Ennio Anastasio
Ci siamo riusciti, una parte della cartolina “Saluti da Ischia” è stata cancellata, o meglio, una bruttura è stata cancellata dalla nostra isola. Foto e segnalazioni, inviti televisivi, solleciti su FB proprio non riuscivano a rimuovere quel baluardo orrendo che da oltre un quarto di secolo era inclinato notevolmente sul marciapiedi della litoranea Casamicciola- Lacco. La cabina fatiscente in ferro, tagliente e arrugginita che ostacolava il percorso ai pedoni costringendoli a deviare sul ciglio dello stesso era sempre lì, ad altezza di bambino, sporgente e pericolosa. Un punto fermo, ormai storico, quasi da poter diventare tra poco un vero “monumento”, ma non di bellezza ed espressione d’arte, bensì quello del menefreghismo , della noncuranza, del “qualcuno ci penserà”. Già, ci abbiamo pensato noi cittadini, armandoci della cassetta degli attrezzi utile per le “piccole opere”, ma non siamo qui a far polemica, quella proprio non ci appartiene, seppure fermamente convinti che il manuale di ogni buon amministratore debba partire dal basso, dal rapporto di fiducia con il cittadino, indispensabile nei momenti della vita comunitaria.
Non siamo qui nemmeno per salire su piedistalli o a vantarci di una piccola “vittoria civica” ottenuta in poco tempo perché, ad essere sinceri, di questa vittoria avvertiamo nello stesso tempo il senso della sconfitta. Sì, una sconfitta, quella con le Istituzioni, quelle che dovrebbero ascoltare le doglianze e nello stesso tempo i suggerimenti proposti dalla comunità che si onorano di rappresentare, quella comunità che ha conferito ad essi un incarico preciso: quello di amministrare e di essere vicini e risolutivi alle problematiche di un territorio bellissimo ma molto fragile. Quel territorio è la nostra isola, Ischia, un’isola che chiede rispetto ed aiuto nello stesso tempo.
Siamo qui, invece, ad interrogarci e seriamente sugli altri punti oscuri, sulle altre problematiche che purtroppo ancora compongono quella cartolina. Ed in particolare, cosa si farà per il pontile “Italia 90″ inclinato a metà nel porto d’Ischia da anni come un malato terminale? Infagottato goffamente da striscioni pubblicitari per nascondere la vergogna, aspetteremo che crolli del tutto ai piedi della baraccopoli che assedia la statua del Redentore?
Cosa si farà per il pontile Aragonese, patrimonio storico di immenso valore culturale e sociale? Aspetteremo che i basoli di rivestimento dei parapetti forgiati a mano ed incastrati ad uno ad uno con perfetta maestria nell’anno 1.426 crollino un po’ per volta nel mare d’Ischia invece di affrettarsi a recuperare quelli che già vi sono immersi e ben visibili, in modo da poterli riposizionare prima di ulteriori perdite? Siamo qui a chiederci come cittadini, che senso ha spendere quasi due milioni di euro per lastricare Piazza degli Eroi con oltre 4000 metri cubi di calcestruzzo, così come apprendiamo dalla stampa locale, e non intervenire immediatamente destinando risorse ed energie per il recupero di un bene storico, patrimonio di tutti, visitato ogni anno da migliaia di turisti che provengono da ogni parte del mondo? Si è dunque solo pronti a posizionare qualche altro orrendo semaforo, modello “tangenziale” in pieno centro storico per colpirci ancora tutti al volto?
Non possiamo sottrarci dal rimarcare un’altra recente ferita, quella inferta ad un importante simbolo della fu Ischia una volta mondana, ricca ed apprezzata : il crollo della cupola d’ingresso del noto locale “Capricho” di stile barocco in quel di Casamicciola. E’ quello un altro nostro quesito inquietante: transenne, nastri rossi, segnali di pericolo e di chiusura alla struttura. Il presente di oggi sarà anche il futuro di domani? Dove sono i segnali di attivismo amministrativo per il recupero di tali opere? Noi siamo qui, come cittadini, come associazioni, come comitati, ma soprattutto come persone sensibili, dotate di spirito partecipativo, ed è compito di chi amministra ascoltarci e rispondere alle nostre domande.