Un anno dopo la fiaccolata per Villa Orizzonte, stiamo perdendo la Sir e tutta la Salute mentale

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Foto Qui Ischia

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Un anno fa, a quest’ora, eravamo in tanti, a Barano. Dapprima in piazza, al tramonto, poi al calar della sera a piedi, in una fila che si faceva più grossa ad ogni passo, su per la strada verso Villa Orizzonte. Dove, man mano che la folla avanzava, si accendevano luci, si aprivano finestre, si avvertiva il calore e la partecipazione degli abitanti e anche degli automobilisti, fermi su un lato della carreggiata, per una volta non indisposti, ma anzi solidali verso chi rallentava il loro procedere. Tutti coinvolti, consapevoli, uniti in nome di uno stesso obiettivo: preservare la vita degli uomini e delle donne così come per diciassette anni si era progressivamente organizzata, consolidata, armonizzata, aperta alla comunità esterna – ma tutt’altro che estranea – a quel loro microcosmo familiare affacciato sull’orizzonte.

Tutti sentivamo e sapevamo che quel “mondo” era in pericolo. Ma al tempo stesso sembrava impossibile che chi doveva decidere, a Monteruscello, si macchiasse di una scelta così umanamente pesante, così ingiusta, così distruttiva. Tanto più davanti a quella straordinaria partecipazione e mobilitazione di popolo. C’erano il Vescovo, tre Sindaci, diversi amministratori isolani, e poi gruppi, associazioni, parrocchie, famiglie, tanti ischitani di ogni parte dell’isola che quella sera, fuori al cancello chiuso di Villa Orizzonte, erano lì per abbracciare e proteggere le dieci persone che dormivano dentro. E si godevano gli ultimi giorni di tranquillità e di normalità, priva che un tifone implacabile ne facesse scempio.

C’erano timore e preoccupazione fuori Villa Orizzonte, quella sera. Ma anche, ancora, la speranza che ci fosse margine per avviare un confronto, per discutere con chi aveva il potere di decidere dall’altra parte del mare. Già in piazza, era stata ribadita la possibilità di contemperare le esigenze e i diritti degli abitanti della Sir con l’asserita volontà dell’Asl Na2 Nord di ridurre i costi, senza cambiare sede. C’era una nuova, vantaggiosa proposta sulla ricontrattazione dell’affitto della CASA DI VILLA ORIZZONTE, che meritava di essere almeno esaminata e valutata dai vertici dell’Asl, lontani come se stessero su un altro pianeta. C’era la possibilità reale di salvare quelle vite e la Sir, non solo per loro, ma anche come servizio acquisito a vantaggio per la comunità per gli anni a venire. Così, tutti gli interventi, i discorsi, le parole spesi in quei momenti, tutti insieme davanti a Villa Orizzonte, erano pieni di fiducia e di speranza. Perchè la logica, la giustizia, la buona sanità, l’umanità non potevano essere tradite da scelte meramente contabili e discutibili anche sotto quel profilo.

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UN ANNO DOPO, TUTTI SAPPIAMO COM’E’ ANDATA. PURTROPPO. MOLTO PEGGIO DI QUANTO IN QUELLA SERATA BARANESE POTESSERO ARRIVARE A IPOTIZZARE ANCHE I PIU’ PESSIMISTI E MALFIDATI. SONO STATE SCONVOLTE LE VITE DEI RESIDENTI DI VILLA ORIZZONTE, PRIVATI DELLA LORO CASA, DELLA LORO SERENITA’, DEL LORO STILE DI VITA, DELLA FAMIGLIA CHE AVEVANO CREATO IN TANTI ANNI DI VITA IN COMUNE. E’ STATA MINATA ALLE FONDAMENTA L’ESPERIENZA DELLA SIR ISOLANA, FINO A METTERE IN PERICOLO L’ESISTENZA STESSA DI QUEL SERVIZIO. E SI E’ ARRIVATI AL PUNTO DI MANDARE ALL’ARIA L’INTERO SISTEMA DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA SULL’ISOLA, RIDOTTO AI MINIMI TERMINI, NONOSTANTE I TANTI PAZIENTI CHE SEGUE.

E tutto questo disastro firmato, in sequenza, prima da GIUSEPPE FERRARO e poi dal suo successore AGNESE IOVINO, che sta facendo di tutto per essere ricordata per il definitivo affossamento della Salute Mentale a Ischia.

Un anno dopo, il baratro che speravamo di evitare non solo si è materializzato, ma ha già inghiottito conquiste essenziali per gli isolani e rischia di fagocitarle tutte. Come di dare il colpo di grazia alla FAMIGLIA DI VILLA ORIZZONTE, che oggi si è per pochi giorni ricostituita a Panza grazie alla “vacanza” organizzata dagli operatori di Accaparlante, che di essa sono custodi e parte integrante. E ORA MANCA UN’INEZIA PER L’ULTIMA IRREPARABILE FRANA. CHE DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE BLOCCARE, TUTTI INSIEME, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

 

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