Fu proprio da lì, da quell’ampio spazio coperto appena recuperato da un degrado durato quasi due secoli, che trent’anni fa partì la programmazione culturale del Castello Aragonese. Tra quei muri bianchi della Chiesa dell’Immacolata, dalla storia importante ma mai invadente, liberi dalle ridondanze barocche senza perdere il loro fascino antico, da allora ha trovato accoglienza una lunga serie di mostre, che ha legato di volta in volta il nome di Ischia e del suo monumento simbolo ai grandi maestri dell’arte del Novecento, agli artisti isolani, a talenti di valore internazionale. Uno spazio espositivo di eccezionale richiamo, che nel tempo non ha mai tradito la vocazione alla qualità irrinunciabile in un contesto tanto prestigioso. E che oggi, dopo essere stato per tanti mesi vetrina di un restauro particolare come quello dei sarcofagi egizi, torna alla sua destinazione primaria, facendosi cornice di opere create a pochi metri di distanza da chi ebbe la felice intuizione di fare dell’unica chiesa rimasta quasi intatta sulla rocca un sala dedicata all’arte.
Mancavano da qualche anno ormai i dipinti di Gabriele Mattera dalla chiesa dell’Immacolata. Da quando si era chiuso l’ultimo capitolo (per ora, almeno) delle mostre dedicate alla fertile amicizia tra il maestro del Castello e altri artisti partecipi del suo percorso umano e creativo. Ci sono tornati qualche giorno fa, recuperando appieno la vocazione espositiva della chiesa, in cui trovano la loro naturale e ideale collocazione, che esalta la loro luce e le loro dimensioni, che le avvolge maternamente come un ventre dal quale non si sono mai fino in fondo separate.
“Gabriele Mattera, idee e proposte per una fondazione/museo”, questo il titolo della personale che raccoglie opere realizzate tra il 2003 e il 2005, figlie di una ricerca sfociata nel ciclo “Il blu della notte”, ultimo momento evolutivo della lunga storia artistica del maestro. Che poi è anche l’occasione per un omaggio nel decennale della sua scomparsa. Con l’intento di fare di questo allestimento il primo atto di una esposizione permanente. E il nucleo di un museo che potrebbe, insieme ai dipinti di Gabriele Mattera, ospitare nel tempo i lavori di altri artisti, per continuare quel processo di valorizzazione delle arti figurative e di promozione della cultura che proprio il maestro del Castello perseguì con impegno e costanza. In quel luminoso spazio senza tempo che l’unica cupola risparmiata dai bombardamenti del 1809 ha preservato fino ai giorni nostri.
La mostra è aperta al pubblico, come l’intero Castello, tutti i giorni dalle 9.00 al tramonto.