Scaduta la convenzione, la Biblioteca Antoniana apre solo la mattina. Ed è già un miracolo

IMG_0206

Foto Qui Ischia

Giovedì scorso si è chiuso il paracadute della convenzione che aveva garantito per un anno l’apertura quotidiana e il corretto funzionamento della Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia. E puntuale sulla porta d’ingresso è comparso un cartello per informare l’utenza che a partire “dalla prossima settimana”, cioè da oggi, l’ORARIO DI APERTURA sarebbe stato SOLO MATTUTINO, DALLE 9.00 ALLE 13.00, DAL LUNEDI’ AL VENERDI’. Una netta riduzione del servizio rispetto a prima, certo, che però rappresenta una notevole prova di buona volontà da parte delle tre giovani donne che negli ultimi dodici mesi si sono occupate di un importante e irrinunciabile riferimento culturale non solo per Ischia, ma per l’intera isola. Perchè è  solo per il loro senso di responsabilità se la biblioteca continua a funzionare e non ha chiuso subito i battenti, già dal 16 ottobre. Come sarebbe potuto accadere, visto che non c’è più alcuna copertura al proseguimento dell’attività.

Ancora una volta, anche davanti a questa vicenda, non si può non prendere atto del modo davvero particolare con cui a Ischia si gestiscono il patrimonio e i servizi pubblici. Particolare in senso, purtroppo, non positivo. Infatti, un minimo di efficienza, oltre che di normale buon senso, avrebbe suggerito di prevedere e provvedere ad affrontare la questione del funzionamento della biblioteca prima di arrivare alla ben nota scadenza della convenzione allora in essere, per assicurare la necessaria continuità tra un’annualità e la successiva. Bisognava  agire, insomma, in modo da aver pronta, fin dal 16 ottobre, la nuova organizzazione, per essere in grado di proseguire regolarmente l’attività senza mettere a rischio, ancora una volta, il futuro della “CREATURA” DI MONSIGNOR ONOFRIO BUONOCORE.

Un’eredità preziosa per la comunità, che meriterebbe ben altro impegno, attenzione, cura da parte del COMUNE, CHE HA L’ONORE E L’ONERE DI CUSTODIRLA, PRESERVARLA E RENDERLA FRUIBILE ALLA CITTADINANZA. Motivo per il quale era stata creata, con passione e non senza fatica, nel secolo scorso. Eppure, di tutto questo sembra proprio che in Municipio non si sia affatto consapevoli, a parte le solite frasi di circostanza ma prive di riscontri pronunciate di tanto in tanto in qualche occasione ufficiale. Altrimenti, dopo solo un anno di tranquillità, seguito ad un lungo perido di provvisorietà, non ci troveremmo di nuovo alle prese con il PROBLEMA DEL FUTURO DELL’ANTONIANA. Che, al momento, APPARE TUTT’ALTRO CHE CHIARO E RASSICURANTE.

Ora come ora, è tutto affidato al senso civico e all’impegno di cittadini di buona volontà. Innanzitutto, il GRUPPO DI PERSONE QUALIFICATE  che nell’ultimo anno ha garantito tutti i servizi della biblioteca, tenendola aperta per cinque giorni alla settimana per sette ore al giorno, tra mattina e pomeriggio. Un orario che consentiva e facilitava l’accesso a tutti, a cominciare dai ragazzi in età scolare, da anni una delle categorie che più frequentano l’Antoniana, dalla quale è arrivato un contributo importantissimo alla diffusione  e valorizzazione della lettura tra i giovani. Una funzione che con il nuovo orario di “emergenza” rischia ora inevitabilmente di venire meno.

E poi ci sono i VOLONTARI, in particolare quelli del CENTRO STUDI ISOLA D’ISCHIA, che già prima dell’ultima convenzione si fecero carico per molti mesi di garantire l’apertura per alcune ore al giorno e di assicurare consultazioni in sede e l’effettuazione di prestiti e restituzioni dei volumi. Qualche giorno fa l’associazione, nata sempre per iniziativa di monsignor Buonocore proprio nell’Antoniana, aveva lanciato un appello a soci e simpatizzanti per sondare la disponibilità a prestare qualche ora del loro tempo per contribuire al funzionamento della biblioteca. Una disponibilità che indubbiamente non mancherà, perchè di persone che ci tengono a tener viva la realtà della Mandra e ciò che rappresenta ce ne sono, per fortuna. Ma il loro non può che essere un apporto limitato nel tempo e nelle funzioni, giacchè non si può certo chiedere a dei volontari di essere tutti esperti di biblioteconomia. Per cui non potrà essere solo il ricorso al puro volontariato la risposta appropriata, durevole nel tempo, ma al massimo una parentesi per affrontare l’emergenza e scongiurare in ogni modo il pericolo di una chiusura.

Ma in Comune, che pensano di fare dell’Antoniana?

Si sono ricordati che la convenzione è finita il 15 ottobre e che c’è l’urgenza di rinnovarla o di trovare altre soluzioni? Si rendono conto che, nonostante la loro scarsa propensione ad occuparsi seriamente di cultura, l’Antoniana è un bene pubblico essenziale e il servizio che svolge non deve avere soluzione di continuità? Vedremo nei prossimi giorni se e quali saranno le risposte. CHE NON POTRANNO E NON DOVRANNO MANCARE. ALTRIMENTI, IL SEGNALE SAREBBE DAVVERO PESSIMO. INDEGNO DI ISCHIA.

What Next?

Recent Articles