Sono uscite piuttosto bene, Ischia e Procida, dal consueto monitoraggio sui livelli di inquinamento del mare lungo le coste effettuato dalla Goletta Verde durante le sue crociere estive. Risultati più che incoraggianti per le due Isole Flegree, che su sei punti testati hanno fatto registrare solo una situazione fortemente critica, alla foce del canale Olmitello, che peraltro non rappresenta nè una sorpresa nè una novità. Lì il mare è risultato “fortemente inquinato”, perchè le presenze di inquinanti microbiologici (Escherichia coli e enterococchi intestinali) sono risultate più del doppio rispetto ai valori limite previsti dalla normativa vigente sulla balneabilità delle acque. Entro i limiti, invece, tutti gli altri campioni isolani. A ISCHIA, LA SPIAGGIA DEI MARONTI, LA SPIAGGIA DI CAVA DELL’ISOLA E LA SPIAGGIA DELLA CHIAIA E A PROCIDA, LA SPIAGGIA DEL PORTO E LA SPIAGGIA DELLA LINGUA.
Esame superato, dunque, nonostante le due isole siano ancora prive di una depurazione degna di questo nome. D’altra parte, è questo il problema comune a gran parte delle aree costiere della Campania, senza dimenticare che anche lì dove sulla carta esistono e sono funzionanti degli impianti di depurazione, la situazione è tutt’altro che tranquillizzante. Proprio stamattina a Napoli, presso la Capitaneria di Porto, nel presentare i risultati delle analisi sulle acque compiuti nel laboratorio allestito sulla Goletta, i dirigenti regionali di Legambiente hanno ricordato che l’Europa ha rilevato che ben 108 su 151 agglomerati urbani della Campania non risultano conformi alla direttiva comunitaria sulla depurazione. Una realtà che porta la nostra regione in testa alla classifica delle meno virtuose e che ha contribuito a far aprire nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione proprio sulla depurazione. Ciò che comporterà, a partire dal 2016 fino al completamento degli interventi richiesti per mettersi in regola, una multa di 21 milioni di euro all’anno.
Nonostante questo problema di fondo, le analisi quest’anno sono andate meglio che in altri anni. Su 31 campioni esaminati dalla Goletta, ne sono risultati inquinati o molto inquinati 17. E ancora una volta i punti più problematici corrispondono alle foci dei fiumi o a canali. “Oggi presentiamo un bilancio da un lato non particolarmente negativo per la Campania, ma sono dati che non devono far abbassare la guardia. Quello dei servizi idrici è un settore vitale, ma che in Campania è in pieno caos, con il grave rischio tra l’altro di perdere fondi già disponibili a causa della mancanza di progetti – commenta Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania -. Il nostro appello alla nuova Giunta Regionale è quello di affrontare seriamente e con urgenza il tema della riorganizzazione dei servizi idrici. Così come da affrontare vi è anche l’attuale situazione dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania che purtroppo da anni non è posta nelle condizioni di assolvere al compito cui è preposta, spesso non riuscendo ad assicurare le attività essenziali. La Regione ha di fronte una sfida che non può perdere se davvero si vuole immaginare uno sviluppo diverso per questo territorio”.