Villa Arbusto, quanta robaccia esposta prima di arrivare ad ammirare la Coppa di Nestore!

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

Il primo impatto è con un camion del servizio di nettezza urbana. Piazzato nella rotonda antistante il bar che, a dispetto delle enormi potenzialità del luogo, è da anni desolatamente chiuso. Certo, non è il massimo avere come destinazione il Museo Archeologico di Pithecusae, il più importante dell’isola, perdipiù collocato in una storica villa con affacci da cartolina, per andare a vedere da vicino la mitica Coppa di Nestore e ricevere quell’accoglienza. Dal camion dei rifiuti al deposito delle transenne , in aggiunta ad un ampio sterpaio con cumuli di foglie secche, potature e sfalci, per fortuna parzialmente ingentiliti da una sontuosa fioritura di convolvoli blu. Meno  male che la natura li ha propagati con generosità, giù per la discesa che conduce verso il centro di Lacco Ameno. Distraggono lo sguardo dagli altri spettacoli in cui ci si imbatte, inevitabilmente, andando a fare il biglietto d’ingresso nel museo. Così l’isola “brucia” un altro dei suoi fiori all’occhiello e immiserisce uno dei suoi richiami. Che, peraltro, con il trattamento riservatogli negli anni non è riuscita a valorizzare nè a far fruttare, trasformandolo da fattore di sano sviluppo e in una sterile voce di spesa in un bilancio in profondo rosso. Un vero “miracolo” ischitano!

Le persiane scrostate, le finestre arrugginite, i muretti della discesa “sgarrupati” e l’impianto elettrico fatiscente Qui Ischia li aveva fotografati già diversi mesi fa, evidenziando lo stato indecoroso in cui versava l’ex villa di Rizzoli. A Lacco non era ancora dissesto conclamato, ma già si sapeva che le situazione finanziaria del Comune era vicina al collasso. Inutile sollevare il problema con gli amministratori di allora, sindaco in testa: “Non ci sono soldi”, l’immancabile risposta, con il corollario non pronunciato esplicitamente, ma consequenziale: “E’ già tanto se il museo resta aperto”. Lo stesso che, forte (si fa per dire) di un dissesto, può dire anche il sindaco di oggi.

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

Tanto più che l’apertura del museo è ora più che mai appesa a un filo. Dopo la partenza dei giovani stagisti di Airola, la struttura è ancora fruibile grazie al proseguimento del distacco temporaneo a Lacco Ameno dei dipendenti isolani della Sovrintendenza Archeologica, oltre al dipendente comunale addetto alla biglietteria. In attesa di tempi migliori, solo poche ore di apertura al mattino, dal martedì alla domenica. Che non è proprio quel che ci vuole per favore le visite dei turisti e per incrementare le entrate dalla vendita dei biglietti, che invece potrebbe contribuire in modo significativo alla salvezza e all’autosufficienza finanziaria di quel fondamentale riferimento culturale.

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Foto Qui Ischia

Ma il dissesto del Comune, che certamente influisce sull’inesistente manutenzione e sulla carenza di personale, che c’entra con l’uso indecoroso, a dir poco imbarazzante, che si fa degli spazi esterni. Perché all’ingresso del complesso dell’Arbusto deve stazionare il camion della “monnezza”, devono essere accatastate in brutta vista decine di transenne, deve esserci quel deposito inguardabile? E perché nel vialetto che conduce alla biglietteria ci deve stare una discarica di ingombranti? Perché tutta quella robaccia deve essere accatastata e esibita proprio in uno dei luoghi di rappresentanza di Lacco Ameno e dell’isola? NON E’ UNA QUESTIONE DI SOLDI NE’ DI BILANCIO DISSESTATO. E’ UNA QUESTIONE DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE MINIMA DEL TERRITORIO, BUON SENSO. E DECENZA.

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Foto Qui Ischia

E dire che, a causa dei lavori (non) in corso nella torre del Municipio, la sede comunale si è trasferita a Villa Arbusto e gli uffici sono stati sistemati nella Villa Gingerò. Ma non si accorgono, amministratori e dirigenti comunali delle condizioni vergognose in cui si presenta la struttura, solo limitandosi all’uso vergognoso degli spazi esterni? Gli ingombranti da buttare, li rottamassero, non se li tenessero sotto le finestre del museo. Il camion della “monnezza” lo parcheggiassero da un’altra parte…Non sono cose dell’altro mondo, sono “interventi” minimi, semplici semplici, elementari. Doverosi. Che non bisognerebbe neppure sollecitare, perché certe condizioni non si sarebbero e non si dovrebbero verificare proprio in un PAESE NORMALE. Senza neppure scomodare l’aggettivo “CIVILE”.

E con quella presentazione, come si fa a lamentarsi se non affluiscono a Villa Arbusto tutti i turisti che visitano Ischia, come sarebbe naturale che fosse? Almeno così si limita il numero delle figure barbine. Ma ci rendiamo conto a che punto siamo arrivati?

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