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associazioni Don Luigi Ciotti a Ischia: “E’ una gioia un presidio di Libera su questa stupenda isola”
Don Luigi Ciotti a Ischia: “E’ una gioia un presidio di Libera su questa stupenda isola”
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10 anni ago |

Foto Qui Ischia
Tre giorni dopo la prima uscita ufficiale, anticipata per consentire la partecipazione del mondo della scuola, è arrivata la presentazione del presidio di Libera a Ischia a don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione che l’anno scorso ha festeggiato i suoi primi vent’anni di vita. E don Ciotti, che a Ischia era già venuto dieci anni fa e che ieri è tornato come relatore per la IV Catechesi diocesana, ha salutato con “gioia” la nascita del presidio di Libera “su questa stupenda isola”. E si è detto particolarmente contento anche della scelta di intitolare il presidio a Gaetano Montanino, a testimonianza “della sua storia, della sua vita, dei suoi sogni”. Rivolgendosi a Luciana Di Mauro, moglie di Gaetano che ha dato un forte sostegno all’iniziativa isolana di cui è la madrina e che era presente all’incontro in Cattedrale, don Ciotti ha sottolineato: “A Luciana hanno strappato l’amore della sua vita, che ora vive nel presidio”. Così come aveva già fatto nel corso del suo intervento su “Visitare i carcerati”, con la sua forza dialettica assolutamente coinvolgente, don Ciotti ha sottolineato che prima di parlare di legalità bisogna praticare la responsabilità. La legalità, infatti, “salda la responsabilità dell’io con la giustizia del noi”. Dunque, quello di Libera è innanzitutto presidio di responsabilità. Perchè “NON SI PUO’ ESSERE CITTADINI A INTERMITTENZA, CHE SI COMMUOVONO, MA NON SI MUOVONO”. E’ anche una questione di “democrazia, che si fonda su giustizia e dignità umana”. Perciò il fondatore di Libera ha insistito: “Smettiamola di chiedere alla politica e alle istituzioni responsabilità, se prima non ci assumiamo la nostra, di responsabilità”. Una riflessione-sollecitazione che trae spunto da dati oggettivi. A cominciare dal radicamento e dalla lunga vita delle mafie, che resistono da secoli: com’è possibile che non si riesca, in tanti, a capovolgere quella violenza? “Siamo qua per reagire – ha detto – Bene un presidio di Libera che pone domande. Dobbiamo stare insieme, radunare gli onesti e diventare una forza etica, sociale, educativa”. Senza lasciare in secondo piano il ruolo della cultura, essenziale per un “grande risveglio delle coscienze”.
Don Ciotti ha parlato del seme di Libera, come pure del suo olio, frutto delle olive prodotti nei terreni confiscati alla criminalità organizzata, che alimenta le 300 lampade della pace donate da Papa Francesco ai rappresentanti dei più diversi Paesi a Redipuglia.

Foto Qui Ischia
Tra le domande che gli sono state rivolte dal pubblico, non ne è mancata una relativa alle recenti polemiche che si sono accompagnate all’intervista molto dura nei confronti di Libera rilasciata dal giudice Catello Maresca, che ha firmato inchieste di primo piano contro la camorra. Non si è sottratto, don Ciotti, come non lo aveva fatto nell’immediatezza della pubblicazione nella sua audizione alla Commissione Antimafia. E ha ribadito la sua amarezza verso un’accusa generica e grave – “Libera definita sistema mafioso, monopolista e pericoloso” – che colpisce nel mucchio e “getta discredito su migliaia di giovani, su migliaia di familiari di vittime”. Diverso sarebbe se vi fossero accuse definite, nei confronti di persone e su fatti specifici: “Se l’attacco è a singoli, non è un problema, ma non quando colpisce la dignità di migliaia di persone. Perciò è nostro dovere chiedere conto, anche con una denuncia perchè sia la giustizia a chiarire”. Ma ha anche ribadito la sua disponibilità “ad ascoltare, ad accogliere, ma nessuno manipoli la verità. Tutti possiamo sbagliare, lo si può riconoscere. Mi auguro un ripensamento, perchè così ci guadagna solo la mafia. Dare dei mafiosi a noi, la sento come una grande offesa”. E non può che essere così da parte di chi vive con la scorta al seguito, per l’azione forte che porta avanti da decenni contro la criminalità e che è impegnato quotidianamente a creare anticorpi, a risvegliare le energie migliori della società civile contro le mafie soprattutto nei loro territori. “Mi auguro un ripensamento”, ha detto don Ciotti, che peraltro ha anche augurato a Maresca e ai suoi colleghi ogni bene nella loro difficile azione quotidiana, nella quale Libera sarà sempre, come sempre, al loro fianco. Ma senza rinunciare a tutelare la storia di Libera, “che non è perfetta, perchè tenere insieme 1600 associazioni non è semplice, ma è pulita”.
Di questa ampia rete di associazioni è entrato a far parte il neonato presidio ischitano, al quale è stato dedicato un brindisi poco prima che don Ciotti lasciasse la Cattedrale con il Vescovo. “Diamoci una mano a riempire di vita la vita!”, è stata la degna conclusione di un incontro intenso, pieno di spunti, di domande, di motivi di riflessione. E di azioni concrete.