Secondo ciclo di repliche e successo confermato e meritato per “Il gran ballo di Cinerello”

cinerello foto

Foto Luigi Trani

Oh, a Ischia ci sono proprio dei bravi attori! Dopo aver apprezzato i protagonisti de “In tre sull’altalena”, stasera l’appuntamento era con uno spettacolo che aspettavo di vedere da parecchio, visto che alla precedente messa in scena non ero riuscita ad andarci. E da allora ero curiosa, sulla scorta delle tantissime lodi e della querelle innescata da qualche dissenso. Di solito, i troppi consensi per me non depongono mai troppo a favore, anzi mettono in allerta il mio senso critico. Ma, d’altra parte, quest’anno Salvatore Ronga non ne ha sbagliata una, da autore e da regista: ottima “Cent’anni di isolitudine” presentata sul Castello, non da meno “Di terra, di mare e di zolfo” proposta sempre in settembre. Senza dimenticare una messa in scena più che apprezzabile (e apprezzata) di “Antigone”, tirando fuori il meglio da un gruppo di giovani ancora da plasmare. Il tanto osannato “Gran Ballo di Cinerello” avrebbe confermato la buona vena degli altri o era stato sopravvalutato?

Tre atti, filati lisci dalla prima all’ultima battuta. Con un ottimo ritmo, senza una sbavatura e un equilibrio non scontato tra i vari personaggi e i vari registri. Uno spettacolo che funziona, forte di una scrittura valida già all’origine, che è stata valorizzata al massimo dalla regia – e il vantaggio che a portarla in scena sia l’autore è evidente – e dalle inappuntabili prove dei singoli interpreti e dell’insieme. Perchè anche stavolta (e questo è un merito del regista Ronga) il risultato è della squadra, di un gruppo affiatato, che riesce ad armonizzare nel tutto i talenti individuali, sempre più affinati di esperienza in esperienza.

Leggero e profondo, divertente e intelligente, godibile e intenso, “Il gran ballo di Cinerello” ha tutte le carte in regola per compiere un percorso interessante anche fuori dall’isola. Come è auspicabile che avvenga, anche per dare slancio ad una realtà culturale preziosa per Ischia, quale si sta dimostrando quella del giovane teatro che sta crescendo e progredendo costantemente all’ombra del Poli. Senza dover nulla invidiare, tutt’altro, alla media della compagnie forestiere che si sono esibite sul palcoscenico del polifunzionale e che rappresentano un altro fattore di crescita per il movimento teatrale isolano e per i gusti, la preparazione e le abitudini del pubblico locale.

Le numerose chiamate finali degli interpreti del “Gran ballo” - compreso il regista che si è concesso un imprevisto passaggio in scena nell’ultimo atto - hanno confermato anche in queste repliche il consenso e l’apprezzamento mostrati dal pubblico, accorso numeroso, in occasione della prima uscita nell’aprile 2014. Ma il cammino dell’”operetta amorale” è solo all’inizio. E potrebbe riservarci altre sorprese…

25 gennaio 2016

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