Era già accaduto con l’abolizione degli PSAUT. Per tentare di dare una parvenza di utilità e di necessità ad una mera operazione di taglio dei servizi a discapito degli utenti, l’allora manager dell’Asl Na2 Nord FERRARO cercò di accreditare la tesi che si trattasse di una “razionalizzazione” dell’uso delle risorse umane, trasferendo il personale negli ospedali più vicini. Fu sufficiente poco tempo per dimostrare l’insussistenza di quell’”alibi” e soprattutto per evidenziare l’aggravio di lavoro che quella scelta aveva prodotto nei nosocomi aziendali, compreso il nostro di Lacco Ameno. Lo stesso schema si è tristemente ripetuto, poi, con il progressivo smantellamento dei servizi psichiatrici sulla nostra isola. Che si è ripercosso anch’esso pesantemente sull’ospedale, contribuendo a complicare una situazione già molto delicata per i limiti strutturali e le carenze croniche in cui il “Rizzoli” si dibatte.
Quando al vertici di Monteruscello c’era ancora Ferraro (con AGNESE IOVINO direttore sanitario), fu avviato un processo di accentramento e dimagrimento dei servizi psichiatrici territoriali da cui rimase penalizzata soprattutto la nostra isola. Fu allora che la Salute Mentale fu derubricata a Unità operativa semplice, perdendo la sua autonomia per dipendere direttamente del Dipartimento aziendale. Ma, soprattutto, fu allora che furono ANNULLATI I POSTI LETTO che venivano utilizzati per le urgenze e che venne STABILITO UN “ORARIO D’UFFICIO” per la Salute Mentale e la CHIUSURA DI NOTTE E NEI FESTIVI. E fu anche in quell’occasione che fu deciso che I CASI DI EMERGENZA dovessero essere gestiti dal 118 e che il punto di riferimento diventasse l’OSPEDALE LOCALE, preliminarmente ad un eventuale TRASFERIMENTO in terraferma, non potendo essere più trattati quei casi direttamente sull’isola. UN’INNOVAZIONE motivata con esigenze di risparmio, CHE SI RIVELO’ SUBITO NETTAMENTE INVOLUTIVA RISPETTO ALLE ESIGENZE DEI PAZIENTI, ALLE NECESSITA’ DEL TERRITORIO E ALLE DISPONIBILITA’ DELL’OSPEDALE. Dove NON c’erano SPAZI, PERSONALE, CONDIZIONI SUFFICIENTI a far fronte a queste ulteriori incombenze.
Un problema che, come al solito nonostante richiami ed appelli, a Monteruscello decisero semplicemente di ignorare, come se la cosa non li riguardasse. E con il Dipartimento di Salute mentale alla deriva per la mancanza di un responsabile, che prosegue ormai da più di un anno, la questione è stata silenziata e accantonata. E pure a Ischia si è messa la sordina, benchè nulla si sia risolto. Anzi, con gli ultimi colpi inferti alla Salute Mentale isolana dalla “cura Iovino”, gli effetti a cascata hanno ulteriormente investito e coinvolto l’ospedale, che si ritrova sempre più solo e inadeguato a gestire emergenze psichiatriche al di sopra delle sue reali possibilità.
Il porto di mare di via Fundera, ovvero il Pronto soccorso del “Rizzoli” oberato di lavoro ormai in ogni periodo dell’anno (anche per effetto della chiusura del Psaut di Ischia Ponte), è sempre più spesso in prima linea anche nel dover gestire emergenze di natura psichiatrica. E la rarefazione dei servizi dedicati, che ha assunto dimensioni macroscopiche negli ultimi mesi con il venir meno dei riferimenti sul territorio a fronte di un’utenza ampia, probabilmente più di quella che si riesce a seguire tanto più nelle condizioni attuali della Salute Mentale, si riflette sulla frequenza e l’incidenza delle emergenze. Che finiscono in piccolo e insufficiente Pronto Soccorso del “Rizzoli”, insieme a quelle di altra natura. Solo che in ospedale vi sono specialisti di altre branche, ma non c’è personale specializzato in psichiatria. Nè ci sono posti letto o spazi dedicati, anche per un utilizzo temporaneo.
In teoria, l’ospedale dovrebbe essere solo un luogo di passaggio, tra il primo intervento da parte del 118 e il trasferimento in terraferma, che si verifica nel caso di TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Ma prima di ottenere l’ok dai referenti continentali spesso passano ore e se l’ok non arriva, come non è affatto infrequente, il paziente resta in carico all’ospedale, dove non c’è nulla di specifico però per l’assistenza di cui avrebbe bisogno. Al contrario di quando a Ischia c’erano dei posti letto presso il Centro di Salute Mentale proprio per la gestione di questi casi.
E così dalla “rivoluzione Ferraro-Iovino” è venuta fuori una realtà che non ha gli strumenti per dare sempre le risposte più appropriate ai pazienti. E che, d’altra parte, impegna una struttura ospedaliera, già oltre il limite delle sue possibilità, in attività per le quali non spazi fisici né personale. Così, alla fine, da Monteruscello se la sono cavata con un ARRANGIATEVI che HA SCARICATO I TAGLI ALL’ASSISTENZA PSICHIATRICA SUL RIZZOLI. PER NULLA COMPENSATI DAL TRASFERIMENTO IN OSPEDALE DI UN PAIO DEGLI OSS “LIBERATI” DALLA CHIUSURA DELLA SIR VILLA ORIZZONTE. CHE LA COMMISSARIA IOVINO HA CERCATO DI ACCREDITARE COME UNA IMPORTANTE MANOVRA DI RISPARMIO E RAZIONALIZZAZIONE DELL’IMPIEGO DI PERSONALE. UN ALTRO ASPETTO SU CUI E’ AUSPICABILE CHE L’ATTUALE COMMISSARIO DELL’ASL FACCIA PIENA LUCE E CHIAREZZA.