Ma da quale Piano colore è spuntato il color “cocozza” dell’elementare “Buonocore”?

IMG_3619

Foto Qui Ischia

IMG_3620

Foto Qui Ischia

Uno dei prospetti affacciati sul cortile interno è finito, tinteggiato di fresco, mentre i lavori proseguono sugli altri. Tanto basta per notare che il restyling non cambierà colore al “Marconi”. Per fortuna, rimarrà giallo, della tonalità originaria, solo priva della patina del tempo. All’edificio quasi ottantenne nel centro di Ischia è stato risparmiato uno stravolgimento che, invece, è toccato al “Buonocore” di Cartaromana. Dove, l’altrettanto recente ritinteggiatura ha portato in dote un improbabile “cocozza” che più ardito non si poteva. E che suscita una comprensibile curiosità sui motivi e gli artefici di una scelta così particolare e decisamente imprevedibile.

Era cominciato dalla struttura più interna del complesso di Cartaromana, il cambio look del “Buonocore”, e all’inizio era quasi invisibile da fuori, mimetizzato dal corpo dell’edificio centrale, che manteneva il suo caratteristico rosa chiaro. Ma per poco, perchè nelle fase successiva l’opera è stata completata e la nuova tinta applicata su tutti i muri esterni. Un colpo d’occhio notevole, non c’è che dire, perchè è impossibile che la novità passi inosservata. E infatti spicca, dall’alto, eccome se spicca! Che l’abbiano scelto per questo un colore tanto inconsueto per Ischia? Hanno pensato che fosse necessario un pugno nell’occhio per far notare la presenza della scuola elementare? Ma che bisogno c’era di fare ricorso a quel “cocozza” che non c’entra nulla con i colori ischitani?

Qualche anno fa, fu dato grande risalto all’approvazione di un PIANO COLORE da parte del Comune d’Ischia, i cui dettami avrebbero dovuto essere seguiti da chiunque avesse dovuto tinteggiare gli esterni degli edifici nel territorio comunale. Un modo per stroncare “ab origine” la tendenza a scegliere colori troppo originali, non armonici con il contesto, in grado di stravolgere lo stile, l’identità e le atmosfere dei centri abitati. Indicazioni obbligatorie per i privati impegnati in ristrutturazioni e, a maggior ragione, per il restauro degli edifici pubblici. Ma come mai il Comune ha ignorato le sue prescrizioni, quando al posto del rosa si è andati a scegliere il discutibilissimo “cocozza”?

A proposito, ma il Piano colore è ancora valido? L”esempio è importante, si sa, e in questo caso quello cattivo dell’ente locale rischia di moltiplicare le brutture, suggerendo soluzioni altrettanto ardite e stravolgenti in giro per il paese. Dove rischiamo di trovare clonato su altre pareti, altre facciate, il terribile “cocozza” come altri colori altrettanto inconsueti e inappropriati. Le opzioni possibili sono tante, purtroppo.  Chissà quali altre tavolozze ci troveremo davanti dopo il capolavoro di Cartaromana. Aiutoooo!

What Next?

Recent Articles