Venerdì prossimo, nell’antica cattedrale, “La conquista del Cervino sul Castello Aragonese”

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Foto Qui Ischia

Ha già coinvolto il pubblico nelle città d’Italia dove ha raccontato l’epopea della conquista del Cervino, centocinquant’anni dopo la grande impresa che portò l’uomo sulla vetta dell’ultima grande montagna europea non ancora domata. E venerdì prossimo la narrazione continuerà a Ischia, in un’ambientazione speciale quale è quella dell’antica cattedrale sul Castello, che si sta rivelando perfetta anche come scenografia teatrale. E che in qualche modo plasmerà la rappresentazione delTeatro d’Aosta, già presente negli anni passati sull’Insula Minor con due splendide edizioni del “Pinocchio” e della “Pippi Calzelunghe” di LIVIO VIANO. Perciò al titolo originale “LA CONQUISTA DEL CERVINO” è stato aggiunto un eloquente “SUL CASTELLO ARAGONESE”, che sintetizza la straordinarietà dell’evento. Anche per il tema, solo apparentemente lontano dalla nostra realtà, perché con un rapporto tanto intenso quanto a volte difficile e contrastato con la natura si misurano sia gli uomini di montagna che quelli di mare. Come con le sfide più o meno grandi e impegnative che da quella relazione pure si generano.

Sulla vicinanza, anche psicologica, tra l’approccio alla vita nelle valli alpine e sulle isole aveva scommesso, ormai più di dieci anni fa, l’autore-regista- attore-promotore di teatro Livio Viano, quando aveva deciso di creare un ponte tra Ischia e la Val d’Aosta attraverso una rassegna teatrale per ragazzi “PER MARI E PER MONTI, che sfociò anche in gemellaggi tra scuole e scambi di visite tra studenti isolani e valdostani. Un’esperienza di vita, ma anche il primo contatto per molti ragazzi con la magia del teatro, attraverso soggetti e linguaggi adeguati alla loro età. E sicuramente gli spettacoli di rilievo nazionale proposti allora, nelle scuole come in alcuni dei luoghi più belli di Ischia, dal piazzale del Soccorso a Sant’Angelo fin sopra il Castello, hanno contribuito ad avvicinare e far conoscere il teatro a tanti giovani isolani. Che adesso possono usufruire delle nuove, importanti opportunità che offre la sempre più lunga e variegata stagione teatrale ischitana.

Innamorato di Ischia di cui è frequentatore assiduo e entusiasta da tempo, Viano, che vive e opera tra il Piemonte e la Val d’Aosta, non ha mai mancato di inserire una tappa ischitana nelle tournée dei suoi spettacoli di punta degli ultimi anni. Scelta favorita anche dalla scoperta dello spazio sul Castello e dalla collaborazione instauratasi con la famiglia MATTERA. “La passione con cui Livio Viano segue e cura i suoi lavori e il suo amore per Ischia sono già una garanzia. Dopo i due spettacoli degli scorsi anni, quest’anno ci presenta questa conquista del Cervino che ci incuriosisce molto. Perciò è uno dei pochi appuntamenti che ospitiamo solo come location, nell’ambito di una stagione culturale che tendiamo a costruire con iniziative proposte e promosse da noi”.

Per la prossima data ischitana, d’altronde, “La conquista del Cervino” è stata appositamente adattata, anche per le esigenze scenografiche imposte proprio dalla location, con delle soluzioni del tutto inedite rispetto alle precedenti rappresentazioni. “Ci siamo adattati all’ambiente, alle mura della cattedrale, sui cui proietteremo delle immagini – spiega Viano – la storia è affascinante, sono sicuro che anche il pubblico di Ischia ne resterà coinvolto, come è avvenuto negli altri luoghi dove l’abbiamo già presentata. Poter raccontare qui della conquista della montagna per eccellenza, come viene considerato il Cervino, è anche un modo di rendere omaggio al Vesuvio, alla forza della natura. E poi poter fare teatro sul Castello è sempre un grande onore. A Ischia ci sono tanti posti bellissimi, ma quello è davvero unico ed è un piacere tornarci”.

Firmato dallo stesso Viano e da ROBERTO ANGLISANI, che ne è anche il protagonista sulla scena, il soggetto della conquista del Cervino è ispirato alla vicenda eroica della spedizione che nell’estate del 1865 riuscì nell’impresa in cui fino ad allora tutti avevano fallito. A raggiungere la vetta della montagna, la sesta per altezza delle Alpi, ritenuta la più bella e la più ostica di tutte tanto da essere l’unica oltre i 4000 metri rimasta inviolata fino ad allora, fu il capo spedizione, l’inglese EDWARD WHYMPER, accompagnato dalla guida francese MICHEL CROZ, e da altri tre alpinisti stranieri e da due guide svizzere. Un successo che un’altra spedizione tutta italiana, voluta dall’allora ministro della finanze QUINTINO SELLA, aveva mancato. Si trattò di una conquista difficile, drammatica, la prima grande avventura dell’alpinismo sportivo, una pagina della storia d’Europa. Che sarà doppiamente intrigante scoprire da una dimensione e in un contesto tanto diversi. VENERDI’ 18 SETTEMBRE, ALLE ORE 21.00, NELL’ANTICA CATTEDRALE DEL CASTELLO.

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