In attesa sotto il sole cocente, accoglienza da Terzo Mondo sui porti di Napoli e di Ischia

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Le pensiline al Beverello – Foto Qui Ischia

“Ma a chi bisogna rivolgersi per chiedere di mettere delle tende più grandi?”. La domanda è rivolta a una delle hostess che regolano il flusso dei passeggeri che devono imbarcarsi sull’aliscafo diretto a Ischia. A porla è un turista che come tanti altri è da diverse decine di minuti in paziente attesa sotto un sole implacabile sul Molo Beverello, a Napoli. L’uomo con un sorriso che non attenua il tono polemico rilancia: “Possiamo offrirci di comprarle noi, con chi dobbiamo parlare?”. La ragazza risponde: “Deve contattare il Porto di Napoli”. Il turista, che fa parte di un gruppo di iscritti al Touring Club, si mostra stupito per la risposta e commenta sarcastico: “Cos’è sono poveri, non hanno soldi per una pensilina o qualcosa che ripari i viaggiatori? Dobbiamo raccogliere noi dei soldi?”. E continua a discuterne e a fare battute con gli altri del gruppo. Magari la questione finirà nei commenti al viaggio e non sarà di sicuro una nota di merito. Una “figurella” assicurata, insomma. Tanto più per il legame con il Touring, che in campo turistico ha un peso non trascurabile e può orientare i suoi iscritti verso delle località piuttosto che altre.

Quel rilievo, che non a caso arriva da un viaggiatore esperto, è condiviso dalle centinaia di utenti del porto partenopeo che sono sono costretti ad aspettare anche a lungo sotto il sole cocente in questo periodo o la pioggia battente in altre stagioni dell’anno. E le “magre” pensiline in corrispondenza degli ormeggi utilizzati, non risolvono un granchè, nei giorni di pienone come è la norma soprattutto nei week end estivi. Ma, d’altra parte, non è certo quello l’unico limite né l’unica inadeguatezza dello scalo napoletano, che è stato spesso oggetto di proteste e lamentele di turisti e isolani in questi anni. Senza che sia cambiato granché nel corso del tempo.

Ma se hanno – giustamente –  da ridire sulla qualità dell’accoglienza del porto all’ombra del Maschio Angioino, come possono reagire quegli stessi viaggiatori nel prendere contatto con la realtà dello scalo di arrivo, che è poi il più famoso e frequentato dell’Isola Verde? Le condizioni del Beverello rispetto a quelle offerte dal secondo pontile nel porto di Ischia sono di altissimo livello, saltano improvvisamente al top della classifica. Mentre, di contro, quelle offerte a Ischia sono da Terzo Mondo, indegne della prima località turistica della Campania.

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Il misero pontile del Tondo – Foto Qui Ischia

E’ arrivata un’altra estate e non si è riusciti neppure a dare un’”impupazzata” al pontile ischitano. Nonostante si tratti di un’esigenza evidentissima, indiscutibile e non ulteriormente differibile, è rimasta ancora disattesa. Il pontile è un aggregato di ferraglia (pure vecchia) piazzato tra la banchina e il Tondo di Marc’Aurelio sempre più smozzicato e a rischio. A parte i sedili, sempre di ferro, non c’è una copertura a protezione dal sole e dalle intemperie, per cui i passeggeri arrostiscono d’estate e d’inverno sono esposti a vento, pioggia e freddo. E non c’è neppure un cestino per i rifiuti, che pure sarebbe indispensabile in quell’area di attesa senza alcun comfort. D’altra parte, il pontile è ancora così come era stato per oltre un decennio, quando era rimasto inutilizzato e abbandonato, non di rado sfruttato come luogo di bivacco o perfino come rifugio temporaneo per qualche persona in difficoltà. E il suo utilizzo, come alternativa temporanea all’altro pontile inagibile e a rischio crollo, non ha comportato alcun adeguamento, ritocco, incremento della dotazione di arredi e servizi. Neppure qualche ombrellone per evitare la canicola estiva.

Questo stato, all’inizio, poteva essere ed è stato tollerato perché, stando alle promesse da marinaio dei rappresentanti della Regione, sarebbe dovuto durare al massimo un anno, giusto il tempo di demolire e ricostruire il primo pontile. Ma poi, con il protrarsi “sine die” dell’utilizzo, le carenze e le inadeguatezze originarie sono diventate un problema. E non bastano certo le tre bandiere piazzate sul limite della struttura a far dimenticare tutto quello che -molto più importante e necessario – manca da sempre.

Per Ischia, insieme al degrado dell’altro pontile, si tratta di un pessimo biglietto da visita. Un primo impatto con l’isola indecoroso e imbarazzante. Sempre più, con il passare del tempo, degli anni. Altro che tende mancanti al Beverello! Ma fin quando Ischia potrà permettersi una situazione simile? Per quanto tempo ancora la porta d’ingresso potrà essere lasciata in quello stato? Quante altre figuracce dovremo fare con i nostri ospiti? Una delle priorità da affrontare subito con il nuovo governo regionale. Quando ci sarà.

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