Oggi visita della commissaria Iovino a Ischia, dove la sua gestione lascia solo macerie

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Foto Qui Ischia

Mancava da Ischia dal 22 maggio scorso. Dal giorno dopo l’incendio a Villa Stefania, quando chiuse “temporaneamente” la Sir sollecitando gli isolani a proporre delle soluzioni alternative per l’allocazione della residenza, che poi l’Asl ha tutte, puntualmente, ignorato  e fatto abortire. E oggi è tornata due giorni dopo la chiusura definitiva della struttura e la distruzione del sistema di assistenza psichiatrica che era stato faticosamente costruito a Ischia negli ultimi 18 anni. Devono essere le macerie, prodotte dalla sconcertante gestione da lei firmata, ad attirare sull’isola nella sua veste ufficiale la commissaria dell’Asl AGNESE IOVINO. Che finora, a quasi un anno dal suo insediamento al vertice dell’Azienda sanitaria, si è distinta più per i tagli indiscriminati alla sanità pubblica, in particolare delle isole, che per un serio rilancio nel segno dell’efficienza e della qualità del delicatissimo fondamentale settore a lei affidato. E considerati i risultati della sue precedente visita, c’è poco da tranquillizzarsi, a questo punto, anche per l’ospedale “Rizzoli”, visto che proprio quella è stata la meta della sua visita odierna.

Si è presentata a Ischia nel pomeriggio, la commissaria, con il neopresidente della Commissione regionale Sanità, LELLO TOPO, per una visita in ospedale. Del solito genere: comunicazione in anticipo, pulizie straordinarie dentro e fuori la struttura per far trovare tutto supersplendente, accoglienza “istituzionale” con codazzo d’ordinanza, incontro di routine con la direttrice sanitaria e i primari, visita ai reparti. Magari, per l’occasione, liberati dalle barelle che li affollano ormai quasi in ogni periodo, perchè il “Rizzoli” è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze della comunità isolana e dei suoi ospiti. E ha anche tanti altri problemi pratici e carenze serie, ma di quelli a Monteruscello hanno preso l’abitudine di non occuparsi da diversi anni, direttori generali o commissari, che fanno la passeggiata a Ischia ogni tanto, possibilmente d’estate, ma ovviamente quando il periodo più caldo – e non in senso climatico –  e di maggiore affanno è già alle spalle.

L’altra volta, a maggio, la commissaria era arrivata all’improvviso e dopo aver discusso, constatato, confabulato e dato indicazioni per una mattinata, se n’era andata da Villa Stefania senza aver risolto neppure uno dei problemi di massima urgenza provocati dallo sgombero dell’edificio di Casamicciola. I pazienti della Sir, allora ancora in 10, con una sistemazione tutta da organizzare e senza neppure sapere chi dovesse farsene praticamente carico; il centro diurno senza più una sede e neppure un’allocazione provvisoria in uno sgabuzzino in qualche altro edificio dell’Azienda; la Salute Mentale ridotta a operare nella vecchia automobile in dotazione. E così era andato avanti ancora per parecchi giorni, mentre la commissaria sforava nettamente la scadenza annunciata alla stampa al termine della mattinata ischitana: “Tra 3 giorni vi farò sapere cosa ho deciso per la Sir”.

L’idea doveva averla già chiara, ma in effetti ci ha impiegato un po’ per renderla esplicita. E nel frattempo, i residenti della Sir facevano avanti e indietro per l’isola in cerca di un posto in cui stare per più di paio di giorni. Mentre l’auto dell’Unità Operativa di Salute Mentale girava anch’essa per portare le terapie a domicilio ai pazienti che ne avevano l’esigenza quotidiana, mentre gli altri andavano alle ricerca di un riferimento che era improvvisamente venuto meno.

In seguito sarebbe arrivata la commissione ad hoc (mai espressione fu più appropriata), che ha “derubricato” provvidenzialmente le condizioni dei residenti della Sir, aprendo la strada alla “soluzione finale” confezionata in pieno agosto e ufficializzata fresca fresca due giorni fa.

Si sarà premurata di andare al “Rizzoli”, la Iovino, per mostrare anche al presidente della Commissione regionale quanto virtuosa sia la sua scelta di spostare in ospedale di alcuni degli OSS risultati in sovrannumero dopo la chiusura della Sir isolana, che costano pure meno all’ora, come ha specificato nella delibera “ammazzasir”? Chissà. Un film già visto con FERRARO, che CHIUSE GLI PSAUT PER POTENZIARE GLI OSPEDALI, compreso il “Rizzoli”. Non fu una scelta utile, nè intelligente, nè virtuosa e tanto meno efficiente. Ed è stata bocciata in via definitiva dalla giustizia amministrativa, che ha decretato il ripristino degli Psaut. Cosa che la Iovino si è ben guardata dal fare.

Eh già, perchè cosa fatta, anche se male, capo ha. E lo scardinamento del sistema della Salute Mentale delle isole, dalla Sir alla riabilitazione fino al Centro di Psicologia è una strada che difficilmente consentirà marce indietro. Con danni presenti e futuri enormi per le comunità isolane. Perciò questa della Iovino è stata una visita alle macerie che ha seminato a Ischia. E auguriamoci che non le venga in mente di applicare la “macelleria sanitaria” pure in ospedale, dopo questo sopralluogo settembrino. Al peggio non c’è mai fine, o no?

 

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