Passeggiata al crepuscolo sul Ponte, tra grande bellezza e piccoli sconci verso la Festa

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Foto Qui Ischia

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A Ischia Ponte la “buriana”  del pomeriggio ha lasciato solo pochi riflessi grigi nel cielo già limpido, dove si aggiungono alle ultime pennellate rosa del tramonto. E sul piazzale, le pozze della pioggia d’estate si fondono con l’acqua del mare che, ancora scosso, porta a riva schiuma e detriti. Sul ponte verso il Castello la miscellanea linguistica è un buon segno. C’è l’inglese di due ragazze che si scattano foto sugli scogli, il francese di una famiglia con bambini e vari dialetti italiani che si accavallano, come gli incontri durante la più classica delle passeggiate ischitane. Piena di fascino per la bellezza sempre mutevole del paesaggio, da qualunque lato lo si ammiri. E già immersa nell’atmosfera di Sant’Anna. Ma anche con tante piccole brutture che non si confanno ad un luogo simbolo dell’intera isola, che andrebbe curato e presentato in ben altro modo.

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A tre giorni dalla festa più attesa dell’estate, si lavora di gran lena sul ponte, dove si stanno alzando torri e strutture metalliche di servizio per la serata. I turisti, numerosi, si mostrano curiosi per quelle novità non meno che per lo spettacolo che li circonda sul far della sera, tra terra e mare. La grande bellezza conquista lo sguardo e lo accompagna lungo l’intero percorso tra l’isola maggiore e la minore. Ma non distrae completamente da elementi estranei che stridono sfacciatamente in quel contesto, altrimenti perfetto.

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I (pochi) cestini per i rifiuti sono strapieni e bottiglie, lattine e carte sono sparsi anche sul selciato. In quel punto del paese sarebbe necessario, doveroso un doppio passaggio quotidiano degli addetti di Ischiambiente per svuotare i cestini al mattino e al tramonto, in modo da raccogliere  i residui di una giornata di mare, dei bagnanti sugli scogli e dei diportisti sulle barche, prima dello “struscio” serale. Un lavoretto da poco, tutto sommato, ma strategico per il decoro del ponte e per l’immagine di Ischia. Quelle piccole cose che fanno la differenza e anche la sostanza dell’accoglienza turistica., che dovrebbero essere normali e scontate. E che, invece, a Ischia risultano impossibili. Perfino per preservare il paradiso.

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E poi c’è l’impianto di illuminazione, che ormai è uno scandalo impossibile da ignorare. Pali decapitati, arrugginiti, monconi da cui fuoriescono fili elettrici penzolanti (proprio a pochi metri dall’ingresso del Castello, in bella vista), pezzi rabberciati con il nastro isolante. E come non citare gli “originali” pali portacenere e cicche, che sono stati appena “restaurati” con una creativa colatura di cemento, trasformandoli in strani “funghi”. La vergogna dei lampioni spenti e sgarrupati continua e si rinnova ogni giorno, ogni sera con i tanti visitatori del luogo imperdibile per chi viene a Ischia.

Ma è possibile mostrare proprio là uno spettacolo tanto imbarazzante? Dovrebbe – DEVE – essere una priorità almeno togliere i fili penduli, sistemare e mettere in sicurezza le “cassette” alla base dei pali, fare almeno qualche aggiusto per limitare lo sconcio. E invece nulla, si lascia tutto in condizioni indegne. Ma assessori e consiglieri che si rivedono dopo un anno per la preparazione della Festa di Sant’Anna, si guardano intorno, si rendono conto di come si presenta il ponte, della necessità urgente di fare qualcosa o camminano con i paraocchi, senza vedere mai nulla?

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