Così lo storico Porto di Ischia è finito in mutande!

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

All’inizio si era presentata come una sequenza di belle immagini dell’isola, intervallate da un benvenuto poliglotta che come copertura per il pontile “sgarrupato” poteva avere un senso, almeno durante la stagione turistica. Poi, c’è stata la metamorfosi commerciale che, cominciata un po’ in sordina, ha finito con il diventare prevalente. Tanto da arrivare a proporci oggi, messi da parte capi e accessori tipicamente estivi, una collezione di lingerie, più o meno smerlettata. La raffigurazione plastica del PORTO D’ISCHIA RIDOTTO IN MUTANDE. L’ultimo sfregio ad uno degli approdi più belli del Mediterraneo, che è anche un monumento storico e un riferimento culturale, oltre che la porta d’ingresso dell’isola che vive di turismo. Un porto, il Porto, sempre più trascurato, offeso, vilipeso da brutture che danno scandalo da una riva all’altra, nel totale immobilismo di quelle istituzioni che sarebbero deputate alla sua tutela e corretta gestione e che,invece, continuano a dimostrarsi incapaci di garantire l’una e l’altra. Buone, al massimo, ad organizzare qualche festicciola scacciapensieri. E adesso pure a regalarci quelle immagini di così alta classe…

 

Secondo le promesse da marinaio dispensate dai rappresentanti del vecchio governo regionale, lo smantellamento e la ricostruzione del pontile degli aliscafi ormai fatiscente avrebbero dovuto essere ultimati da un pezzo. E da mesi, se non da più di un anno, dovremmo disporre di una struttura nuova e adeguata, oltre ad esserci liberati delle brutture che “provvisoriamente” sono state realizzate in attesa di quella ristrutturazione: via le ferraglie che cingono d’assedio la statua del Redentore e inibiscono dal mare la vista della Chiesa di Portosalvo, via il degrado che le circonda, via il secondo pontile privo dell’essenziale per svolgere in modo decoroso la sua funzione.

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Foto Qui Ischia

Ma le promesse e le rassicurazioni se le è portate via il vento. Di esse non è rimasta traccia e tutto è rimasto congelato alla condizione che doveva essere provvisoria e che, secondo il peggiore andazzo italico (altro che cliché!), si è trasformata finora in stabile, se non – si spera – definitiva. In compenso, la Regione ha trovato il modo di trarre un vantaggio dalla situazione che sta provocando enormi disagi ai viaggiatori e un notevole danno d’immagine all’isola turistica, senza contare i non trascurabili effetti negativi sul “sistema porto”. Vantaggio pratico, visto che è l’ente di Santa Lucia a guadagnare dalla pubblicità che fascia il pontile “sgarrupato” e anche i gazebo delle biglietterie.

 

Oltre al danno, siamo dunque alla beffa. Non solo la Regione non ha onorato gli impegni assunti a suo tempo da chi la gestiva, ma sta traendo un profitto dalle sue inadempienze, che per l’isola costituiscono altrettanti seri problemi.

Ma fino a quando pensano di andare avanti in queste condizioni? E quando, da parte sua l’isola, attraverso le sue istituzioni e categorie economiche, per le implicazioni negative sulla nostra industria dell’ospitalità, si deciderà a richiamare l’attenzione della nuova amministrazione regionale sullo sconcio del Porto d’Ischia? Pare che sia in programma una nuova festa del porto, in questo mese di settembre. Ma che senso ha buttare ancora soldi in una manifestazione effimera, se i problemi veri e annosi restano tutti irrisolti e anzi continuano a peggiorare? Cosa c’è da celebrare della condizione in cui versa il principale porto dell’isola? Con quale coraggio si pensa a replicare l’anniversario dello scorso anno, che pure non fu privo di fondate polemiche, dopo altri dodici mesi passati senza progressi su tutti i fronti caldi del degrado del bacino borbonico? Ridotto in mutande, in tutte le lingue, il monumento. Meglio non ricordarlo, che ha 161 anni…

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