L’appassionante affresco di un’epoca attraverso gli scritti e le poesie di Giovanni Verde

IMG_3305Prosegue l’appassionato recupero di scritti, immagini, testimonianze, ricordi di uno dei figli che più ha illustrato Forio nel Novecento. A cui, due anni fa, è stato reso omaggio con l’intitolazione del Piazzale Marinai d’Italia. E proprio a quell’occasione pubblica si sarebbe dovuta accompagnare una nuova pubblicazione delle opere di GIOVANNI VERDE, che però alla fine non si concretizzò. Ma nel frattempo, le figlie Anita e Wanda, fedeli custodi della memoria del padre, si erano messe a lavorare a quel nuovo progetto, dopo aver felicemente dato alle stampe “L’isola d’Ischia a volo d’uccello”, un viaggio d’amore del poeta tra le meraviglie della sua terra. Ecco allora che, due anni dopo, quell’impegno ha prodotto un nuovo volume, “TUTTO QUELLO CHE FU RESTA PRESENTE”, curatissimo in tutti gli aspetti,  che è un efficace, affascinante compendio della grande eredità culturale lasciata da Giovanni Verde. Che ora, grazie ai suoi familiari, può diventare parte integrante e condivisa del patrimonio di un’intera comunità.

Quanto sia ancora forte e vivo il richiamo della memoria collettiva, da conservare e trasmettere, è apparso evidente – e confortante – sabato scorso al Torrione, affollato di volti di varie generazioni per la presentazione del nuovo libro per ricordare Giovanni Verde. Un appuntamento fortemente voluto dai volontari dell’Associazione Radici, che da qualche tempo si occupano di garantire la fruizione del monumento simbolo di Forio, tornato ad essere punto di riferimento della vita culturale del paese. Peraltro, la valorizzazione del Torrione come Museo Civico fu un impegno a cui proprio Verde si dedicò con grande entusiasmo e dedizione, fin quando lo scrigno delle opere di Giovanni Maltese gli venne affidato dal Comune dopo che, all’inizio della II Guerra Mondiale, egli aveva lasciato definitivamente l’insegnamento a Napoli per tornare sull’isola natia. Toccò a Verde prendersi cura delle sculture lasciate da Maltese, suo grande amico, che costituivano la dotazione del museo. E l’altra sera una signora del pubblico ha raccontato come da ragazzina si recasse con altri coetanei al Torrione per ascoltare la descrizione e la narrazione che Giovanni Verde vi faceva dell’opera artistica di Maltese. Di questi, sempre Verde si premurò di pubblicare i sonetti, scritti nel dialetto foriano di cui anch’egli era un cultore, tanto da utilizzarlo per molte delle sue composizioni poetiche, oltre a dedicargli un saggio di glottologia.

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Foto Qui Ischia

L’incontro di sabato ha riportato alla luce tanti aspetti della personalità di Verde, tanti momenti della sua vita e, contestualmente, tanti episodi della realtà e della storia di Forio nel secolo scorso. Nulla a che vedere con l’atmosfera tanto forbita e accurata quanto fredda e distaccata che connota solitamente la presentazione di un nuovo libro. Nel ventre protettivo del Torrione, si è parlato dell’amico, del conoscente, dell’illustre concittadino con toni pieni di affetto, sincera ammirazione, partecipazione. Un atteggiamento comune ai giovanissimi allievi del Nautico in divisa come ai presenti più anziani, che Verde avevano conosciuto e che hanno avuto il piacere di rammentare, con lui, anche ricordi personali o di famiglia. Un clima favorito dalla partecipazione delle figlie di Verde, del genero Gino Coppa e delle nipoti. E dalla testimonianza intensa, calorosa, accompagnata da vari aneddoti dell’avvocato NINO D’AMBRA, che ha offerto vari tasselli alla ricomposizione di un’epoca, sollecitando anche i ricordi di altri partecipanti. L’avvocato LUCIANO TRIFOGLI, che ha spiegato di aver scoperto Verde come scrittore proprio attraverso quest’ultima pubblicazione, si è soffermato sulla sua personalità eclettica, dedita a tutte le espressioni artistiche e creative, dalla scultura alla poesia. FRANCO IACONO, che per primo da sindaco aveva promosso una pubblicazione su Giovanni Verde, ne ha sottolineato il ruolo nel recupero dell’identità foriana, pur avendo coltivato rapporti intensi con la grande cultura napoletana del suo tempo. A Napoli, infatti, Verde conobbe e frequentò, tra gli altri, D’Annunzio, Salvatore di Giacomo, Vincenzo Gemito, Giuseppe Casciaro, Ferdinando Russo, Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio, che lo scelsero come collaboratore dei loro quotidiani “Il Mattino” e “Il Giorno”. Il maestro GAETANO MASCHIO ha ricordato l’originalità e il valore dell’opera “Nzaùrete”, portata in scena con successo qualche anno fa.

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Foto Qui Ischia

Filo conduttore dell’incontro sono state le composizioni poetiche di Verde: argute, ironiche, a tratti perfino caustiche, che pur riferendosi spesso a personaggi (anche pubblici) e vicende del suo tempo, mantengono tuttora  inalterate la loro freschezza e attualità. Il presidente dell’associazione Radici, PEPPE MAGALDI, ne ha proposte diverse, dalle più famose, tratte da raccolte già note e pubblicate, a quelle ancora inedite, che compaiono per la prima volta nel nuovo libro. Quest’ultimo è un omaggio a tutto tondo ai molteplici talenti di Giovanni Verde, giornalista e fondatore di varie testate, fine narratore e poeta, storico della sua terra, colto polemista. E poi lettere, contributi, articoli e  note biografiche dei suoi contemporanei. Davvero un ottimo lavoro di ricerca e ricostruzione da consegnare a chi Verde l’ha conosciuto, ma soprattutto a chi lo sta scoprendo adesso e ai giovani e giovanissimi che dovranno custodire, attraverso il ricordo dei singoli, la memoria di Forio e della sua comunità. Perchè “tutto quello che fu resta presente”, come ebbe a scrivere Giovanni Verde nel suo “Inno alla facoltà della memoria”.

 

Dello stesso Autore

LA SAGA DI PITHECUSA, 1973 QUANDO NE IMBROCCO UNA, 1990 I MIEI VERSI GIOCOSI, 1994 NZAURETE, 2000 RACIMOLI, 2004 L’ISOLA D’ISCHIA A VOLO D’UCCELLO, 2012

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