Spiaggia dei Pescatori, con la mareggiata riemerge la condotta fognaria installata da pochi mesi

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Le condotte prima dell’installazione – Foto Qui Ischia

L’aggettivo “straordinario” è sempre meno appropriato rispetto ai fenomeni meteo che ancora fino a qualche anno fa avremmo considerato rari ed estremi. Purtroppo, anche sui nostri lidi non è più così e lo dimostra la regolarità annuale con cui ci troviamo a dover constatare e a commentare i disastri prodotti da violente mareggiate, accompagnate perdipiù da bufere di pioggia e vento. E a provocare i danni maggiori, da almeno due anni, è lo scirocco, che anche stavolta ha colpito duro, tra l’altro mangiandosi di nuovo tutta la spiaggia di Ischia, lasciata abbastanza intatta dall’inverno mite di cui avevamo goduto fino alla fine di febbraio. E la sottrazione della sabbia ha portato allo scoperto un’opera nuova nuova, realizzata sull’arenile meno di un anno fa. A quanto pare, SENZA PREVEDERE IL PREVEDIBILE, ovvero l’AZIONE DEL MARE.

Le onde scatenate dallo scirocco si sono prese la sabbia alla Spiaggia dei Pescatori, come l’anno passato. E hanno messo a nudo per un lungo tratto, di decine di metri, le condotte fognarie che erano state insabbiate dopo la mareggiata del 2015, poco prima dell’estate. Due enormi tubi neri, che corrono uno vicino all’altro e che ora sono completamente allo scoperto, non ancora in balia delle onde perché a proteggerli dal mare c’è una sottile barriera di “banquette” di Posidonia, regalo della sciroccata. Fin quando resisterà, le due condotte non dovrebbero almeno finire completamente a mare. Già, ma quanto resisterà?

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E come sono ora – Foto Qui Ischia

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Protette dalla Posidonia secca – Foto Qui Ischia

Davanti alla scena, tra l’altro decisamente brutta, dei due tuboni “nudi” sulla spiaggia, non si può non interrogarsi sulla qualità del lavoro di interramento/insabbiamento di quell’impianto, che avrebbe dovuto essere ben altrimenti situato e protetto. Ma come, si realizza un’opera infrastrutturale di così significativa importanza, destinata (presumibilmente) a durare nel tempo, costata fior di euro mica una manciata di bruscolini, e a pochi mesi di distanza, E’ GIA’ RIDOTTA COSI’?

E progettisti, esecutori, tecnici non sapevano che una spiaggia è battuta dal mare, anche in burrasca, e che di quel fattore tutt’altro che imprevedibile bisognava tener conto nell’installazione dell’impianto? Nessuno era informato di come solo pochi mesi prima quell’arenile era stato ridotto dalla mareggiata di scirocco, che poi è lo stesso effetto prodotto dalla sciroccata dell’altro ieri? E dopo questa grande prova di resistenza e di durata, cosa dobbiamo aspettarci da quella condotta, che ogni anno venga scoperta dal mare, per poi doverla ricoprire alla meno peggio di sabbia prima dell’estate? Siamo praticamente alla TELA DI PENELOPE, con costi di mantenimento, più che di manutenzione, non trascurabili: a carico di chi e con quali risorse?

A occhio, senza essere tecnici, l’impressione è che quelle condotte siano anche molto superficiali, poche decine di centimetri rispetto al livello normale della sabbia, su cui durante la stagione si svolgono le attività balneari. E’ normale? E’ la profondità giusta e regolamentare per quel tipo di impianto, su un arenile superfrequentato da maggio ad ottobre?

La PROVA DEL MARE NON L’HA SUPERATA. Non è durata neppure un anno, l’opera. Chi risponde di quel capolavoro?

 

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