Adesso c’è anche un atto formale contro la famigerata delibera settembrina che ha chiuso la Sir e fortemente ridimensionato la Salute Mentale isolana. L’annunciato ricorso al Tar del Comune d’Ischia, nella sua qualità di capofila dell’Ambito delle isole di Ischia e Procida, contro il provvedimento adottato dall’Asl Na2 Nord durante la gestione Iovino, è stato regolarmente depositato. E darà il via ad un procedimento che dovrà portare alla valutazione della legittimità giuridica dell’atto aziendale e dell’appropriatezza della procedura seguita per la sua approvazione. Che è il punto controverso, giacchè la delibera, sostituendo alla Sir (che garantisce assistenza ad esclusivo carico dell’Asl per i pazienti) dei gruppi appartamento, ha chiamato alla compartecipazione alle spese per le prestazioni erogate gli enti locali, senza averli né informati né coinvolti nel processo decisionale. E così i Comuni si sono ritrovati “ricc ‘nzuonn”, quando a cose fatte e decise in vece loro, hanno dovuto inaspettatamente fronteggiare oneri finanziari nuovi e imprevisti, peraltro in una congiuntura decisamente critica per i bilanci comunali in genere e per la spesa sociale in particolare. Un “regalo” avvelenato da parte dell’Asl, che ha ridotto sulla carta la propria spesa, da una parte, sacrificando la quantità e qualità dei servizi all’utenza e, dall’altra, scaricando parte dei suoi oneri su altre amministrazioni. Mossa furba, sebbene devastante per la sanità pubblica delle isole, che adesso bisognerà vedere se riuscirà a superare il vaglio del giudice amministrativo e, dunque, a riconfermare o meno i suoi pesanti effetti, economici e non.
Per quanto importante possa esserne l’esito, tuttavia, la vicenda non può esaurirsi nelle aule del Tribunale amministrativo. E le amministrazioni comunali, che sono rimaste pressoché immobili e incredibilmente silenziose per mesi, mentre si compivano le scelte devastanti della dirigenza dell’Asl, non possono pensare di limitarsi ora all’azione giudiziaria, solo per evitarsi un’altra voce di spesa. C’è bisogno di altro. Di ben altro. E per questo proprio i Sindaci, come principali tutori della salute pubblica, debbono darsi una mossa e uscire definitivamente e seriamente dal letargo in cui si sono adagiati. E che, a parte qualche dichiarazione d’intenti, non hanno interrotto neppure nelle ultime settimane. Che fine ha fatto, per esempio, il tavolo che avrebbero dovuto convocare, anche su sollecitazione del presidente della Commissione regionale Sanità, Topo?
E dire che quando fu lanciata l’idea dall’esponente regionale, venuto a Ischia ormai diverse settimane fa, fu data grande enfasi anche dai politici locali a questa (possibile) novità. Fu indicato anche un riferimento cronologico, una quindicina di giorni, per organizzare il famoso tavolo. Che è rimasto, però, lettera morta. Il che, in sé, non sarebbe un dramma, se ci si fosse attivati però in qualche altro modo. Magari anche più tempestivo ed efficace. E’ GRAVE, INVECE, CHE NON SI SIA FATTO NULLA, NE’ IL TAVOLO NE’ ALTRO, PER TROVARE UNA RISPOSTA AI PROBLEMI LASCIATI DALLE SCELTE CATAPULTATE DA MONTERUSCELLO.
Risposta che non può prescindere dalla constatazione che la gestione Iovino ha ridotto in macerie i servizi psichiatrici isolani, privando la popolazione locale, nonostante l’alta incidenza di patologie psichiatriche, della Sir, del Centro diurno e di tante attività di riabilitazione e assistenza. Finora si è salvato miracolosamente solo il Giardino dell’Amicizia, messo però anch’esso in serio pericolo dalla “riorganizzazione” firmata dalla Iovino. E Ischia e Procida non possono essere lasciate così sguarnite di servizi, di spazi, di progetti per la Salute mentale come è da mesi, ancora prima che venisse pubblicata la famigerata delibera dei primi di settembre.
Dopo l’uscita di scena della Iovino, la bocciatura del suo operato da parte dello stesso governatore De Luca, la successione in un mese di due commissari, è tempo di riprendere in mano la pratica con serietà e determinazione, partendo da un confronto diretto con il nuovo dirigente dell’Asl D’Amore. E I SINDACI, TUTTI INSIEME SI DEVONO MUOVERE E SOLLECITARE MONTERUSCELLO A RIPRISTINARE I SERVIZI DISTRUTTI E NEGATI, DI CUI LA POPOLAZIONE ISOLANA E’ STATA GIA’ TROPPO A LUNGO PRIVATA. NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE: I PAZIENTI DEI SERVIZI STANNO PAGANDO UN PREZZO TROPPO ALTO, INCONCEPIBILE IN UN PAESE CIVILE. SENZA TRASCURARE I BISOGNI ULTERIORI, PRESENTI SUL TERRITORIO, CHE NON POSSONO ESSERE PRESI IN CARICO E SEGUITI COME SAREBBE NECESSARIO E DOVEROSO. PER NON PARLARE DELLA SITUAZIONE IN CUI SI TROVANO GLI EX RESIDENTI DELLA SIR, A CUI VA RESTITUITA L’ASSISTENZA DI CUI HANNO REALMENTE BISOGNO.
Cos’altro si aspetta per affrontare e sciogliere questi nodi? I Sindaci non possono sottrarsi ulteriormente alle loro responsabilità politiche e ai loro doveri di rappresentanza delle esigenze della popolazione. Il ricorso al Tar è cosa buona e giusta. Ma non è che un primo passo. Altri urgono e non possono più essere rinviati.