Al recente convegno sul Palazzo Reale non se ne sarà parlato, ma avrebbero potuto portarlo come un caso paradigmatico di DISUMANIZZAZIONE all’interno dei percorsi assistenziali. E avrebbero anche potuto utilizzarlo sia come esempio dell’INVOLUZIONE che si è verificata negli ultimi anni sul fronte dei servizi sanitari che della SCARSA EFFICIENZA dell’Asl Na2 Nord nello sfruttare le poche condizioni a suo vantaggio dal punto di vista economico. A proposito di “spending review”… A riassumere e a svelare tutti questi fattori di criticità è una carenza peculiare del nostro ospedale isolano, che rappresenta un grosso problema nella gestione quotidiana dei pazienti: la mancanza del SERVIZIO INTERPRETE. Quello che c’era e funzionava anche molto bene, fino ad un paio di anni fa, quando fu abolito perché l’Asl sostenne di non poterselo più permettere. Insomma, un TAGLIO ALLA FERRARO: un presunto risparmio, dunque guadagno, che in pratica si è tradotto però in una netta perdita economica per l’Azienda. Un altro “dettaglio” su cui dovrebbe gettare uno sguardo l’attuale commissario LACATENA, che sta facendo le pulci alle scelte e alla gestione degli ultimi dirigenti dell’Asl di Monteruscello.
Anche quest’anno, al “Rizzoli” sono passati e continuano ad accedere numerosi pazienti stranieri. Sia al Pronto soccorso che nei reparti, giacchè in diversi casi si è dovuto procedere al loro ricovero. Tanti i traumi, soprattutto da caduta, frequenti le prestazioni di natura ortopedica, ma non solo. E spesso, troppo spesso, la difficoltà di comunicare, operatori e utenti. Un muro invalicabile, che ogni volta complica l’attività degli addetti, senza trascurare gli aspetti, tutt’altro che secondari, che attengono proprio all’”umanizzazione del percorso assistenziale”. Di fatto cancellata – l’umanizzazione – da una carenza organizzativa che pesa nell’ospedale di un’isola turistica, con qualche milione di presenze annue, che da sempre è chiamato a garantire assistenza oltre che ai residenti anche ai turisti, per buona parte dell’anno.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, ancora fino a pochi anni fa, il “KRANKENHAUS RIZZOLI” si presentava fin dalla segreteria telefonica come ospedale almeno bilingue e la direzione sanitaria si premurava orgogliosamente, a fine anno, di diffondere i dati sugli accessi di stranieri, con le percentuali dei Paesi di provenienza, sottolineando la varietà delle nazionalità. Report che davano l’idea di un ospedale internazionale, quale poi in realtà quello lacchese era ed è rimasto. E nel nome di questa internazionalità, funzionava anche un SERVIZIO DI ASSISTENZA LINGUISTICA h24.
Un servizio che era stato creato proprio prendendo spunto dall’esigenza reale di comunicare con i pazienti stranieri, nell’interesse anche della qualità delle cure. Il PERCORSO DI UMANIZZAZIONE esisteva al “Rizzoli” fin da quando aveva pensato di crearlo l’allora DIRETTORE SANITARIO FRANCO NAPOLEONE D’ACCORDO CON L’ASSOCIAZIONE TERMALISTI. Quest’ultima, poi, aveva rinnovato e consolidato la collaborazione negli anni successivi, immaginando anche di lanciare la struttura di via Fundera come pilastro di un’offerta di termalismo che potenziasse gli aspetti della prevenzione e del benessere inteso innanzitutto come buona salute.
Un progetto mai completamente decollato, che tuttavia aveva assicurato per diversi anni un’accoglienza decisamente al di sopra dello standard di un ospedale locale di primo livello. Con ottimi risultati sul gradimento dei pazienti, a cominciare proprio dai forestieri, le cui assicurazioni pagavano fior di quattrini per tutte le prestazioni godute al “Rizzoli”, sia quelle sanitarie che quelle alberghiere. SOLDI FRESCHI, UN PURO GUADAGNO DI QUALCHE CENTINAIO DI MIGLIAIA DI EURO ANNUI PER L’ASL NA2 NORD, NELLE CUI CASSE FINIVANO GLI INTROITI ISCHITANI. E IL “RIZZOLI” ERA L’UNICO NOSOCOMIO AZIENDALE A GARANTIRE UN’ENTRATA, OLTRE ALLE NORMALI USCITE PER IL SUO FUNZIONAMENTO.
Un vantaggio per tutti che è venuto meno con la “CURA FERRARO”. Che ha cancellato la convenzione con la cooperativa che garantiva il servizio interpreti. E con gli interpreti, tra l’altro, è volata via anche l’attività burocratica che loro svolgevano per espletare tutte le pratiche con le assicurazioni dei pazienti stranieri. Una PERDITA NETTA PER L’ASL. Se la vogliamo mettere sul piano strettamente economico, che tanto interessa a Monteruscello.
Altrettanto netta la perdita sul piano della qualità dell’assistenza. Attualmente, molti degli stranieri che affluiscono in via Fundera si trovano nell’impossibilità di comunicare con il personale medico e paramedico. Molti turisti non usufruiscono di alcun supporto linguistico da parte delle strutture ricettive in cui soggiornano. E in ospedale è una questione di fortuna trovare di turno qualcuno dei (pochi) medici e paramedici che parlano inglese. Ogni volta, si scatena una vera e propria caccia, soprattutto in Pronto soccorso, a chi riesca a scambiare qualche parola con il paziente non italiano. E con i tedeschi e soprattutto i russi che non parlano inglese e che sono la maggioranza degli utenti stranieri del “Rizzoli”, il muro della lingua torna a essere invalicabile. Per sapere quali sintomi manifesta il malato, come per informarlo delle sue condizioni e degli esami e delle terapie di cui ha bisogno. Un disastro che rallenta le operazioni in Pronto soccorso e influisce sul funzionamento del reparto di emergenza. Altre macerie dalla SPENDING REVIEW VERSIONE FERRARO-IOVINO.