Di bene in meglio. Anche quest’anno il corteo storico ischitano ha onorato la notorietà che ormai si è guadagnato ben oltre i confini dell’isola e il crescente interesse che suscita tra gli ischitani e i turisti. E lo dimostra l’incredibile e affascinante miscellanea di lingue e dialetti che anche oggi si è ascoltata tra il vasto pubblico presente lungo il percorso, dal piazzale davanti al Castello Aragonese alla strada ai piedi della collina di Sant’Alessandro, da un capo all’altro del paese. Una gran folla, proporzionata alle dimensioni del corteo, davvero mastodontiche nei numeri, ma non a discapito della qualità, anzi. Perché l’elemento saliente di questa 35a edizione è stata proprio l’ottima armonizzazione di tutte le “sezioni”, corrispondenti ai vari periodi storici, con l’aggiunta del perfetto inserimento dei vari gruppi ospiti, ben amalgamati nel contesto, pur mantenendo ciascuno la propria visibilità e particolarità. Una complessa macchina da spettacolo, quella messa in piedi e gestita dall’ASSOCIAZIONE PRO-SANT’ALESSANDRO, oliata in tutte le sue parti, che si è mossa a meraviglia, stavolta senza sgranature e discontinuità, ma con fluidità e compattezza, nonostante i tanti cavalli, carrozze, balletti ed esibizioni varie.
Ad aprire la “sfilata”, come di consueto, gli abili sbandieratori delle TORRI METELLIANE DI CAVA DEI TIRRENI. E poi la novità dell’ingresso di Aenaria, subito dopo il folto gruppo dei coloni greci di Pithecusa. Al loro esordio alla Sant’Alessandro, i figuranti dell’ASSOCIAZIONE ACTUS TRAGICUS di Forio hanno saputo ben rievocare la vita nella città oggi sommersa. E man mano che ne sapremo di più su Aenaria con il progredire della ricerca archeologica, anche questa parte del corteo riuscirà a crescere nella ricostruzione della realtà viva del grande porto commerciale che fu anche centro di produzione metallurgica e località turistica nell’antichità.
Subito dopo il Trecento, con la visita di Roberto d’Angiò e della regina Sancia sul Castello, il Cinquecento è stato sontuoso, un corteo già di alto livello e spettacolarità nel corteo. E se il suo fulcro continua ad essere il ricevimento nuziale per il matrimonio tra Vittoria Colonna e Ferrante d’Avalos, ad arricchirlo ulteriormente c’è il ricordo dell’imperatore Carlo V e della sua corte, insieme ai contributi dei gruppi gemellati. Nutrite tutte le presenze dei cortei storici “forestieri”: dai magnifici abiti del “Cinquecento di CASTELVETRO” all’esibizione scoppiettante degli ospiti di Marino con la rievocazione del trionfo di Marcantonio Colonna dopo la vittoria a Lepanto, senza dimenticare la suggestiva sfilati dei FROMBONIERI DEL CASALE MONTE CASTELLO con le loro trombe scintillanti e i grossi archibugi e l’interessante novità dei FALCONIERI DI COLOGNO MONZESE, che con i loro tranquillissimi e bellissimi rapaci hanno attirato l’attenzione di grandi e piccini.
E poi il Seicento con Giulio Jasolino e il gruppo ancora più nutrito di monsignor Girolamo Rocca, l’artefice (tra l’altro) dell’acquedotto di Buceto, che ancora troppo spesso viene inutilmente spacciato per “romano”. E di seguito, il Settecento con i grandi personaggi della storia di Napoli nel Secolo dei Lumi e poi la fase napoleonica e i raffinati abiti in stile impero durante il regno di Gioacchino Murat, che venne anche a Ischia.
E poi un’azzeccata modifica della successione dei “quadri” viventi: quest’anno il gruppo dei figuranti che impersonano gli abitanti dell’isola nell’Ottocento, compreso il gruppo folk di Forio “LA MAGNOSA”, è stato inserito all’interno del corteo, prima della rievocazione del periodo borbonico. Ed è stata una mossa efficace, che ha valorizzato i bei costumi e le tradizioni del popolo, che prima in chiusura della sfilata restavano in secondo piano. Oltre a garantire un finale davvero straordinario, con carrozze e cavalli, tra cui un magnifico tiro a sei, degna e pittoresca conclusione di un corteo di cui l’isola può andare fiera. UNA GRANDE ATTRAZIONE TURISTICA, CHE E’ (E SEMPRE PIU’ POTRA’ ESSERE) UNA IDEALE OCCASIONE DI PROMOZIONE PRESSO UN PUBBLICO VASTO E COMPOSITO DELL’INGENTE E ANCORA TROPPO “NASCOSTO” PATRIMONIO CULTURALE ISOLANO.