Che disastro, il “capolinea” temporaneo dei bus sulla Sopraelevata! Quando riapre via Cossa?

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Così all’imbrunire – Foto Qui Ischia

Per fortuna, è piovuto. Così, almeno non si alzeranno più nuvole di polvere al primo soffio di vento. E con le montagnole di cemento che occupano tutto un lato dello spiazzo, di polvere pronta a sollevarsi ce n’è tanta. Troppa per uno spazio che, sia pur solo temporaneamente, è adibito a capolinea degli autobus che collegano Ischia al resto dell’isola. Un posto che, a parte il fatto di essere molto scomodo per l’utenza, è in condizioni penose, assolutamente incompatibili con la funzione a cui è attualmente di nuovo adibito. Si spera, ancora per poco. Anche se con i lavori “made in Ischia” non si può mai dire, tanto più che anche nel caso delle opere in corso in via Baldassarre Cossa non vi è traccia di un’esplicita scadenza per la chiusura del cantiere.

Anche in una situazione di emergenza, quella del parcheggio sulla Sopraelevata, è una SOLUZIONE DISGRAZIATA. Segnalato da una freccia e da un’indicazione quanto mai generica, “200 metri”, vicino alla biglietteria di piazzale Trieste. Nulla che aiuti realmente a trovarlo, il parcheggio-capolinea, se  non si è già a conoscenza del modo in cui raggiungerlo, come nel caso dei turisti che ancora sono a Ischia e che sono ovviamente tra i più assidui fruitori del servizio pubblico, anche per la necessità di spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Perciò si va alla cieca, su per via Quercia, camminando tra le auto, verso non si sa bene cosa, perché altre indicazioni non ve ne sono. Finchè non si arriva ad avvistarli dall’alto, gli autobus, e si individua la scalinatella per arrivare sul piazzale dove restano in sosta, tra una corsa e l’altra.

L’area dei bus è ingombra di cumuli di materiali da costruzione, di grossi tubi per le condotte e di attrezzature varie. Una desolazione, che indubbiamente mal si addice ad un punto di riferimento essenziale per l’utenza dei mezzi pubblici. Ma ancora peggio è la mancanza di un minimo di informazioni, di uno straccio di cartello. Che sarebbe già qualcosa, anche se lì manca tutto, a parte lo squallore. Che di sera è ancora più accentuato, anche per la mancanza di illuminazione, visto che in quella parte del parcheggio arriva solo la luce dalla strada principale e dalla zona limitrofa, dove sostano le automobili. E se in quelle condizioni bisogna aspettare che si faccia l’orario della partenza o che il bus arrivi, magari sotto la pioggia, sono guai.

Scomodo, fuori mano per chi, usando il mezzo pubblico, deve raggiungerlo a piedi, privo di qualunque supporto anche informativo, squallido che peggio non si potrebbe, disagevole al massimo per gli studenti, i turisti, le persone che devono usarlo per recarsi nelle altre località dell’isola. Il “capolinea” del parcheggio Guerra è una vera iattura, da tutti i punti di vista. Perciò, è necessario che si proceda alacremente per chiudere il cantiere di via Cossa quanto prima, per ridurre al massimo  i tempi del ritorno di tutti i bus in piazzale Trieste. Ma per quanto sarà il tempo – speriamoci pochissimo – dell’utilizzo gioco forza di quello spazio improprio, almeno qualche informazione in più per l’utenza la sia può organizzare? Intanto, girato l’angolo, quel “Benvenuti a Ischia” scritto con le piantine in un’aiola fiorita, suona come sberleffo.

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