L”‘epitome del mondo” ha sempre qualche storia da raccontare, qualche aspetto da rivelare, qualche particolare da svelare. E anche quando si pensa di conoscerla bene, riesce a sorprendere, a intrigare, a condividere qualcosa di diverso di sé. Come accade in questi giorni di fine estate grazie all’annuale appuntamento con “Pe’ terre assaje luntane”, tre giorni fitti di proposte che illuminano momenti della storia di Ischia sempre meno presenti nella nostra memoria collettiva, prima ancora che individuale. E l’edizione di quest’anno, dedicata al “MESTIERE DELL’EMIGRANTE”, attraverso un viaggio nel passato duro di questa terra propone spunti di riflessioni e chiavi di lettura utili anche per comprendere il momento attuale, tanto segnato dal tema della migrazione, e dà un senso al valore educativo e formativo della storia. Che è l’essenza del programma della manifestazione. A cominciare dall’interessante mostra allestita nella sala della Torre del Mulino, che racconta con fotografie e documenti le storie dei tanti emigranti isolani che nel secolo scorso lasciarono Ischia in varie ondate migratorie verso altre nazioni d’Europa, le Americhe, il nord Africa e l’Australia, in cerca di quelle opportunità di lavoro e di progresso per sé stessi e le loro famiglie che l’isola natia, con la sua povera economia legata alla terra e al mare, non era in grado di offrire.
Un passato che torna, seppur con le ovvie differenze connaturate alle varie epoche, come ha correttamente sottolineato il professor Mario Sironi, intervenuto alla serata di ieri nella sua veste di dirigente prima del Nautico “Cristofaro Mennella” e ora dell’Ips “Telese”, i due istituti che collaborano attivamente a questa edizione 2015. Che ieri sera, dopo l’inaugurazione della mostra, ha presentato “Di vino, di mare e di zolfo”, la creazione teatrale firmata da Salvatore Ronga, che ha fatto un lavoro importante di ricerca, di scrittura e di collegamento tra fonti storiche e letterarie e testimonianze dei contemporanei sulla viticoltura ischitana. E l’aggettivo “eroica” che le stato attribuito, ha trovato piena e profonda rispondenza nei ricordi degli anziani, che hanno vissuto esperienze di totale sacrificio percepite come passate e remote, mentre invece sono state la realtà di Ischia ancora fino a una sessantina di anni fa. Senza trascurare la radice greca della cultura del vino e dell’allevamento della vite, rappresentata dalla Coppa di Nestore la cui iscrizione poetica, recitata nella sua versione originale dal coro, ha dato l’incipit ad una performance teatrale complessa, varia nella diversità dei linguaggi, ben calibrata nelle sue parti. Ancora una volta un’ottima prova dell’autore e regista Salvatore Ronga e di tutta la compagnia dei giovani interpreti che lo hanno accompagnato anche in questo viaggio, dedicato ai fratelli liparoti Sanfilippo, che nel 1856 salvarono la produzione vitivinicola isolana dal flagello della crittogama.
Tutti nel ruolo, all’altezza della qualità del testo MARINA ASCIONE, GIOVANGIUSEPPE D’AMBRA, LORENZA ROMANO, ROBERTO SCOTTO PAGLIARA e i componenti del coro: DANIELE BOCCANFUSO, DAVIDE CIPOLLETTA, IRENE ESINDI, MARIO FUSCO, STANISLAO MORGERA, ELEONORA ONORATO, ILARIA POSTIGLIONE, ALESSANDRA TOSCANO. Ottimo anche il contributo delle musiche di ANTONIO MONTI.
Spostato per le condizioni meteo–marine nel porto di Ischia, resterà attivo fino a domenica dalle 17.00 alle 19.00 il LABORATORIO DI ATTIVITA’ MARINARE, a cura di Alberto Senatore, Presidente del Circolo Nautico La Vela e Direttore del Museo Marittimo di Salerno e della Costa Campana, in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Nautico “Cristofaro Mennella” di Forio. Per l’occasione, una LANCIA D’EPOCA, costruita nei cantieri nautici di Sorrento nei primi anni ’50, sarà ancorata presso la sede di Ischia Risorsa Mare.