Non si erano mai visti, in passato. Sono comparsi quest’anno per la prima volta, sulle spiagge libere (non tutte peraltro) che solitamente erano trattate come terra di nessuno. Due CARTELLI DEL DEMANIO MARITTIMO per avvisare, in ben tre lingue, che non vi sono garanzie per la balneazione, non essendovi controlli e addetti, com’è lapalissiano, e per elencare i vari divieti a cui debbono attenersi i bagnanti. Finalmente, un segnale di minima, elementare organizzazione, quanto meno nella capacità di stampare dei cartelli, che in precedenza sembrava essere un’operazione impossibile, a Ischia. Però, di fianco a quegli avvisi, mi sarebbe piaciuto vederne anche qualcun altro, di cartello. Che informasse, avvertisse, comunicasse ai frequentatori isolani (nella stragrande maggioranza), ma anche ai tanti forestieri, che il mare che lambisce l’arenile ad accesso libero come i confinanti in concessione è parte integrante di un’Area Marina Protetta. E che, a questa informazione essenziale, si accompagnassero altre raccomandazioni e suggerimenti su come godere in modo responsabile e rispettoso della risorsa mare.
L’assenza di segnalazioni e informazioni circa l’esistenza del Regno di Nettuno è una delle dimostrazioni più evidenti e plateali dello stato comatoso in cui in tutti questi anni è rimasta bloccata l’Amp delle Isole Flegree. Eppure, distribuire qualche cartello in punti “strategici” sul territorio, a cominciare proprio dalle spiagge e dai luoghi turistici prossimi al mare, avrebbe dovuto rappresentare una priorità. Non foss’altro perchè sarebbe stato l’intervento più semplice da realizzare, quello sul quale si sarebbero potuti e dovuti trovare d’accordo tutti i generali che negli ultimi tempi hanno inutilmente comandato annullandosi (dal punto di vista operativo, ovviamente) a vicenda e anche un lavoretto certamente finanziabile con i circa 300mila euro (almeno) di fondi accumulati e non utilizzati per ritardi e incapacità varie. Invece, neppure quello è stato possibile condurre in porto, ammesso e non concesso che ci si sia mai preoccupati neppure di pensarci.
Ma se non si è riusciti a farlo nei sette anni precedenti, come pretenderlo proprio adesso che l’Amp è alla deriva e che per muovere una foglia è necessario fare riferimento alla Capitaneria di Napoli? Certo, ora che il capolavoro distruttivo dei sette Comuni isolani è perfettamente riuscito, ciò che fino a qualche mese fa era operazione relativamente semplice, adesso diventa una missione quasi impossibile per le implicazioni burocratiche ancora più complesse, lunghe e pure lontane. Il problema c’è. Ma con un po’ di quella buona volontà ed efficienza, che sono mancate nella gestione precedente del Regno di Nettuno, il Demanio marittimo, proprio ora che la patata bollente dell’Amp è finita alla Capitaneria, avrebbe potuto partorire un cartello, semplice ed essenziale come gli altri appena affissi, per segnalare l’esistenza dell’Area Marina almeno sulle spiagge libere. E’ pretendere troppo?