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Raccontala tu Marciapiede di via Nuova Cartaromana (quasi) finito, ma gli eucalipti sono condannati!
Marciapiede di via Nuova Cartaromana (quasi) finito, ma gli eucalipti sono condannati!
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9 anni ago |
Foto Qui Ischia
Foto Qui Ischia
Finalmente si sono decisi a rimetterci mano, dopo settimane di incomprensibile sospensione di ogni attività a poche decine di metri dalla conclusione. Sono ripresi ieri mattina i lavori per il rifacimento dell’ultimo tratto ancora sventrato del marciapiede di via Nuova Cartaromana, roba da poco, per cui si potrebbe chiudere anche oggi, in tempo per il week end. Almeno per quanto riguarda la gettata di cemento, perchè poi ci vorrà la copertura d’asfalto. Chissà quando…
Tutto risolto, dunque, dopo i tanti disagi di queste settimane? Per i pedoni, fortunatamente sì, potranno tornare a camminare in sicurezza, senza dover temere di rompersi qualche osso ad ogni passo. Mentre anche stavolta è andata male agli alberi, per loro non c’è stato scampo, come per gli esemplari collocati poco più in là che già erano stati cementati tutt’intorno alla base dei tronchi. E con la stessa attenzione sono stati sigillati anche gli ultimi tre, come era facile prevedere e come “Qui Ischia” aveva lamentato ormai diversi giorni fa.
“Ma perchè avete messo il cemento fino a sotto, senza lasciare un po’ di spazio intorno al tronco?”, ho chiesto ai due operai al lavoro, che erano già passati oltre. La domanda li ha lasciati allibiti. E con evidente stupore uno di loro mi ha risposto: “Per far venire un poco meglio il marciapiede”. Che deve essere un convincimento diffuso tra quanti fanno i lavori pubblici a Ischia, visto che qua è diffusa la pessima abitudine di cementare i poveri alberi sulle strade, a prescindere dalla specie vegetale a cui appartengono. Sono convinti che così il lavoro viene meglio! Ma allora, in tutti i posti – ovunque dove si facciano lavori a regola d’arte – dove si ha la buona abitudine di lasciare un’aioletta intorno alle alberature stradali, i marciapiedi vengono male? Di sicuro là il restyling dura più tempo, perchè le radici non riemergono, o almeno non subito, per captare l’acqua piovana, sfasciando ovviamente la camicia di forza di cemento che li opprime.
Con il trattamento che hanno ricevuto, i poveri eucalipti di Cartaromana sono destinati o a seccare tutti, come quelli che poco tempo fa sono stati abbattuti, o spaccare la copertura di cemento, per garantirsi le condizioni per poter sopravvivere. E allora altro che marciapiede venuto meglio! Ma dovendoli condannare al morte, come è stato fatto, non valeva la pena di abbatterli tutti? Almeno così con il cemento si sarebbe “apparato” tutto, visto che gli alberi danno tanto fastidio, che per loro non c’è posto.
La responsabilità di quello scempio, però, non la si può ascrivere ai lavoranti, che avrebbero dovuto ricevere istruzioni per agire diversamente. E torna di nuovo la domanda già fatta nei giorni scorsi: CHI HA DIRETTO I LAVORI? Mah, mistero! Di sicuro qualcuno ci sarà, sulla carta, ma evidentemente non si è posto il problema degli alberi, come fino a ieri non si era posto quello di garantire la sicurezza dei pedoni nel tratto abbandonato per settimane. Speriamo che non si presenti quando sarà il momento di saldare i conti per l’opera realizzata, compresa la parcella del tecnico…