Il sipario è calato già la sera del 25. E contemporaneamente è calato anche il silenzio sulle condizioni in cui versa la chiesetta di Sant’Anna, che tornano puntualmente d’attualità nei pochi giorni dell’omonima festa. E’ così da un anno all’altro, da molti anni. Un’attenzione tanto forte e allarmata quanto fugace, che lascia velocemente il passo all’indifferenza. Fino all’ultima decade del luglio successivo. Altri dodici mesi, o quasi, di abbandono, degrado e, purtroppo, manomissioni. Perchè quel piccolo monumento affacciato su una baia da sogno soffre dell’azione distruttiva e degli elementi, ma è stato spesso maltrattato anche da gesti di inciviltà. E alcuni segni ne sono ancora evidenti, mentre altri sono stati rimossi in occasione della pulizia a fondo compiuta nel piccolo edificio sacro e nel piazzale antistante alla vigilia della celebrazione eucaristica che rievoca l’antica tradizione del pellegrinaggio per mare delle partorienti per la festa di Sant’Anna.
Sta messa male la “chiesiella”. E adesso che è stata liberata almeno dei tanti rifiuti che la insozzavano, sono tornati prevalenti allo sguardo i tanti guasti che minacciano la struttura. Le infiltrazioni d’acqua hanno lasciato le loro inconfondibili “impronte” in ogni angolo. Sotto il soffitto, sulle pareti, sugli archi che decorano i lati della chiesetta e nel piccolo locale annesso, anch’esso abbastanza malmesso. E’ evidente che la copertura dell’edificio, senza manutenzione da chissà quanto tempo, fa acqua. E sul retro una enorme e scenografica pianta di cappero in fiore deve aver scavato nel muro. E poi c’è la piccola tettoia sull’ingresso, smozzicata e sorretta da ferri completamente arrugginiti, che andrebbe rifatta, utilizzando delle tegole vere. E che dire del cancello grondante di ruggine (un altro pezzo è sulla scogliera sottostante, e non ci può essere finito da solo) che continuando di questo passo diventerà presto irrecuperabile? E i muri di pietra lavica esterni che cominciano a perdere pezzi?
E’ un vero peccato che quella costruzione così caratteristica, con la sua struttura di pietra perfettamente integrata nell’ambiente circostante, che conta anche diversi secoli, venga lasciata andare in malora come sta accadendo. La sua perdita sarebbe grave ed è da evitare assolutamente. Ma da quanti anni è stato lanciato l’allarme sul destino di quel pezzo – storico – di Ischia senza che nulla di nuovo si sia verificato, che il degrado sia stato almeno bloccato, che un intervento straordinario di manutenzione – e a questo punto di tutela – sia stato effettuato?
Eppure, c’è non vuole rassegnarsi al declino e, così proseguendo, alla perdita della chiesetta. “Non possiamo fare finta di niente, osservare il peggioramento della situazione indifferenti o comunque impotenti. Chi deve occuparsi della chiesa non lo fa da anni e allora perchè non cerchiamo di salvarla noi, la chiesetta?”, dice MARIA MAZZELLA, residente della zona che conosce al millimetro, come ogni più piccola pietra dell’edificio con cui ha familiarità fin da bambina.
Ci pensa da un po’, Maria, e illustra la sua idea così: “Sono sicura, parlando con le persone, che in tanti ci teniamo a conservare la chiesetta e alla sua sistemazione. E allora se ognuno di noi, in base a ciò che gli è possibile, ci mette un po’ del suo tempo, delle sue capacità o professionalità, della sua buona volontà, possiamo rimetterla a posto. Se uniamo le forze, se ognuno garantisce un contributo di materiali e/o di lavoro, ce la possiamo fare. Creiamo gruppo con la proposta di sistemare la struttura e chiediamo al Comune la possibilità di farlo, sotto la supervisione di qualche tecnico comunale. Ci diano la possibilità di fare questo intervento, senza nulla in cambio, se non la soddisfazione di salvare un pezzo del nostro patrimonio e anche di un luogo che conosciamo e frequentiamo da bambini, che amiamo”.
Per presentare la proposta al Comune, Maria Mazzella ha pensato a una PETIZIONE, che lancerà nei prossimi giorni. “Bisogna verificare prima se c’è interesse e disponibilità a partecipare attivamente a questa cosa. Faccio un appello agli ischitani che possono dare una mano concretamente, affinchè firmino la petizione e garantiscano la loro disponibilità alla collaborazione e partecipazione al progetto”. Il sasso è lanciato. Vediamo quale sarà la risposta. Forse c’è ancora modo di salvare la chiesetta di Sant’Anna dalla distruzione completa.