Trasporti marittimi, l’Autmare invita istituzioni e cittadini a Porta di Massa per un incontro

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Foto Qui Ischia

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Il presidente dell’Autmare ha inviato una nota/invito per lunedì prossimo a Porta di Massa, in occasione della prima giornata di sciopero (l’altra sarà il giorno dopo) proclamato dal sindacato Orsa Maritttimi, al PRESIDENTE ed ai MEMBRI DEL CONSIGLIO REGIONALE, al SINDACO DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI NAPOLI, ai SINDACI DELLE ISOLE DI ISCHIA PROCIDA E CAPRI, agli ASSESSORI e CONSIGLIERI COMUNALI, alle FORZE POLITICHE SINDACALI  e dell’ ASSOCIAZIONISMO,  ai CITTADINI ed ai  LAVORATORI PENDOLARI da e per le isole del Golfo di Napoli, al COMITATO NAPOLETANO PER LA DIFESA E L’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE, alla STAMPA.

“Cari amici, – si legge nella lettera -  un momento difficile sta attraversando il mondo del lavoro legato ai trasporti marittimi: per licenziamenti già avvenuti e, in prospettiva, per una turnazione del lavoro giornaliero dei marittimi Caremar che, oltre ad essere in contrasto con la normativa vigente, cozza con i tempi di riposo del personale navigante con effetti negativi e con la sicurezza; per imposizioni; per sottoscrizioni di nuovi contratti con l’Azienda che di fatto negano diritti acquisiti e determinano condizioni di subalternità  ed  instabilità occupazionale. Non meno difficile e preoccupante è quanto succede ai danni dei pendolari del mare soprattutto per salute e per  lavoro.

 Di ciò ne sono testimonianza drammatica la protesta dignitosa e determinata dei 14 licenziati EX DIPENDENTI DELLE BIGLIETTERIE CAREMAR licenziati per effetto della incauta privatizzazione, lo SCIOPERO DI 2 GIORNI ( 15 e 16 febbr. ) DEI MARITTIMI CAREMAR PROCLAMATO DAL SINDACATO ORSA MARITTIMI, che tende a ridare dignità e diritti negati ai lavoratori, l’utenza dei PENDOLARI DA E PER LE ISOLE, che vivono sulla loro pelle tutto il disagio di un’incertezza della traversata, che oltre tutto si effettua con navi lente e di bassa se non bassissima qualità per alcune unità. Il tutto per una evidente responsabilità di una politica regionale che evidenzia una sorta di sudditanza agli  indirizzi politici portati avanti dai Governatori in contraSto con quelli del Consiglio Regionale che volle la legge 1/2009; di una politica regionale carente di democrazia e di partecipazione e priva di determinazione nel campo del contrasto agli abusi armatoriali.

Lo sciopero in atto non trova il consenso degli altri sindacati, eppure ci sarebbero tutte le condizioni per stare insieme: ci sono evidentemente strategie diverse che sono sacrosante se però gli obiettivi sono gli stessi e se non subentrano azioni singole  di inconscio (almeno spero che sia così ! ) raffreddamento nella fase di lotta e di divisione che lasciano l’amaro in bocca per l’effetto producono nei e tra i lavoratori. Intanto l’indifferenza della politica e delle istituzioni preposte al controllo su  quanto accade  e la suddivisione del mondo del lavoro  costituiscono vantaggi   a favore dei privati armatori che agiscono nella logica del risparmio e cercano di trasferire in Caremar metodi e consuetudini mai contrastati in altre realtà .

Non sono tempi dai pannolini caldi, nè possiamo ricorrere al  personaggio  x o y per avere diritti; è l’ora di superare ogni difficoltà nella realizzazione  di un percorso virtuoso che è nella CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE, perché detto consesso dica la sua su tutte le questioni in essere ed in modo particolare sulla privatizzazione e sugli atti attuati  dal Presidente De Luca in un contesto monopolistico a cui spero il GARANTE  già sollecitato dia una risposta; un de Luca che oltretutto opera nel solco della continuità e in contrasto con gli atti e le indicazioni che vengono dal Consiglio regionale del 1999. E’ da qui che deve partire il rilancio del settore, perché esso è vittima di politiche accondiscendenti e di accomodamento agli interessi di pochi contro quelle della collettività .

Abbiamo anche il dovere di andare oltre, di chiedere al SINDACO DELLA CITTA’ METROPOLITANA come pensa di intervenire sulla vicenda della privatizzazione onde garantire una gestione unitaria del TPL ( terra – mare ), sulla continuità territoriale, che se ben affrontata e ben inquadrata, può portare soldi nelle casse pubbliche   e confermare  lavoro e darne del nuovo. Basta portare il profitto d’azienda  del servizio pubblico per la mobilità essenziale nell’Azienda stessa come investimento e lavoro e qualità,  piuttosto che consegnarlo nelle mani di qualcuno,

I  n  c  o  n  t  r  i  a  m  o  c  i  Lunedì  15 febbraio, alle ore 09.00 all’interno della stazione Marittima di Porta di Massa,

nello spazio da tempo utilizzato dai licenziati delle ex biglietterie  Caremar, confondiamoci con essi e con i marittimi  in lotta, discutiamo serenamente  di tutto e costruiamo insieme una proposta quale  contributo alla politica,  perché si affermino diritti costituzionali e dignità lavorativa.

                                                                 

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