Caro Internet, saluti da Ischia

 

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Foto Qui ischia

di Ennio Anastasio

 Caro Internet questa è una cartolina  che non avrei mai voluto trovare, ed infatti non è  in vendita negli appositi espositori dei negozi di souvenir o in quelli delle librerie o dei bar,no, questa è una cartolina che ho trovato per le strade, per i luoghi di un’isola bellissima, stupenda, che si chiama Ischia. Un’isola che molti ci invidiano in più parti del mondo, per la sua ricchezza storica e culturale,  per il suo dolce clima, per il suo mare, per le sue straordinarie bellezze naturali, per le sue potenzialità. Questa cartolina, che nessuno mai vorrebbe spedire, purtroppo rappresenta un volto triste, amaro, ciò che viene nascosto come la polvere sotto il tappeto, giusto per intenderci, e magari fosse solo polvere. Questa realtà, rappresentata nei pochi centimetri colorati di una piccola cartolina è una spina profonda nel fianco, e non appare nei depliant o negli opuscoli perché l’incuria, il disinteresse, l’incapacità e la faciloneria di tanti “yes man” che si deputano a ruoli pubblici rivestendo posizioni istituzionali di diversi livelli, non va mostrata, di certo non deve apparire. Ma pur essendo raccapricciante a dirsi, purtroppo è vero : il porto d’Ischia sulla riva destra cade a pezzi, il pontile “Italia 90” alla banchina del Redentore è oramai inclinato a metà sul fondale e appare come un malato terminale mentre i basoli storici di rivestimento del ponte aragonese si staccano sempre più dai parapetti scivolando nel mare d’Ischia e il tondo di Marco Aurelio nel porto agonizza tra le lamiere di un terminal insignificante quanto orrendo per la sua progettualità. Sulla litoranea, un pezzo di lamiera tagliente e arrugginita che ancora assume la forma di una cabina,probabilmente di fornitura elettrica, ostacola il passaggio sul marciapiede  mentre il Comune di Casamicciola si prepara a denominare a breve l’amato e rinomato “Capricho”, nato in stile barocco dalla penna dell’architetto Ugo Cacciapuoti  e tempio della movida negli anni ottanta, come il nuovo Pio Monte della Misericordia e così gli stabili, sempre più  avviati alla categoria “ruderi”, vinti dalle piogge e dall’incuria degli impavidi amministratori sono entrambi pronti per le luminarie del prossimo Natale, almeno questo si farà.

Quanto ingegno e maestria si ravvisa nella costruzione di tali opere storiche così ammirevoli,  solo a pensarci , ma ci rendiamo conto di quanti anni saranno occorsi per un rivestimento basaltico così pregiato  dell’ intero ponte aragonese in entrambi i lati ? e quanti per il posizionamento nella loro perfetta rotondità delle banchine nel lago dei bagni ?  Brutta bestia quando ti accorgi che vivi in storie di comparazione che testimoniano come un “passato” non è mai passato ma anzi rappresenta ancora il presente a dispetto del fatto che nulla è cambiato se non in peggio con lo scorrere degli anni. Di chi la colpa? non certo di quelli che ci hanno preceduto lasciandoci le responsabilità di opere importanti, di pregio, di perfezione, e di enorme valore.

Caro Internet non mi infilo nel futuro che verrà, non ho minimamente l’arroganza e la presunzione di provarci, ma penso che una riflessione vada fatta.  Su cosa? certamente su quanto si potrebbe fare, o meglio su quanto si è obbligati a fare per quest’isola meravigliosa che chiede aiuto e soprattutto rispetto. Caro Internet questa cartolina “saluti da Ischia” non la spedirò a nessuno,tranne che a te, stanne sicuro.

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