Il “Telese” accoglie Libera, una grande prova della cultura dell’ospitalità isolana

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Foto Qui Ischia

La prova è stata brillantemente superata. Non è stata la prima volta che al “Telese” si sono organizzati convegni e manifestazioni, trattandosi di attività connaturate ad un istituto che prepara a diventare professionisti dell’accoglienza, in tutti i suoi aspetti. Ma è stato davvero significativo il contributo che la scuola di Ischia ha offerto alla prima uscita pubblica del presidio di Libera a Ischia, a cui l’IPS Telese ha aderito fin dall’inizio come fondatore. E in questo ruolo, grazie alla sua specificità, ci ha messo parecchio del suo nell’appuntamento di ieri. Anzi, del loro, vista la pluralità degli apporti e l’ampiezza della squadra coinvolta. Una mobilitazione corale, che ha funzionato fin nel dettaglio, proponendo agli ospiti venuti da Napoli uno spaccato dell’Ischia migliore. Tanto più evidente nel confronto con i temi difficili e inquietanti che necessariamente sono stati al centro della riflessione della mattinata e che, purtroppo, non sono estranei neppure alla nostra isola, sebbene piuttosto mimetizzati e misconosciuti.

Se Ischia non lo è, un’oasi felice, come è stato giustamente ricordato nella discussione, al “Telese”, frequentandolo da ospiti, si fa obiettivamente fatica a crederlo. Fin dall’ingresso, con i ragazzi del RICEVIMENTO in divisa che danno il benvenuto e forniscono indicazioni, accompagnando l’uno e le altre con sorrisi cordiali, tutti i giorni, non solo nelle occasioni speciali. Anche se in quella di ieri mattina tutto è stato moltiplicato, in proporzione all’ampiezza della partecipazione e al numero degli ospiti da ricevere. Proprio come in un albergo in piena stagione turistica, con il personale al completo e l’organizzazione al top.

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Foto Qui Ischia

C’era da seguire il convegno, per dare visibilità e senso alla partecipazione dell’istituto a questa nuova esperienza di formazione e impegno sul territorio. E le classi hanno partecipato e seguito, dall’inizio alla fine, con un  livello di compostezza e educazione per niente scontato e tanto meno usuale. Mentre alcuni ragazzi del GRAFICO-ARTISTICO  hanno avuto cura di fotografare tutti i momenti del convegno, per raccontare ciò che stava succedendo sulla pagina facebook dell’istituto. Un lavoro da reporter che ha seguito ogni fase dell’incontro, ogni particolare, a conservare memoria di una giornata riconosciuta come speciale.

Nel frattempo, c’è chi si dà da fare in CUCINA  e in SALA per la sfida più peculiare, quella che dovrà fare la differenza rispetto ad ogni altra possibile accoglienza scolastica. E se ne accorge il pubblico, compresi i compagni che hanno seguito gli interventi dei relatori, quando dalla palestra è invitato a spostarsi nel salone dove tutto è pronto, con puntualità ineccepibile, per la degustazione della pasta di Libera. Paccheri al sugo, fumanti, cottura ineccepibile, serviti con cortesia e precisione dai ragazzi della sala insieme alle bevande previste. Tutto fila liscio sotto gli sguardi attenti degli insegnanti, che dirigono le operazioni e non perdono un dettaglio.

Esce il pubblico, vanno via gli studenti che hanno finito la mattinata di scuola, restano gli ospiti del presidio, per il pranzo. Come un saggio, con  lo stesso impegno, la stessa cura perchè tutto riesca al meglio. Dall’apparecchiatura della tavola, al decoro centrale, al servizio inappuntabile dei ragazzi che si alternano nel seguire i commensali, con gesti da professionisti nonostante l’estrema giovinezza dei volti e la tensione che certo non manca, quando si comincia appena a farsi un’esperienza e bisogna imparare a non versare neppure una goccia d’acqua sotto sguardi estranei.

E poi l’opera della brigata che si è data da fare ai fornelli, dall’elaborazione del menu alla preparazione delle pietanze, alla scelta dei vini. I ragazzi, invitati dal preside, illustrano con un filo di emozione i piatti, ne evidenziano gli ingredienti più importanti, tra cui le “erbe di stagione” arrivate fresche dall’orto coltivato dai loro compagni dell’AGRARIO a Serrara. E  raccontano ai “forestieri”, in sintesi, la storia del vino isolano appena servito, la zona di provenienza, le caratteristiche. Il corso da sommelier garantisce anche questo aspetto della preparazione sempre più importante e richiesto nel modo del lavoro, oggi. Alla fine, sono loro a meritare un grande applauso e i complimenti. I ragazzi della sala e della cucina si sono fatti onore, precisi e concentrati nel fare ogni gesto, dall’assegnazione dei posti al recupero dell’ultimo tovagliolo.

Distesi, si godono anche loro il coinvolgente spettacolo di musica a balli popolari che ha voluto dedicare a Libera la SCUOLA DEL FOLKLORE. Un’altra sorpresa per gli ospiti “continentali”, rimasti piacevolmente colpiti dalla calorosa accoglienza ricevuta. Una soddisfazione per ragazzi che si stanno costruendo una professionalità e, con essa, il proprio futuro lavorativo. Ma che hanno anche la responsabilità di dover onorare un giorno la tradizione dell’ospitalità isolana e di dover custodire e migliorare la qualità dell’offerta turistica dell’Isola Verde. Mentre sta a noi tutti, fin d’ora, contribuire a creare il contesto più favorevole alla valorizzazione delle capacità e  delle competenze della nuova generazione di operatori del turismo.

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