Di norma, ogni lavoro pubblico dovrebbe avere un inizio e una fine, indicati con precisione l’uno e l’altra fin dall’avvio delle attività. Funziona così ormai da diversi anni, per cui non si tratta certo di una novità. Eppure, a Ischia è come se questa regola non fosse mai esistita, visto che viene perlopiù ignorata. Passano gli anni, si susseguono i lavori, ma la pubblicità di quelle date fatidiche è sempre rara, praticamente introvabile. Soprattutto la scadenza dei lavori resta solitamente ignota, manco fosse la sorpresa che dovrà uscire dall’uovo di Pasqua. E intanto i cittadini aspettano, più o meno pazientemente, che le opere arrivino finalmente alla fine. Quando, loro non lo devono sapere.
E’stato così per i lavori estivi, con informazioni ridotte all’osso in corrispondenza dei cantieri, nemmeno tutti peraltro. E si procede nella stessa maniera con le opere autunnali. Basti vedere il cantiere di via Leonardo Mazzella e quello di via Nuova Cartaromana, dove dei lavori, effettuati in varie tranche, non è specificato alcun termine. Anche se, oltre che obbligatorio, sarebbe anche una auspicabile forma di rispetto per i cittadini con le cui attività quotidiane i cantieri spesso interferiscono, se non addirittura confliggono.
E’ il caso dell’intervento – l’ennesimo della serie – in corso in via Baldassarre Cossa. Che ha reso necessario il trasferimento del capolinea degli autobus nel parcheggio sulla Sopraelevata. Mossa obbligata, ma decisamente scomoda per gli utenti, già alle prese con le ordinarie defaillance del servizio pubblico di linea. Tanto più che ad essere coinvolte da questa rivoluzione sono le principali linee di collegamento tra le località isolane, di cui usufruiscono soprattutto gli studenti e i turisti che ancora numerosi si trovano sull’isola. Anche per loro, l’informazione è monca, perchè nulla è dato sapere circa la scadenza dei lavori in corso.