Stanno sempre così – Foto Qui Ischia
Staccionata sempre a rischio – Foto Qui Ischia
Con tutta quest’acqua che le ha “imporpate” a dovere, c’è solo da aspettare la crescita di intere famiglie di “chiuvtiell”. Sarà forse in prospettiva di questo raccolto autunnale che le hanno lasciate come si trovavano per tutta l’estate. Assi spezzate esposte alla vista dei tanti turisti che nel corso dei mesi sono andati a passeggiare nel verde della pineta più centrale e frequentata di Ischia, accorgendosi di quanto fosse difficile trovare un sedile intero. E già, perché nonostante segnalazioni e sollecitazioni, non si è trovato né il tempo né il modo di effettuare nemmeno qualcuno degli interventi di piccola, ordinaria manutenzione più necessari e urgenti.
Gracidavano ancora i rospi smeraldini in amore quando buona parte delle panche furono messe fuori uso, con assi spezzate e divelte. Un’azione a tappeto di evidente origine vandalica, che rendeva anche pericolosi alcuni sedili, per i chiodi e i ferri scoperti e sporgenti. Roba anche molto brutta a vedersi, oltre che pericolosa, davvero una pessima accoglienza per i visitatori che non mancano mai nel cuore della pineta dell’Arso. A quel punto, non foss’altro che per motivi di opportunità “turistica”, visto che di solito non ci si preoccupa di conservare il patrimonio pubblico a beneficio dei residenti, si poteva sperare in un intervento manutentivo per sistemare e rendere praticabili le sedute. In fondo, un lavoro ampiamente alla portata degli addetti alla manutenzione del Comune. Non si poteva mica pensare che fosse un affare di stato cambiare delle rustiche assi di legno, del costo di pochi euro. E invece lo è stato, perché in tanti mesi non si è riusciti nell’impresa. A dire il vero, non ci si è neppure provato.
LA PINETA VA IN MALORA, si dice e si commenta. Ma SOLO PER MANCANZA DI VOLONTA’. Perché almeno nella Mirtina non c’è bisogno di chissà quali interventi: sarebbe bastato e basterebbe davvero poco per salvare dalla distruzione gli arredi già in dotazione e farli durare per qualche altra stagione, anche con un risparmio alla fine per l’ente locale. Assi di legno nuove per le panchine vandalizzate, dei tronchetti per aggiustare i tratti di staccionata distrutti dall’incuria e sistemare qualche cestino portarifiuti. Per limitarsi allo stretto indispensabile, già questi pochi lavoretti servirebbero a migliorare la fruibilità del parco e a tutelare l’incolumità dei frequentatori. Il tutto con costi estremamente contenuti, che potrebbero essere alla portata perfino di un Comune dissestato, figuriamoci della Città d’Ischia. E anche con poche ore di lavoro e senza ricorrere a specializzazioni particolari, perchè per piantare qualche chiodo non ci vogliono scienziati, un martello può bastare…
Certo, c’è un grave limite: non si tratta di un lavorone che necessiti di un lauto finanziamento europeo, possibilmente al di sopra del milione di euro, né di ditte appaltatrici o subappaltatrici. E siccome a Ischia gli unici lavori pubblici che si fanno, bene o male, hanno queste caratteristiche, mentre si trascurano gli interventi minimi sul territorio, per quanto semplici e necessari, talvolta anche urgenti, c’è da ritenere che le povere riparazioni in pineta siano escluse a priori, perchè non rispettano quella conditio sine qua non. Ma magari i legni infradiciati restano lì per produrre “chiuvtiell”.