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Mare Mare sporco, ci vorrebbe uno spazzamare…ma che fine ha fatto quello dell’Area Marina?
Mare sporco, ci vorrebbe uno spazzamare…ma che fine ha fatto quello dell’Area Marina?
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9 anni ago |
Foto Qui ischia
Lo si può considerare a tutti gli effetti il classico refrain d’inizio stagione. Non c’è stata annata balneare, almeno da dieci anni a questa parte, che non sia partita con lamentele, denunce, fotografie e, in tempi più recenti, post e cinguettii vari aventi per oggetto le pessime condizioni del mare. Ridotto a un enorme immondezzaio liquido da rifiuti soprattutto di plastica ma non solo e con schiume di probabile origine chimica, gli uni e le altre ugualmente schifosi e respingenti. E ogni anno ci si interroga, ci si confronta a volte perfino ci si scontra sull’origine di queste “presenze”, che dovrebbero essere anomale, ma che invece sono diventate tristemente normali. E, puntuale, il copione consolidato prevede anche che tra le richieste e le proposte per far fronte alle onde di “fetenzia” arrivi quella canonica: CI VUOLE LO SPAZZAMARE!
La sollecitazione/invocazione ha il suo fondamento. Almeno per quanto riguarda i rifiuti di plastica (e non solo) gli spazzamare sono abbastanza efficaci e si sono dimostrati tali negli anni in cui sull’isola si è beneficiato del loro apporto. Diversi anni, agli inizi del Duemila, quando la Provincia garantiva, e ovviamente finanziava, la presenza per tutto il periodo estivo di un paio di spazzamare che operavano lungo le coste isolane, in particolare quelle meridionali più colpite da certi fenomeni per il gioco delle correnti, a cominciare dal litorale dei Maronti. Che anche oggi è stato protagonista di immagini davvero brutte e imbarazzanti, che hanno fatto il giro del web.
Ma si trattava di un servizio provvisorio, su cui gravavano sempre molte incognite e la crescente difficoltà a reperire i fondi necessari a realizzarlo. A promettere un po’ di stabilità arrivò una novità insperata nell’estate del 2008. E arrivò da Roma, direttamente dal MINISTERO DELL’AMBIENTE, SERVIZIO AREE MARINE PROTETTE. Dove, dopo uno degli incontri periodici con i rappresentanti dei Comuni isolani che trattavano l’istituzione dell’Amp delle Isole Flegree (ormai quasi in dirittura d’arrivo) e che avevano sollevato il problema, ebbero l’idea di destinare all’isola proprio uno spazzamare. Non più in prestito, a termine, per il periodo estivo, quest’anno sì e il prossimo chissà…No, stavolta si trattava di un mezzo fisso, assegnato in via definitiva. A Roma si ricordarono che a Baia c’era uno spazzamare nuovo, che non era stato mai utilizzato e nè lì lo sarebbe stato. Invece serviva a Ischia e lì doveva essere trasferito. Così fu PRESENTATO COME IL PRIMO NUCLEO DELLA DOTAZIONE DI MEZZI DELL’ISTITUENDA AREA MARINA PROTETTA.
La promessa fu mantenuta poche settimane dopo. l’imbarcazione assegnata era già dall’altra parte del golfo, bastava poco per portarla a destinazione. E l’operazione avvenne il 2 agosto 2008, quando una delegazione di amministratori isolani a cui partecipava anche il presidente di Assomare AMBROSIO, andò a prendere lo spazzamare a Baia. L’imbarcazione lunga 1o metri con due motori nuovi, fu portata nel PORTO DI SANT’ANGELO, accolta con tanto di festicciola di benvenuto con brindisi finale. E fu subito operativa, grazie al finanziamento da 15 mila euro ciascuno che la Provincia attribuì per quell’anno ai Comuni di Barano, Forio e Serrara Fontana, nelle cui acque il mezzo svolse la sua funzione per l’estate. Era ovvio che quando fosse entrata in vigore l’Area Marina Protetta, essa avrebbe dovuto prendere in carico lo spazzamare e il servizio corrispondente.
Già, l’Area Marina Protetta. Logica e realismo individuano in quell’ente (da noi piuttosto un’entità misteriosa) il naturale responsabile e gestore di quel servizio. Come avviene in altre realtà d’Italia, dove le Aree Marine Protette funzionano. La nostra fa, anche in questo caso, eccezione. In negativo. Ma poi, CHE FINE HA FATO LO SPAZZAMARE IN DOTAZIONE AL REGNO DI NETTUNO? DOV’E’ FINITO IN QUESTI ANNI DI MANCATO UTILIZZO, NONOSTANTE LA “MONNEZZA” A MARE? E PERCHE’ NON PUO’ ESSERE RIATTIVATO, VISTO CHE CE N’E’ BISOGNO?