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News Nella Bruxelles in stato d’assedio, chiusa anche la mostra sui sarcofagi ospitati a Ischia
Nella Bruxelles in stato d’assedio, chiusa anche la mostra sui sarcofagi ospitati a Ischia
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9 anni ago |
Il museo chiuso
Una città in stadio d’assedio. A pochi passi dai palazzi in cui si governa l’Unione, da sabato si è improvvisamente piombati in una dimensione che l’Europa non conosceva dall’ultima guerra mondiale: cittadini serrati in casa, scuole e supermercati chiusi, ogni attività collettiva e culturale sospesa, militari armati fino ai denti a presidiare le strade, social network oscurati. E’ il nuovo volto di Bruxelles, sfigurato dalla violenza che ha già seminato morte a Parigi e che sta tentando ora di sconvolgere la vita quotidiana nel Vecchio Continente. E nella capitale del Belgio risvegliatasi nell’incubo di essere fulcro di una guerra estranea, mai dichiarata, ha chiuso i battenti anche il Musèe du Cinquantenaire e la mostra tanto pubblicizzata “SARCOFAGI SOTTO LE STELLE DI NUT”. Eppure, è passato appena poco più di un mese dalla grande e festosa inaugurazione, che attirò migliaia di visitatori delle più varie nazionalità nel cuore della città, per essere presenti all’avvio di un restauro trasformato in evento, di pubblico e mediatico. Di cui è protagonista già da mesi l’équipe dell’ISTITUTO EUROPEO DEL RESTAURO, guidata da Teodoro Auricchio e da Annalisa Pilato, e trasferitasi fino al prossimo aprile a Bruxelles per portare a compimento il recupero dei due sarcofagi egizi iniziato sul Castello Aragonese.
- Il manifesto del Science Day
Proprio per domenica scorsa era in programma, presso il Museo, una giornata dedicata alla scienza, “Science Day”: un evento nell’evento, per il quale i restauratori ischitani avevano predisposto ricco un programma di iniziative, destinato al pubblico che sarebbe intervenuto sicuramente numeroso. Come, del resto, era stato fin dall’inaugurazione alla metà di ottobre, a cui aveva partecipato anche una delegazione appositamente partita da Ischia. Ma il coprifuoco scattato da sabato ha impedito che la manifestazione si svolgesse.
D’altra parte, il Museo, come gli altri punti di riferimento culturali della città, era stato chiuso al pubblico immediatamente, non appena era stato alzato il livello di allarme in tutta Bruxelles, centro compreso. Seppure tra imprevisti e difficoltà, in un clima surreale, prosegue invece il lavoro dei restauratori, che continuano a prendersi cura dei reperti lignei, sulla base dell’accuratissima analisi e della conseguente diagnosi realizzate durante la lunga permanenza sul Castello. Ma la chiusura del museo ha fatto venir meno per ora uno degli elementi distintivi di questo restauro di caratura internazionale, ovvero lo svolgimento “live” delle attività, all’interno di un enorme modulo trasparente, per consentire ai visitatori di osservarle e seguirle istante dopo istante.
- Così prima della chiusura – Foto IER
Così, dopo l’anno trascorso sul Castello, i due sarcofagi provenienti dal Nascondiglio di Deir El-Bahari, nella grande necropoli di Tebe, si ritrovano ora nella città (e nel museo) che li ospita dal 1861 nel bel mezzo di una delle più grandi crisi internazionali degli anni Duemila. Strano destino per gli antichi reperti passati dal Nord-Africa al cuore dell’Europa. Reperti per ora preclusi al pubblico. Si spera per poco. Perché è anche nei musei che si formano gli anticorpi della società contro le male piante dell’oscurantismo, della crudeltà, della negazione dei valori e delle ragioni dell’altro. E la riapertura dei musei a Bruxelles sarà un primo segno importante di ritorno alla normalità della civiltà.