
Foto Qui Ischia
Un anno fa, a Pasqua, la famiglia già viveva tutti i disagi dello sradicamento dalla sua casa e da tante delle sue abitudini e dei suoi comfort. Erano ancora tutti insieme, ma già erano “pulcini sperduti”, costretti a vivere una realtà imposta da motivi incomprensibili, fonte di preoccupazione, incertezza, precarietà. Fu con quello stato d’animo che parteciparono anche ai riti di Pasqua, prescelti dal Vescovo Lagnese per la lavanda dei piedi in Cattedrale, simbolica rassicurazione che la comunità non avrebbe ignorato le loro difficoltà, che avrebbe continuato a stare al loro fianco come era stato prima e dopo il traumatico distacco da Villa Orizzonte, che si sarebbe presa cura di loro. Il banco di prova non doveva tardare. Poche settimane e, d’improvviso, anche quel nuovo, precario e misero equilibrio venne dissolto, facendo definitivamente scempio della storia che fino ad allora quegli uomini e quelle donne avevano condiviso. Furono separati, ancora più emarginati, costretti a vagare da un luogo ad un altro in attesa che altri, ancora una volta, decidessero a tavolino delle loro vite in base ad esigenze completamente estranee ai loro bisogni, desideri, utilità.
E’ passato del tempo da allora. Tanti eventi si sono susseguiti, tanti cambiamenti si sono verificati, tante nuove ingiustizie si sono consumate sulla loro pelle, di ex residenti di Villa Orizzonte, e di tanti altri sofferenti. Da cittadini curati, salvaguardati, tutelati si sono ritrovati, da parte dell’istituzione sanitaria chiamata ad occuparsi di loro, trascurati, ignorati, ridotti ad essere considerati una mera questione “contabile”. Da liquidare il prima possibile, naturalmente con “le carte a posto”, per non creare disturbo a coloro che si erano resi responsabili dello stravolgimento delle loro esistenze.
In questa lunga successione di regressi, perdite di servizi e di diritti, delusioni, si è inserita ad un certo punto la novità del cambiamento dapprima al vertice della Regione e poi dell’Asl Na2 Nord. Ed è sembrato che fosse arrivata finalmente la tanto attesa soluzione di continuità rispetto ad un passato recente che aveva prodotto e che lasciava solo macerie.
Ci abbiamo sperato per mesi che fosse la volta buona per “cambiare verso” alle tante cose sbagliate, per sanare le scelte sconsiderate e superare le decisioni irragionevoli compiute. Che finalmente sarebbero state rimesse a posto, una ad una, le tessere del mosaico che si erano fatte scientemente saltare, riducendo al lumicino la Salute mentale sulle isole. Pareva che le denunce, le sollecitazioni e le istanze degli isolani nei confronti dell’Asl e della Regione fossero state accolte e comprese e che se ne fossero tratte indicazioni serie e utili per agire di conseguenza il prima possibile. Era parso che avesse capito il presidente De Luca, che aveva fatto commenti e rilasciato dichiarazioni chiare e incoraggianti. Ed era parso che avesse capito il nuovo vertice di Monteruscello, visto che il commissario dell’Asl D’Amore aveva stigmatizzato le “soluzioni” antecedenti il suo arrivo, provvedendo a nominare una commissione di esperti incaricata di riorganizzare il disastrato Dipartimento di Salute mentale, identificato come una priorità da affrontare con sollecitudine. Ed era parso che avessero capito anche i politici della terraferma, almeno quelli che hanno promosso la recente audizione presso la Commissione regionale Sanità e hanno mostrato interesse e condivisione nei confronti delle esigenze specifiche delle isole.
Era sembrato…? Per adesso il dubbio è giustificato, stando ai “rumors” che girano nell’ambiente e che attribuiscono all’Azienda sanitaria l’intenzione di collegare la Salute mentale di Ischia e Procida a Pozzuoli, in un rapporto di dipendenza che è molto vicina alla marginalità. SAREBBE QUESTA LA “SOLUZIONE” TANTO ATTESA? Ratificare, di fatto, e quindi confermare il disastro di servizi che si è già consumato? E rifiutarsi ancora di riconoscere le necessità particolari di assistenza dei cittadini delle isole, che pure a chiacchiere si sostiene di aver capito e di voler riconoscere? Sarebbe questa la novità la svolta, la soluzione di continuità dal passato? E ci volevano la commissione di esperti e tre mesi di tempo per arrivarci? Bastava avallare le decisioni della commissaria Iovino e completare il suo progetto di smantellamento sistematico della Salute mentale, in uno stadio già tanto avanzato. CHE BISOGNO C’ERA DI ALIMENTARE UNA SPERANZA DI RAGIONEVOLEZZA, DI UNA SOLUZIONE FINALMENTE APPROPRIATA? In sintesi, DI PRENDERCI PER I FONDELLI?
Ma, sarà per il clima pasquale, è il caso di concedere ancora il beneficio del dubbio ai nostri interlocutori in terraferma. A cominciare dal commissario D’Amore, per proseguire con i politici regionali a vario livello e di diverso colore. Sebbene non sia il caso di dormire fiduciosi, anche in base alle esperienze fatte finora, che non concedono cadute di attenzione nè eccessi di ottimismo. Anzi, a maggior ragione per le “voci” che girano, c’è bisogno di confermare la MOBILITAZIONE dei cittadini e delle amministrazioni locali per ottenere dall’Asl una VERA SVOLTA, attraverso innanzitutto il ripristino della Sir e poi dei servizi distrutti durante il periodo Iovino. Perchè i “pulcini sperduti”, quel che resta della loro famiglia, aspettano una casa vera, a Ischia, con la fine della loro indegna precarietà, delle loro preoccupazioni, dell ingiustizie di cui sono stati vittime. E stavolta non possiamo nè dobbiamo abbandonarli.