Non sarà la magistratura, almeno per ora, ad archiviare la delibera Asl 506/15 che nel settembre scorso ha buttato a mare diciotto anni di assistenza psichiatrica all’avanguardia sull’isola d’Ischia. Il Tar ha appena rigettato la richiesta di sospensiva del Comune d’Ischia, che aveva impugnato il provvedimento della Na2 Nord su “Rimodulazione dell’appalto Sir di Ischia”. Che poi, altro che rimodulazione! La Sir con quella delibera firmata dall’allora commissaria Agnese Iovino è stata cancellata dai servizi attivi sul territorio isolano e al suo posto è stata prevista la realizzazione di un nuovo gruppo appartamento. E proprio in virtù di questa modifica della tipologia di residenza sono stati chiamati alla compartecipazione alle spese i Comuni isolani. Che, attraverso il Comune d’Ischia, nella sua qualità di capofila dell’Ambito, hanno deciso per l’impugnazione della delibera dinnanzi alla magistratura amministrativa.
Ieri, si era svolta la prima udienza per esaminare la richiesta di sospensiva, al termine della quale il giudice si era riservato di decidere. E oggi si è saputo l’esito della riserva: RIGETTATA LA SOSPENSIVA, la delibera resta in vigore. Per la valutazione complessiva sulla stessa bisognerà aspettare il giudizio di merito, la cui data dovrà essere comunicata prossimamente alle parti interessate.
In questa prima fase del procedimento, il giudice amministrativo si è ovviamente a limitato a pronunciarsi sulla questione della sospensione o meno della delibera. E ha ritenuto che non vi fossero le condizioni per accogliere la richiesta, soprattutto perché l’Asl ha dimostrato che precedentemente all’adozione del provvedimento il Comune d’Ischia, sempre nella sua qualità di capofila, era stato più volte interpellato e sollecitato a discutere della questione oggetto della contestata delibera. Inviti rimasti peraltro senza risposta, per cui l’Azienda aveva poi proceduto ugualmente secondo gli intendimenti e gli obiettivi della dirigenza di allora. Ma poi il Comune d’Ischia non ha condiviso quell’atto che ha scardinato le fondamenta della Salute mentale sulle isole, fino a farsi promotore di un’azione giudiziaria contro di esso.
Il fatto che il giudice non abbia ravvisato gli estremi per sospendere il provvedimento, non ipoteca l’esito finale del procedimento. Oggi è stato preso in esame solo un aspetto, che appare più formale che sostanziale, della complessa e delicata vicenda che ha rivoluzionato al ribasso l’offerta della sanità pubblica per gli abitanti di Ischia e Procida. Il nodo della questione non è certo che il Comune fosse stato invitato a Monteruscello e che – a quanto pare – qualcuno abbia trascurato di rispondere e, dunque, di rappresentare con la dovuta determinazione e forza presso l’Asl e con la commissaria Iovino i fondati motivi di opposizione alla distruzione della Sir che erano da mesi al centro dell’opinione pubblica isolana e di tante iniziative sul territorio. A questi difetti di comunicazione, dimenticanze, sottovalutazioni (per essere delicati) siamo purtroppo abituati e non c’è neppure da esserne troppo stupiti: per mesi, mentre non si parlava d’altro e si succedevano appelli e sollecitazioni affinché contrastassero seriamente la “macelleria sanitaria” decisa da Iovino, gli amministratori isolani hanno dormito. E quando si sono svegliati dal loro cronico letargo, il danno era fatto, anche a discapito dei bilanci degli enti locali. Ed è stato allora che si sono decisi a intervenire, impugnando la famosa delibera.
Quest’ultima dovrà (dovrebbe) essere esaminata e valutata in toto nel giudizio di merito presso il Tar, quando avverrà. E allora il giudice si dovrà (dovrebbe) pronunciare anche sull’appropriatezza della CANCELLAZIONE DELLA SIR e la sua sostituzione con una struttura residenziale che non garantisce gli stessi livelli di assistenza né ai residenti “storici” di Villa Orizzonte né ad altri malati isolani che dovessero averne bisogno. UNA SOTTRAZIONE GRAVISSIMA PER LE POPOLAZIONI ISOLANE, in aggiunta a tutte le altre che hanno ridotto al lumicino la Salute mentale di Ischia, con disagi enormi per l’utenza e con una riduzione estremamente rischiosa della disponibilità ed efficienza dei servizi psichiatrici attivi sul territorio.
Tutti, tanti buoni motivi che, al di là del passaggio giudiziario, dovrebbero far riconsiderare la situazione da parte della Commissione incaricata dall’attuale dirigenza di Monteruscello di riorganizzare il Dipartimento di Salute Mentale. E’ a Monteruscello che devono ricostruire ciò che è stato distrutto in nome di una insussistente “spending review”, che ci fa spendere alla fine più di prima. Con l’aggiunta di costi sociali indegni di un paese civile.
28 gennaio 2016