Ormai la gamma è completa, la scelta ampia. Sgrassanti, anticalcare, igienizzanti, lavapavimenti, lavapiatti, lavastoviglie, per lavatrice, a mano, delicati, ammorbidente, sapone di marsiglia, per spolverare e via elencando. Tutti prodotti “verdi”, testati, fatti con materie prime naturali, completamente biodegradabili e senza impatto sull’ambiente. La nuova frontiera dei prodotti per le pulizie domestiche passa ormai anche per Ischia, dove è arrivata con una certa lentezza, da poco e dove comincia a conquistare consensi da parte dei consumatori. Un buon avvio, che merita ora di essere sostenuto e potenziato, per cominciare a ridurre l’inquinamento ambientale obbligato dalla mancanza di depurazione, che rappresenta una contraddizione gigantesca in un’isola che non può prescindere, anche per motivi strettamente economici vivendo di turismo, dalla preservazione dell’ambiente naturale e delle sue risorse.
Se n’era parlato molto qualche anno fa, di una riconversione “green” che cominciasse dalle più semplici e generalizzate abitudini quotidiane. E in particolare, dalla messa al bando dei tanti prodotti chimici che utilizziamo normalmente per le pulizie e che immettiamo in grosse quantità nell’ambiente, attraverso gli scarichi che vanno a finire direttamente a mare o che si disperdono nel sottosuolo. In un caso e nell’altro, si tratta di usi che inquinano necessariamente la terra (e le falde) e il mare. Una realtà pesante, finora ingestibile e senza soluzione, anche per la mancanza di ogni possibile alternativa, visto che l’industria continuava a investire su prodotti sempre più evoluti e diversificati, ma tutti frutto di sintesi chimiche e, dunque, con una notevole carica inquinante.
E tale era la situazione anche quando, un paio di anni fa, quel dibattito partorì la buona idea lanciata da Giovan Giiuseppe Mazzella Mizar di mettere al bando su tutta l’isola i detersivi non interamente biodegradabili. La proposta si trasformò in delibere adottate dai sei Consigli comunali isolani, che puntavano ad escludere dalla vendita sul territorio i prodotti chimici inquinanti di uso quotidiano. Una presa di posizione importante, che però non ha prodotto alcun effetto pratico. Perchè, dopo aver compiuto il “nobile gesto”, nessun Comune si è poi preoccupato di dargli un minimo di concretezza. Nessuna comunicazione, prescrizione, indicazione fu infatti fornita agli esercenti dell’isola, che avrebbero dovuto dare attuazione a quelle deliberazioni.
E’ anche vero che ancora fino a pochi mesi fa, i detersivi ecologici erano rarissimi e relegati nei ripiani più alti e nei punti meno visibili degli scaffali dei supermercati, mentre erano quasi introvabili negli altri esercizi commerciali. Adesso, invece, le cose stanno cambiando in fretta. In conseguenza della pubblicità crescente e dell’incremento dell’offerta, che ormai soddisfa tutte le esigenze dei consumatori. E così anche a Ischia i detergenti naturali conquistano sempre nuovi spazi e crescente visibilità negli espositori di supermercati e negozi. E, soprattutto, risultano sempre più richiesti dai consumatori. Con una netta preferenza – per ora – per i detersivi da bucato.
Comunque, ormai, tra Winni’s, Chante Clair, Ava da bucato e una linea Emulsio, si può anche scegliere tra marche diverse. E visto il trend, c’è da aspettarsi che l’offerta cresca e si diversifichi ulteriormente nel prossimo futuro, anche da parte di altre aziende. Insomma, in questo momento una COMPLETA RICONVERSIONE ECOLOGICA DEI PRODOTTI PER LE PULIZIE E’ REALIZZABILE IN OGNI CASA. E SENZA UN AGGRAVIO DI COSTI, visto che i prezzi dei prodotti naturali sono in linea con quelli degli omologhi chimici. Con il valore aggiunto, per i primi, che il loro uso è sicuramente più salutare per l’ambiente domestico (oltre che per l’ambiente in generale) e anche, nel caso dei prodotti per lavare i panni, per la salute della persona, visto che non rilasciano nè lasciano residui chimici, essendo tutti testati sull’assenza di metalli pesanti e sostanze nocive. Insomma, cambiare abitudini conviene per godere di un ambiente più salubre dentro e fuori le mura domestiche.
Ma pur confidando su uno spontaneo cambiamento di abitudini da parte dei consumatori isolani, per accelerare i tempi si potrebbero RECUPERARE ADESSO QUELLE DELIBERE E DARVI ATTUAZIONE NEI SEI TERRITORI COMUNALI. Se ne trarrebbe un diretto e immediato vantaggio sull’isola, dove tra un impianto abbandonato a metà e gli altri due per la cui realizzazione siamo ancora ai preliminari, la depurazione è ancora ben lungi dal diventare realtà. Ma intanto Ischia potrebbe ridurre drasticamente al minimo le immissioni chimiche a terra e a mare, valorizzando anche a livello di PROMOZIONE TURISTICA QUESTA SUA INVERSIONE DI ROTTA, CHE POTREBBE DIVENTARE ANCHE UN MODELLO PER LE ISOLE MINORI.
Perchè non rilanciamo con forza questo progetto, già questa estate? Tutti possono fare la loro parte, come cittadini, consumatori, associazioni, gruppi. Se non ora, quando?