Se ne sono accorti, bontà loro, quando il più, e il peggio, era fatto. Peraltro, dopo essere stato ampiamente preannunciato. E’ passato un mese dall’entrata in vigore, di fatto, delle misure adottate nella famosa e disastrosa delibera dell’Asl Na2 Nord che ha messo ko i servizi della Salute Mentale sulle isole. E i Sindaci isolani, che avevano incassato senza commenti e con la consueta indifferenza quel provvedimento e le conseguenze che già nell’immediatezza ne erano derivate, da allora hanno avuto, seppur a scoppio ritardato, un sussulto di reazione. Concretizzato nell’attribuzione al primo cittadino di Barano, PAOLINO BUONO, del ruolo di rappresentante delle amministrazioni locali rispetto alle tematiche dell’assistenza psichiatrica, che sono di interesse comune. Ne è disceso l’impegno del Sindaco baranese a valutare la situazione creatasi in quest’ultimo anno e il reale fabbisogno di servizi psichiatrici delle isole di Ischia e Procida.
Operazione a cui avrebbe dovuto dare il suo contributo, in base a quanto emerso anche nella sua visita ischitana, l’attuale presidente della Commissione regionale Sanità, LELLO TOPO, che è anche uno dei referenti della terraferma a cui fa riferimento una parte dei politici isolani del Pd. Per questa operazione di ricognizione e di valutazione dei livelli di assistenza psichiatrica sull’isola era stato previsto un periodo di una quindicina di giorni. Più che sufficiente per delineare un quadro esaustivo della realtà e delle necessità. QUINDICI GIORNI che sono ampiamente passati. Per ora, senza che si siano avute ancora notizie circa l’esito di questo lavoro. Peraltro, URGENTE, visto che il passare del tempo serve solo a CONSOLIDARE gli effetti disastrosi delle scelte di Monteruscello e la sottrazione di servizi a cui sono state condannate le isole. Senza appello, se fosse per la commissaria AGNESE IOVINO. MA L’APPELLO, INVECE, DOVREBBE SCATURIRE PROPRIO DALL’INIZIATIVA POLITICA ASSUNTA DA BUONO-TOPO. AMMESSO CHE ARRIVI A CONCRETIZZARSI E NON ALLE CALENDE GRECHE, SECONDO LE ABITUDINI DEI NOSTRI FLEMMATICI RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI.
E la tempistica è uno dei fattori non trascurabili, nè secondari in questa vicenda. Fin dall’inizio. L’Asl - ovvero il decisionismo di Ferraro prima e di Iovino poi – hanno proceduto sempre con la massima tempestività in tutti i passaggi distruttivi. Dal trasferimento da Villa Orizzonte a Casamicciola allo sgombero di Villa Stefania e dispersione dei residenti, dalle visite della Commissione incaricata di “rivalutare” le condizioni dei degenti della Sir allo smantellamento della Sir attuato con il trasferimento ad altro incarico del personale, ancora prima che fosse pubblicata la delibera che lo stabiliva. Di c0ntro, si è agito con estrema lentezza o non si è agito proprio quando c’erano delle possibilità di salvare la Sir, anche nel segno del risparmio: i sopralluoghi alle strutture proposte in alternativa a Villa Stefania perlopiù non sono mai stati fatti e alle offerte presentate non è stata mai data risposta; poi, l’apposito bando per reperire edifici per la Sir e gli altri servizi psichiatrici è stato pubblicato con enorme ritardo, pure sbagliato, per cui è stato sospeso e solo dopo settimane ripubblicato, per poi finire su un binario morto, dopo che la Iovino aveva avuto il via libera della Commissione medica per chiudere proprio la Sir. E senza fretta l’Asl si è mossa pure per trovare una sistemazione, comunque inadeguata, agli altri servizi della Salute Mentale: per giorni si è lasciato che a fungere da centro diurno fosse l’auto di servizio, lasciando senza punti di riferimento gli utenti, che sono ancora abbastanza dispersi.