dal COMITATO SPONTANEO ISCHIA
Saranno rimosse : le orrende grate elettrosaldate alte e rettangolari poste a recinzione dell’intero perimetro dello storico Istituto scolastico “Guglielmo Marconi” di Ischia nella prima decade dello scorso mese di giugno andranno via a breve. A darne notizia ufficiale su richiesta del referente del “ Comitato spontaneo Ischia” che ha rappresentato anche le istanze di molti altri cittadini residenti in zona è lo stesso responsabile dell’ufficio tecnico del Comune d’Ischia, Ing. Fermo che ha precisato che trattasi di una recinzione da cantiere tra l’altro apposta non dagli addetti comunali ma dalla Ditta che sta eseguendo i lavori di riqualificazione con l’utilizzo dei fondi europei e posta a sicurezza dei passanti per il tempo necessario all’ultimazione degli stessi.
La stessa Ditta ha infatti poi provveduto a segnalare dopo pochi giorni l’installazione della stessa con alcuni piccoli avvisi a firma del proprio responsabile, architetto Catello Cuomo, che la brutta recinzione era provvisoria. Certo è che l’aspetto assunto dal grande Istituto, che affaccia su Via Alfredo De Luca e su Via Casciaro, due importanti strade del pieno centro cittadino del Comune capoluogo, ha fatto “storcere il muso” a tanti cittadini residenti in zona, nonché a comitati di genitori e non sono mancati, a giusta ragione, i commenti negativi di molti giornalisti isolani che unanimemente hanno condannato sulle loro testate l’operato così deturpativo della Ditta edile atto a trasformare un edificio storico, vivo nella memoria di migliaia di persone che l’hanno frequentato e che vi passano vicino ogni giorno, in una sorta di “penitenziario”. Per altri ancora il Marconi è stato trattato alla stregua in un “pollaio” tale da essere racchiuso quindi in quelle reti centimetrate che ostentano in modo pieno il senso della bruttura e della “gabbia”.
Un “bad joke”? macchè la struttura ben solida ed alta circa un metro e mezzo non ha disdegnato di sventrare nella parte alta i muretti antichi che circondano l’intero perimetro, muretti costruiti con le tipiche pietre laviche isolane bocciardate e rese dagli “scalpellini”, maestri di pietra, in forme perfette esagonali, piccole “opere d’arte”, vera ricchezza del nostro territorio, da preservare e non da aggredire con scalpelli pneumatici così come si forano i tappetini di asfalto nelle strade. E sicuramente l’aspetto consistente e per niente provvisorio dell’orrenda barriera addirittura cementata con paletti e calcestruzzo non ha fatto altro che innescare il fondato dubbio che potesse trattarsi di un’opera definitiva, ” un vero attentato alla lungimiranza di un edificio storico e al senso estetico cittadino in generale” è stato il pensiero della collettività isolana che si è da subito riproposta attraverso riunioni e scambi di opinione su FB una richiesta di disinstallazione di tale scempio e sostituzione con una protezione esteticamente più gradevole. Ciò da attuarsi attraverso una raccolta di centinaia di firme da sottomettere al protocollo dell’Ente comunale già agli inizi di settembre.
Ora il rebus è stato sciolto e dal palazzo di via Iasolino arrivano notizie confortanti e ufficiali : a breve la Ditta appaltatrice consegnerà la parte del lavoro come da progetto, per un successivo intervento da parte del Comune che si occuperà dell’ultimazione degli interventi di riqualificazione. Tra tali interventi è prevista la recinzione dei muretti perimetrali con una piccola ringhiera lineare a barre dritte e di altezza non superiore ad un metro che andrà quindi a sostituire la tanto contestata attuale recinzione che sarà rimossa con accortezza dai cordoli di pietra lavica ove è stata cementata così repentinamente e tra l’altro non ad inizio lavori di cantiere.
Pericolo scampato dunque, rivedremo il “Marconi” oggetto di restyling in un nuovo splendore e soprattutto “liberato” dalla gabbia che per lunghi mesi ha intrappolato un vero monumento di natura storica che deve essere trattato nel pieno rispetto della sua età. Quello che abbiamo da rimproverare, come cittadini, come contribuenti, come elettori ma soprattutto come genitori è la superficialità con cui si “mette mano” da parte di alcune Ditte edili incaricate, nella maggior parte dei casi provenienti dal continente, ad interventi su opere storiche : ora il Marconi, alcuni mesi addietro i basoli che lastricano Via Pontano, colpevoli di essere trattati con le ruspe solo perché andavano passati degli insignificanti tubi del metano. Da qui l’ovvia “levata di scudi” da parte dei cittadini che amano il proprio Comune, apprezzano il valore delle opere che ci ritroviamo sul territorio, le strade storiche che segnano un’epoca, i muri antichi, le pietre lavorate manualmente, opere che sono tante, fortunatamente, opere che meritano rispetto e che abbiamo tutti l’obbligo di preservare e trasferire. Valorizzare il territorio, renderlo più accogliente e consono alle nuove esigenze e all’avanzare dei tempi non deve sminuire nemmeno in parte ciò che ereditiamo dal passato perché fa parte della nostra identità, personale, culturale ed affettiva.