dell’isola hanno parlato, portando testimonianze e ricordi diretti, il professor CARMELO FORMICA, che lo conobbe da giovane insegnante di storia dell’arte e ne apprezzò da subito lo spirito di ricerca, la voglia di approfondire, la disponibilità al confronto, e il professor GERARDO SANGERMANO, che curò la prefazione del suo libro “ISCHIA ALTOMEDIEVALE”, che si è soffermato sul valore delle opere storiche di don Pietro, “ISCHIA PREISTORICA GRECA ROMANA PALEOCRISTIANA” e il ponderoso e più significativo “ISCHIA, ARCHEOLOGIA E STORIA”.

La figura dell’archeologo autodidatta, artefice delle scoperte nel sottosuolo di “casa” (la chiesa e la piazza) e nel resto dell’isola (dove ha svolto una preziosissima opera di documentazione, raccolta di reperti e di dati); del grande esperto sempre da autodidatta di ceramica antica; dell’esploratore che girava per l’isola con personalità come Buchner e Rittmann, per comprendere meglio la correlazione fra il territorio e le sue complesse vicende geologiche e gli insediamenti umani; dello studioso, aperto e interessato a condividere le sue ipotesi e conoscenze con esperti e giovani ricercatori, a cui assicurava tutto il suo sostegno anche umano, è stata delineata dalla professoressa GLORIA OLCESE dell”Università La Sapienza, dal professor WOLF DIETER HEYLMEIER, della Freie Universitaet di Berlino e dall’archeologa LUCIA SCATOZZA. Che hanno tutti collaborato con don Pietro su grandi progetti di ricerca internazionali, di cui hanno comunicato nell’occasione i recenti, interessanti sviluppi.

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Il volume per il centenario – Foto Qui Ischia

Ma l’omaggio a don Pietro prosegue oltre lo scorso fine settimana. C’è una mostra importante sulla vita e l’opera del sacerdote-archeologo allestita presso la chiesa di Santa Restituta, con testimonianze inedite e preziose. Si è poi provveduto alla ristampa di “Ischia, archeologia e storia”, pubblicato nel 1980 e ormai quasi introvabile. E per il centenario è stato anche edito un volumetto “Saliamo sulla barca di Pietro”, con fotografie  e contributi scritti da vari amici, collaboratori, estimatori.

E domenica è stato scoperto un busto di don Pietro Monti, collocato nelle sale del Museo di Santa Restituta, aperte nella circostanza e subito richiuse. Ma il modo migliore per ricordare don Pietro e manifestargli la riconoscenza che merita sarà riaprire al pubblico il prima possibile proprio il Museo e gli Scavi a cui dedicò tanta parte della sua vita. Per dare un senso compiuto e doverosa continuità all’omaggio dei giorni scorsi

 

 

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