Di questi tempi dovrebbe essere già tutto scritto e definito fin nei dettagli. E già da almeno un paio di mesi. Come è prassi altrove. Lì dove si sono affacciati sul mercato solo da qualche anno e lì dove, invece, hanno un’industria dell’accoglienza di lungo corso. Quale è quella di Ischia. Che anche quest’anno, secondo le sue strane e originalissime “regole”, è arrivata invece a gennaio senza che vi sia uno straccio di programma degli appuntamenti e manifestazioni di richiamo dei prossimi undici mesi né a livello comunale né tanto meno isolano. Ma questa non è una novità, si obietterà. Giusto, ma può mai essere questa una giustificazione? Piuttosto si tratta di una seria aggravante, non foss’altro perché di anno in anno non si riesce a superare una carenza grave, a emendare un andazzo che da tempo è stato diagnosticato come deleterio per l’immagine dell’isola, per la credibilità della sua offerta, per la possibilità di competere efficacemente con le località concorrenti. Lo si sa, lo si dice e ripete da tanto tempo che si è perso il conto degli anni, ma si rimane fermi nell’errore. E così perpetuandolo, si rinuncia in partenza a tentare un rilancio vero, di ampio respiro e di prospettiva, che non si immiserisca nel computo dei “ponti” e che non si limiti ad approfittare di circostanze favorevoli contingenti per spuntare qualche zero virgola in più nelle presenze straniere annuali.
Così, in questo deserto generale, risaltano ancora di più gli unici punti fermi e certi della programmazione “fujuta”. Allo stato, infatti, sono fissate e ufficiali le date di due sole manifestazioni: ANDAR PER SENTIERI, a primavera nella prima settimana di maggio, e ANDAR PER CANTINE, ad inizio autunno, dal 18 al 25 settembre. Tutto messo su nero su bianco in italiano e tradotto pure in inglese e tedesco in una pubblicazione che è stata già distribuita a Londra e che prossimamente lo sarà anche a Stoccarda, Berlino e in altre vetrine internazionali. Onore al merito della PRO LOCO PANZA, che in collaborazione con il CAI isolano e altre associazioni continua con serietà e continuità il percorso avviato negli ultimi anni, con un progressivo incremento dei partecipanti, soprattutto stranieri, e dei consensi. Un riscontro eloquente per iniziative che valorizzano nel modo più rispettoso e appropriato le peculiarità del territorio, che rafforzano e diversificano l’offerta nei periodi che ne hanno più bisogno, che esaltano il connubio ambiente-turismo, che non si fermano ai risultati a breve, ma si proiettano fruttuosamente nel futuro, con ampi margini di crescita. Insomma, buone idee ben concretizzate, coltivate, promosse. Progetti che dovrebbero e avrebbero già potuto essere da questo punto di vista un esempio da seguire e da moltiplicare. Mentre, ancora una volta, sono rimasti la classica colomba che non fa primavera.
Ancora qualche settimana e, con febbraio, assisteremo nuovamente alle partecipazioni alle ferie, inutile rito che si rinnova sempre più stancamente da Milano a Berlino, per poi spostarsi a Mosca. Con un numero di partecipanti in trasferta da Ischia di gran lunga superiore alle manifestazioni che vanno a pubblicizzare. Perché UN PROGRAMMA DEFINITO, COORDINATO, ISOLANO nel senso di unitario, NON C’E’. E già il fatto di presentarsi a quegli appuntamenti internazionali senza la materia prima priva di senso quella partecipazione, che sarà vuota come la programmazione della prossima stagione turistica isolana.
Che si va a promuovere, se non c’è ancora neppure un elenco delle manifestazioni con relative date da aprile ad ottobre?
Allo stato, neppure le manifestazioni “storiche”, che una data definita ce l’hanno da decenni, si possono considerare certe. Perchè altrimenti si sarebbe potuto stilare un programma, per quanto ridotto all’osso agli appuntamenti più consolidati, fin dall’autunno, come fanno regolarmente le località turistiche italiane e straniere che fanno promozione vera, nei tempi giusti e più proficui per massimizzare gli effetti e i risultati. D’altra parte, noi siamo abituati a organizzare e presentare la FESTA DI SANT’ANNA qualche settimana prima del 26 luglio e a trovare qualche risorsa per SANT’ALESSANDRO sempre sul filo del rasoio ad estate avanzata e gli “EVENTI” SETTEMBRINI ad agosto. Così si è sempre fatto e si va avanti con le solite cattive e controproducenti abitudini, benché si sia ormai perfettamente consapevoli che non è questo l’approccio che può aiutare la crescita e la (ri)qualificazione del turismo ischitano.
Ma interessa davvero a qualcuno perseguire questi obiettivi, che dovrebbero essere scontati, il minimo indispensabile per andare avanti? Dai fatti, dai segnali, dalle scelte che si registrano finora, non sembra proprio che questa sia una preoccupazione dei soggetti che dovrebbero farsi parte attiva per invertire la rotta. Sembra quasi che l’impegno maggiore sia messo nel giocare al contrario, nel muoversi in controtendenza che poi equivale ad un immobilismo totale, nel rinunciare a priori ad ogni sia pur minimo progresso rispetto al nulla a cui si è abituati. Tanto la barca va, in un modo o nell’altro. A che serve prendersi il fastidio di fare qualcosa di più, di meglio, di utile. Di necessario, perfino, per riconquistare le tante posizioni perdute, per tornare ad essere vivacemente concorrenziali soprattutto all’estero, per tentare di recuperare, e pure con il minimo sforzo (perchè un rilancio vero dovrebbe passare per ben altre idee, progetti, realizzazioni), la clientela che si è volatilizzata nel corso degli anni. Tutta “roba” di cui a Ischia possiamo fare a meno…o no?