A vederli dove sono ora, si fa fatica a riconoscerli. E soprattutto ad associarli allo scintillante mondo della fantasia che incarnano durante le festività natalizie. Avete presenti i cavalli alati e gli alberi di cristallo del Giardino Incantato della pineta di via Edgardo Cortese? No, non seguono la slitta di Babbo Natale in Finlandia, ma tra una uscita annuale e l’altra si fermano a Ischia. In un luogo che più contrastante non potrebbe essere. Dove l’unico scintillio è quello del’enorme pozza d’acqua che si estende sul pavimento, su cui staziona, come un laghetto. Che non ha nulla di romantico. Perchè lì dov’è in deposito una parte degli effetti speciali natalizi, nel ventre del Polifunzionale, non c’è nulla che non contribuisca allo squallore generale. Un angolo di Ischia che, purtroppo, non riesce a liberarsi di un’impronta da degradata periferia urbana. E pure delle peggiori.
Sta messo sempre male il “CANTIERE POLIFUNZIONALE”. Cantiere non perché si stiano facendo lì dei lavori, ma perché accoglie negli spazi liberi che circondano l’edificio tutto ciò che serve per gli atri cantieri sparsi sul territorio. Dalle cataste di grosse tubature, a mezzi meccanici a cumuli di materiali di risulta. Il tutto sparso in mezzo alle erbacce che sono cresciute alte in ogni angolo di terra dell’area del complesso di via Morgioni. E anche nelle aiole che talvolta sono state oggetto di qualche intervento di pulizia, per poi tornare in poco tempo a diventare dei frammenti di jungla. Perfino gli alberi piantumati – e prima donati – da cittadini di buona volontà sono stati subito abbandonati e gli effetti della mancanza di cure si vedono. Così, anche nei punti dove si è tentato di invertire la rotta, il degrado si è velocemente riappropriato dei suoi spazi e si è consolidato.
Lo incontri in ogni angolo e dietro a ogni colonna, il degrado, per non parlare dei locali situati al piano interrato dell’ala in cui è allocato il liceo. E dove è situata pure l’entrata della palestra, che è utilizzata anche da alcuni gruppi sportivi. Rifiuti di ogni tipo compaiono qua e là. La sporcizia è ubiquitaria. Alzi lo sguardo e, sotto il camminamento tra la Genesis e la scuola noti dei
buchi come se un enorme bruco avesse rosicchiato l’intonaco, arrivando a intaccare anche i mattoni della struttura. E poi ci sono le scritte, che però sono il danno minore, e le pozze d’acqua sul pavimento, di cui andrebbero verificate le origini, visto che restano ben oltre il verificarsi delle piogge. E quei depositi sotterranei, di cui usufruisce il Comune, sono un vero sconcio e andrebbero almeno ripuliti.
Girando sul lato dell’edificio, di fianco ad un terrapieno, si nota una piccola FRANA DI TERRENO E PIETRAME, che è arrivata fin nell’area del parcheggio. Insomma, dove ti volti ti volti, non si vedono che magagne, più o meno grandi, ma tutte estremamente evidenti.